Dopo l’incendio che una settimana fa ha distrutto il centro di Moria migliaia di persone hanno provato a bloccare una strada: il governo ha reagito con gas e botte.
In questi giorni i militari hanno allestito una tendopoli dove, senza riguardo per distanze e tutela della salute, hanno ammassato circa 800 persone.
Le altre tredicimila che vivevano nell’inferno di Moria sono accampate in condizioni spaventose lungo la strada di montagna che collega il centro dell’isola con i centri abitati. Non hanno cibo né acqua, né possibilità di procurarseli. Chi ha qualche soldo viene respinto dai negozianti, terrorizzati dal rischio di contagio.
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Lesbo. Tendopoli militarizzata, gas e botte per i profughi
178 Lesbo, un incendio distrugge il campo profughi di Moria: ci vivevano 12.700 migranti. La polizia contro i profughi.
“Non vogliamo un nuovo campo! Vogliamo la libertà!”
A Moria, nell’isola di Lesbo, vivevano 12.700 richiedenti asilo, oltre quattro volte il numero di persone che il campo potrebbe ospitare. Principalmente profughi in fuga dalla Siria e dall’Iraq che sono giunte nell’isola attraversando la Turchia. Ora in migliaia risultano sfollati dopo che il campo profughi è stato evacuato in seguito a un vasto incendio. La scorsa settimana nel centro è stata imposta la quarantena dopo che 35 persone sono risultate positive al coronavirus. Secondo alcuni media locali le fiamme sarebbero una conseguenza delle proteste contro il lockdown. Le persone del campo avevano denunciato come fosse impossibile rispettare le norme anti-contagio e come le condizioni igieniche risultasse precarie nella struttura. Il campo profughi, il più grande d’Europa, sarebbe ora completamente distrutto.
“Il fallimento dell’Europa” non è l’incendio che ha distrutto il campo, ma i campi come Moria.
“Nessuno deve rimanere senza casa!”
8 settembre 2020
Appello di YaBasta e altre realtà regionali sugli effetti della circolare emanata dal Viminale a metà agosto: “Mentre aumentano i contagi e molti servizi per senza fissa dimora interrotti o parzialmente funzionanti, le Prefetture disporranno nei prossimi giorni l’uscita di decine di persone dai progetti in cui sono accolte, anche con vulnerabilità e disabilità certificate”.
Siculiana, le ragioni della protesta: “Nostri diritti calpestati. Siamo in quarantena da un mese”
3 settembre 2020. Una ventina di persone immigrate si sono arrampicate sul tetto del “centro d’accoglienza” Villa Sikania a Siculiana (Agrigento). Stanno protestando perché vogliano andare via dalla struttura dopo essere stati sottoposti a tampone da oltre un mese. A presidiare la struttura ci sono, come sempre, l’Esercito e le forze dell’ordine. La polizia intanto è riuscita a recuperare due dei migranti che si erano allontanati nei giorni precedenti. Nella struttura, intanto, da dove altri non sarebbero riusciti ad allontanarsi – proprio per il massiccio dispiegamento di forze dell’ordine – si è innescata la protesta.
L’isolamento dei migranti in Bosnia
3 settembre 2020
Il Cantone di Una-Sana è la regione della Bosnia settentrionale da dove chi migra prova l’ultimo assalto al sogno europeo. Qui i mesi del lockdown hanno giustificato l’inasprimento della repressione a danno delle persone in transito. Inoltre dalla primavera le frontiere invalicabili sono aumentate con l’intensificarsi dei respingimenti da parte di Slovenia e Italia.
Sicilia e migranti
Tra la fine di Giugno e i primi di Luglio lo sbarco delle persone presenti nella nave-quarantena Moby Zaza – ormeggiata a Porto Empedocle -, è stato un argomento di propaganda politica nel territorio agrigentino. L’assessore alla Sanità della Regione Sicilia Ruggero Razza ha polemizzato con il governo nazionale e le ONG dichiarando come “la Regione ha fatto 180 tamponi sui migranti dell’Ocean Viking a largo di Pozzallo. E si è sostituita allo Stato. Non mi pare una cosa normale […] nessuno può scendere se non dopo l’esito del tampone. Se ne facciano una ragione quelli della Ong. La salute, dei nostri concittadini e dei migranti, viene prima di tutto. Vorrei ricordare che se a Porto Empedocle c’è una nave per la quarantena è perché lo ha chiesto il presidente Musumeci.”
Lo Stato untore espone i migranti al Covid-19
In queste settimane abbiamo assistito ad un’infame caccia all’untore nero. “I migranti stanno trasmettendo il Covid-19 agli italiani” il leit motiv estivo.
La vergognosa vicenda dei 6 minori stranieri non accompagnati detenuti dal 29 luglio nel lager-hotspot di Messina consente invece di ribaltare la strumentale narrazione.
AGGIORNAMENTO DA SALUZZO E DINTORNI
Da Enough is Enough – braccianti in lotta Saluzzo
Come la pandemia ha trasformato la vita dei lavoratori braccianti e l’economia del settore?
Per una cronaca delle mobilitazioni dei braccianti e di quanto poi accaduto nelle campagne di Saluzzo nei mesi di giugno e di luglio si vedano invece gli allegati 1 e 2.
Finalmente scoperti i portatori del Covid-19: gli immigrati…
5 agosto 2020
Ce l’aspettavamo da un po’, e puntuale è arrivata. La più falsa di tutte le false notizie da cui siamo bombardati h24: “c’è una evidente correlazione tra immigrazione e Covid”. Pensate che la frase sia del cumulo di spazzatura che è anche segretario della Lega? Errore! L’ha pronunciata il suo padre spirituale, il lugubre Marco Minniti, Pd, lo stato di polizia fatto uomo.
Linea dura sull’immigrazione, caccia all’untore e attacchi razzisti a Foggia
Linea dura sull’immigrazione: caccia all’untore e altri spauracchi razzisti. Intanto a Foggia continuano le aggressioni. Da Comitato Lavoratori delle Campagne
I decreti sicurezza dietro il focolaio dell’ex caserma di Treviso
I migranti hanno manifestato per il rischio contagi. Ora la Lega li accusa. E già a giugno le associazioni denunciavano il sovraffollamento nel centro, dovuto all’abolizione degli Sprar
Cosa sono e quanto costano le navi da quarantena per i migranti?
Sono state adottate sia dall’Italia sia da Malta, ma non convincono né gli epidemiologi né i difensori dei diritti umani. E poi hanno dei costi esorbitanti.
Slovenia. Due mesi di rivolta sociale
Da oltre due mesi la Slovenia è attraversata da una manifestazioni che ogni venerdì attraversano le principali città del paese.
La gestione della pandemia, tra corruzione e violenza di polizia, la crisi sociale, ha innescato un movimento sociale ampio e radicale. A ciò si aggiunge il crescente autoritarismo del governo di estrema destra varato in gennaio, dopo il fallimento della debole coalizione di centro.
Ne abbiamo parlato con Matej, un compagno sloveno
AUDIO: https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-30-matej-slovenia.mp3?_=1
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FONTE: https://radioblackout.org/2020/06/slovenia-due-mesi-di-rivolta-sociale/