“Noi oggi portiamo in piazza non soltanto la protesta, non soltanto il disprezzo verso chi si ostina a cancellare questi spazi di libertà, ma innanzitutto la nostra gioia, attraverso il teatro, la musica, i tessuti, i cento modi in cui quotidianamente animiamo questa città, che purtroppo respira al ritmo degli eventi e che invece vorremmo veder respirare al ritmo della festa”.
Category Archives: Racconti e testimonianze dai territori
Libano. Le prigioni nella morsa del Covid, divampa la rivolta
di Alessandro Fioroni da “Il Dubbio”, 19 settembre 2020
Oltre duecento contagi nell’istituto di Roumieh. Il più grande istituto penitenziario del Libano, la prigione di Roumieh situata nei pressi della capitale Beirut, si trova in questo momento nella morsa del Covid- 19. Il “paese dei cedri” ha visto un picco dei contagi all’indomani della devastante esplosione che il 4 agosto ha scosso il porto di Beirut. Da allora le strutture sanitarie sono state messe a durissima prova e a farne le spese sono le fasce più deboli della popolazioni come i detenuti.
È ripartito il calcio o il business
18 settembre 2020
“Il calcio vivrà, il vostro business è malato!” Frase retorica? Forse.Ma non per questo meno vera. È il 15 maggio quando compare su uno striscione steso nel deserto della WWK Arena di Augsburg: riprende il calcio europeo, a partire dalla Germania, uno dei campionati storicamente più attenti ai bilanci e alla sostenibilità del sistema, nonostante negli ultimi anni abbia visto l’emergere di progetti “dall’alto” come RB Lipsia e Hoffenheim. Il calcio è business, ma sembra che la crisi del coronavirus ne abbia rivelato le croniche fragilità.
Covid, stop agli assembramenti: in Giordania si rischia il carcere
18 settembre 2020 – Giro di vite del governo sugli assembramenti in Giordania: previsto il carcere se matrimoni, funerali e feste superano le 20 persone.
Lesbo. Tendopoli militarizzata, gas e botte per i profughi
Dopo l’incendio che una settimana fa ha distrutto il centro di Moria migliaia di persone hanno provato a bloccare una strada: il governo ha reagito con gas e botte.
In questi giorni i militari hanno allestito una tendopoli dove, senza riguardo per distanze e tutela della salute, hanno ammassato circa 800 persone.
Le altre tredicimila che vivevano nell’inferno di Moria sono accampate in condizioni spaventose lungo la strada di montagna che collega il centro dell’isola con i centri abitati. Non hanno cibo né acqua, né possibilità di procurarseli. Chi ha qualche soldo viene respinto dai negozianti, terrorizzati dal rischio di contagio.
Covid 19. L’Oms suona l’allarme per l’autunno in Europa
L’Organizzazione mondiale della Sanità si attende una risalita del numero di morti per coronavirus in Europa tra ottobre e novembre che saranno mesi “più duri”. Ad affermarlo è stato il direttore per l’Europa dell’Oms Hans Kluge. “Diventerà più dura. A ottobre e novembre ci sarà una mortalità più elevata”, ha dichiarato Kluge.
La pandemia come ulteriore arma di repressione del regime di Al-Sisi
Il caso del ricercatore dell’università di Bologna Patrick Zaki, ancora in custodia cautelare in carcere in Egitto, aveva riacceso la luce sull’asfissiante clima di repressione che regna nel paese. A più di quattro anni dal terribile omicidio di Giulio Regeni il regime di Al-Sisi continua imperterrito nella sua torsione autoritaria, che ha trovato un ottimo alleato nel clima di paura scatenato a livello mondiale dalla pandemia Covid-19
178 Lesbo, un incendio distrugge il campo profughi di Moria: ci vivevano 12.700 migranti. La polizia contro i profughi.
“Non vogliamo un nuovo campo! Vogliamo la libertà!”
A Moria, nell’isola di Lesbo, vivevano 12.700 richiedenti asilo, oltre quattro volte il numero di persone che il campo potrebbe ospitare. Principalmente profughi in fuga dalla Siria e dall’Iraq che sono giunte nell’isola attraversando la Turchia. Ora in migliaia risultano sfollati dopo che il campo profughi è stato evacuato in seguito a un vasto incendio. La scorsa settimana nel centro è stata imposta la quarantena dopo che 35 persone sono risultate positive al coronavirus. Secondo alcuni media locali le fiamme sarebbero una conseguenza delle proteste contro il lockdown. Le persone del campo avevano denunciato come fosse impossibile rispettare le norme anti-contagio e come le condizioni igieniche risultasse precarie nella struttura. Il campo profughi, il più grande d’Europa, sarebbe ora completamente distrutto.
“Il fallimento dell’Europa” non è l’incendio che ha distrutto il campo, ma i campi come Moria.
Massacro in Colombia: ucciso dalla polizia dopo aver violato il coprifuoco: sette morti nelle proteste. La polizia spara sui manifestanti.
11 settembre 2020
Migliaia in piazza in tutta la Colombia, manifestazioni e assalti alle caserme a Bogotá dopo l’omicidio di Javier Ordóñez da parte della polizia. Il governo ordina una feroce repressione: almeno nove morti per colpi di armi da fuoco, centinaia i feriti e gli arresti. Schierato l’esercito nella capitale, ma la protesta non si ferma.
«Non ce n’è coviddi». Negazionisti in piazza anche a Roma
7 settembre 2020
Per uno scherzo della storia, o della questura, i no mask che si battono contro la “dittatura sanitaria” e i complotti globali hanno manifestato a Roma in piazza Bocca della Verità. Si è vista un’accozzaglia multiforme, tenuta insieme da convinzioni paranoidi in cui la realtà diventa materia indistinguibile
«Wir sind das Volk». Estrema destra e no mask in Germania
7 settembre 2020
Dove nascono e come sono state egemonizzate dai militanti neonazisti le Hygienen-demos, le manifestazioni tedesche di chi rifiuta le misura anti-covid.
Online i verbali del Cts: “Il piano anti-Covid va tenuto segreto”
Sul sito del Dipartimento della Protezione civile 95 documenti desecretati dal governo, relativi alle riunioni avvenute a inizio emergenza col Cts (Comitato tecnico scientifico). Emergono tutte le contraddizioni e gli errori del governo nella gestione della crisi del sistema sanitario nazionale a seguito della diffusione del nuovo coronavirus (il piano anti-Covid).
Marocco: il virus e la crisi economica scatenano le proteste
4 settembre 2020
A causa dell’acuta crisi socio-economica in Marocco, causata dalle ripercussioni della disastrosa gestione pubblica e dalle conseguenze della pandemia globale di Covid-19, migliaia di manifestanti sono scesi nelle strade principali di Rabat e di Casablanca.
Francia, 1.800 persone sono morte in casa e altre parecchie migliaia nelle case di riposo
Nella Francia di Macron, come è accaduto in Italia, sono molte le “lacune” dello Stato di fronte alla pandemia di coronavirus.