Fascisti, no-vax e complottisti di QAnon: chi sono i negazionisti in piazza il 5 settembre ·

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La manifestazione vede la regia di Forza Nuova e l’adesione di varie personalità del mondo della destra radicale. E nelle chat riservate c’è anche chi parla della necessità di armarsi perché “le proteste pacifiche non servono”

01 settembre 2020

Era passata meno di una settimana dalla condanna in primo grado per rapina aggravata. Giuliano Castellino, a capo delle falangi di Forza nuova nella capitale, era già pronto a rilanciare la piazza e la mobilitazione. Imputato per l’aggressione dei cronisti de L’Espresso Federico Marconi e Paolo Marchetti al cimitero del Verano il 7 gennaio 2019 , è l’uomo chiave di Roberto Fiore a Roma. Il 13 luglio scorso era pronto a rilanciare l’appello a scendere in piazza il prossimo 5 settembre. Il nemico? La “dittatura sanitaria”, l’OMS, definita dal leader dell’organizzazione neofascista come una nuova Spectre. «Non portiamo mascherine, neanche tricolore, sono un bavaglio», spiega Castellino davanti alla telecamera di Max Massimi, attivista del confuso magma del movimento negazionista del Covid. Anti mask, anti vax, complottista convinto: «Non conosciamo distanziamento sociale – prosegue Castellino – ci abbracciamo, siamo vicini, non ci facciamo distanziare perché con le antenne 5G ci controlleranno meglio, non ci faremo vaccinare, perché noi il microchip sotto pelle per essere controllati H24 non lo mettiamo, ci opponiamo».

Per Forza Nuova è appena una delle tante occasioni per agganciare nuovi adepti. Quattro anni fa puntava alle periferie romane al grido di “case agli italiani”. Si alleava con i tassisti negli scontri a piazza Montecitorio. Sfilava cantando l’inno di Terza posizione a due passi dal Senato contro lo Ius soli. Organizzava, lo scorso giugno, le tifoserie più violente al Circo Massimo, pronte ad assalire con bottiglie e petardi i giornalisti . Da quando il Covid ha bloccato l’Italia, Forza Nuova sta puntando a ritagliarsi uno spazio di visibilità nella galassia del complottismo, cresciuto – ça va sans dire – in rete. Conoscono la logica della piazza, possono contare su quadri cresciuti politicamente negli anni ’70. Hanno con il tempo acquisito la capacità camaleontica di creare sigle nuove per battaglie antiche. E, soprattutto, riescono a tessere alleanze. Castellino ha sbandierato in rete la lettera di adesione alla manifestazione del 5 settembre firmata (almeno apparentemente) da monsignor Carlo Maria Viganò, il discusso ex nunzio apostolico negli Usa che due mesi fa ha scritto al presidente Trump, dicendosi pronto a sostenerlo. Ha poi raccolto l’adesione di Giulio Occhionero, l’ingegnere nucleare condannato per intrusione informatica, di Vittorio Sgarbi, di Diego Fusaro e di Carlo Taormina.

Una piazza magmatica
La piazza del 5 settembre non sarà, però, quella di Forza Nuova. O almeno non solo. «È difficile capire cosa accadrà – spiegano fonti investigative a L’Espresso – c’è in atto un tentativo di coordinare, ma fino ad oggi non ci sono mai riusciti, finiscono sempre per litigare tra di loro. Però oggi nulla è escluso, ci sono schemi diversi».

Per ora il movimento più noto, i gilet arancioni eredi dei Forconi, ha deciso di non partecipare alla kermesse del 5 settembre. L’ex generale dei carabinieri che guida il gruppo si è tirato fuori, puntando il dito proprio contro Forza Nuova: «Sono dei mistificatori e sono dei violenti, io appena sento Forza Nuova mi ribolle il sangue!», ha spiegato in un video messaggio inviato a quello stesso Max Massimi che lanciò l’appello di Castellino un mese e mezzo fa. Protagonismi esacerbati – tratto tipico del populismo di destra -, lotta feroce per conquistare la leadership, personalità a volte borderline, sono le caratteristiche ormai storiche che accompagnano le periodiche manifestazioni di questo genere.

L’appuntamento del 5 settembre è in gestazione da almeno due mesi. Il 3 luglio scorso l’ex capogruppo del Popolo delle libertà nel consiglio regionale dell’Emilia Romagna Gianguido Bazzoni – condannato in primo grado lo scorso anno nel processo sulle “spese pazze” in Regione – ha registrato il dominio popolodellemamme.it, divenuto uno dei punti di riferimento digitali della kermesse. Raggiunto dall’Espresso, Bazzoni ha confermato la registrazione, spiegando però di averla fatta per conto di altri: «Me lo ha chiesto Gianmarco Landi di Imola Oggi». Ovvero una delle più note testate digitali dell’area della destra radicale.

La scelta del tema delle madri che scendono in piazza per la difesa dei figli (dai vaccini, dalle mascherine, dalla medicina ufficiale), apparso fin dall’inizio, è caratteristico di questo tipo di movimento in tutta Europa. È stato anche il tratto distintivo dei no-vax in passato. L’iniziativa si è poi diffusa attraverso una costellazione di pagine e gruppi Facebook nati, più o meno spontaneamente, negli ultimi mesi, caratterizzati tutti da diverse teorie del complotto: dalla “dittatura sanitaria”, al 5G, dai vaccini che provocano l’autismo ai microchip che i governi – anzi, il “governo mondiale” – vorrebbero inoculare nella popolazione.

“Che armi abbiamo?”
Un canale particolarmente attivo nella propaganda in rete di questo magma sovranista è il gruppo Q-Anon. Nato negli Stati Uniti durante l’ultima campagna presidenziale, vede come nemico una sorta di rete di pedofili pronta a catturare e a sacrificare bambini in ogni parte del pianeta. In Italia è presente con alcuni gruppi Facebook (Veleno Q Italia Anon Group, un migliaio di follower) e Telegram (QAnons Italia, 5.500 iscritti al canale).

Questo gruppo appare oggi come il più oltranzista. E pericoloso. Sulla pagina Facebook, a commento dei video della manifestazione di Berlino, alcuni utenti hanno postato: “Gavettoni di benzina e un accendino si fa presto a farsi strada” e “Le proteste pacifiche non servono”. Nel canale Telegram ci sono alcuni riferimenti inquietanti: “Che armi abbiamo?”, chiede un utente il 31 agosto. “Nel frattempo bisognerebbe fare come gli statunitensi, temo, cioè comprare armi a tutto spiano, legalmente, e imparare ad usarle”, commenta un altro iscritto. Un tale Melo pubblica la brochure di una pistola a salve; un altro utente risponde: “Mmmmm a salve non è molto utile, se rientro in Italia compro una Tanfoglio, per cominciare, qui ho un amico super esperto, ne ha una (oltre a VARIE altre pistole e fucili) e va molto bene”. “Basta modificarla”, è la risposta. Nessuno tra gli amministratori del canale interviene.

Il gruppo QAnon italiano non nasconde i riferimenti alla peggior cultura antisemita. Il 20 agosto scorso sul canale è stato postato il testo classico del razzismo antiebraico, “Il Protocollo dei Savi di Sion”. Abbondano poi i video su ogni tipo di complotto “giudaico-massonico” e sulla Open Society di George Soros.

La guerriglia sui social
“Sei stato scelto per aiutare a servire il tuo paese”. Inizia così un messaggio di QAnon diffuso in rete il 24 giugno scorso. Si intitola “Benvenuto nel campo di battaglia digitale. Insieme vinceremo” ed una chiave di estremo interesse per capire la strategia social del magma sovranista. “Mai ritirarsi dal campo di battaglia (Twitter, Facebook). Usa altre piattaforme come forma di comando e controllo centralizzato”, è la prima indicazione contenuta nel documento. Seguono poi indicazioni per i militanti digitali, ovvero quell’esercito di influencer, troll, attivisti che caratterizza il movimento pronto a scendere in piazza il 5 settembre: “Organizza e collega”, “Supporta il ruolo degli altri soldati digitali”, “Impara l’arte del camuffamento, se chiudono o sospendono l’account principale, usa quello secondario”, sono alcune indicazioni.

Chiavi che permettono di capire come l’”information warfare”, ovvero la guerra dell’informazione – pilastro della crescita dei nuovi movimenti di estrema destra – sia fortemente influenzata e diretta da modelli ben precisi. Sicuramente un mondo caotico, frammentato, apparentemente “spontaneista”. Ma con mani precise ed esperte pronte a guidare.

https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2020/09/01/news/fascisti-no-vax-e-complottisti-di-qanon-chi-sono-i-negazionisti-in-piazza-il-5-settembre-1.352585


Le manifestazioni dei “negazionisti del Covid” sono attentati alla salute pubblica

Sabato 5 settembre a Roma ci sarà un’altra manifestazione, dopo quella di giugno. Stavolta però dovremo essere preparati: tollerare una violazione così spudorata delle regole significa irridere una tragedia

Il 2 giugno scorso i gilet arancioni del generale Pappalardo e il cosiddetto centrodestra di Salvini ci hanno colto un po’ alla sprovvista: stava per riprendere la circolazione internazionale e interregionale, eravamo ancora storditi dal lockdown – del tutto allentato solo da un paio di settimane – e quelle manifestazioni già senza mascherina ci erano apparse forse più pittoresche che pericolose. Speravamo fossero solo un rigurgito di chi non sapeva più a cosa attaccarsi per non essere risucchiato nel vuoto di una situazione molto seria da dover valorizzare – guarda un po’ – la competenza. E magari ci illudevamo che tutto stesse per finire. Ma non era e non è così.

Nel corso dell’estate, invece, il solito impasto di negazionismo (anche se alcuni pensano che non dovremmo scomodare un termine così pesante), dietrologismi ed estremismi è lievitato in un mostriciattolo populista che da Londra a Berlino chiamano NoMask, un prodotto di ignoranza cavalcata dall’opportunismo più spregevole (e probabilmente della fortuna di non aver visto la Covid-19 da vicino). Sabato 5 settembre, sotto la sempre solerte regia di Forza Nuova e amici neonazi assortiti, questo corpaccione che non sopporta il distanziamento e le mascherine (ma dove in realtà ognuno cerca il suo spazio di potere: il solito Diego Fusaro, i NoVax, i no-5G, tutti i no possibili, forconi e QAnon, ultrà, comitati di ogni genere) tornerà in piazza a Roma.

Eppure stavolta non abbiamo giustificazioni. Stavolta sappiamo di avere di fronte un autunno e un inverno da cui dipenderà il futuro prossimo. Stavolta le scuole sono aperte (sì, hanno riaperto oggi per i recuperi e ripartiranno con le lezioni dal 14 settembre), le attività provano a riprendersi, dopo il lungo trauma primaverile ed estivo c’è da tenere in piedi con responsabilità e disciplina un paese colpito nel bilancio, nel sistema sanitario, nello spirito. Il ministero dell’Interno e le sue emanazioni sul territorio che, a quanto pare, consentiranno una manifestazione del genere non hanno giustificazioni. Così come non ne ha chiunque non condanni senza mezzi termini, dopo 36mila morti sulle spalle, un’iniziativa che nasce con l’intento programmatico e deliberato di violare ogni norma e ogni regola di salute pubblica.

In fondo il punto è questo: dove termina la libertà di queste sigle, di queste persone – che poi frequenteranno centinaia, migliaia di altre persone – profili anche di rilievo pubblico fra cui non manca un arcivescovo, Carlo Maria Viganò, una deputata (Sara Cunial, ex M5s) e il solito Vittorio Sgarbi? Dovrebbe finire dove inizia quella alla salute degli altri, ed è innegabile che un evento simile non la tutelerà né nella concretezza fisica del raduno né nel messaggio penoso che trasmetterà al paese. Proprio mentre l’Italia deve decidere cosa fare di questo autunno: sprecarlo come l’estate del Billionaire oppure provare a viverlo con rispetto.

Siamo incastrati in un dibattito a tratti surreale fra capienze dei mezzi pubblici e tamponi che ancora mancano; contiamo decine di categorie in ginocchio a prendere le misure col metro e studiare il modo per cavarsela; di nuovo milioni di bambini e ragazzi rischiano un altro anno scolastico da incubo, e ancora non abbiamo sotterrato la paura con cui pretendiamo di negare l’inevitabile che la scienza ci documenta ogni giorno. Tollerare, e non condannare, un raduno come quello in programma sabato 5 settembre non è solo uno schiaffo agli italiani perbene, agli operatori sanitari e a chi è mancato, ma è anche un’assurda ferita alla credibilità del paese. Il premier Giuseppe Conte è stato molto tiepido, tre mesi fa, rispetto a quelle manifestazioni finite in un pasticcio di violazioni e menefreghismo. Oggi dovrebbe pronunciare parole diverse. Perché dovremmo salvarci tutti insieme: ma se c’è qualcuno che non intende collaborare, violando in modo spudorato le misure di sicurezza, allora nei suoi confronti andrebbe applicato lo stesso rigore già usato per correre dietro ai bagnanti solitari o ai corridori della domenica.

https://www.wired.it/attualita/politica/2020/09/01/manifestazione-negazionisti-attentato-salute-pubblica/


Forza Nuova si inventa la partecipazione alla piazza che nega il Covid. Sgarbi: “Non ci sarò”

Contrariamente a quanto dichiarato da Forza Nuova, il critico d’arte e politico Vittorio Sgarbi non sarà presente alla manifestazione del 5 settembre ‘contro la dittatura sanitaria’. Da quanto emerso nelle ultime ore, il partito guidato da Roberto Fiore si sarebbe inventato più di una presenza alla protesta che unisce estrema destra e negazionisti del covid.

1 settembre 2020

“Io scenderei in piazza con 300 mamme ma non con Pappalardo o Forza Nuova. Persone come la Meloni ci dovrebbero andare ma solo in veste di madri. Pappalardo mandasse sua moglie o qualche altra mamma non lui. Le mamme hanno sempre ragione ma non possono essere usate per mandare in piazza Forza Nuova e altri movimenti politici del genere”. Lo ha dichiarato Vittorio Sgarbi all’Adnkronos dopo che Giuliano Castellino aveva fatto capire che anche il critico d’arte avrebbe partecipato alla manifestazione del 5 settembre a Roma, dove estrema destra, negazionisti del covid e complottisti di ogni risma manifesteranno contro la ‘dittatura sanitaria’, le mascherine, e ovviamente i vaccini. Quella di Sgarbi non è la sola presenza che Forza Nuova si era inventata: si era parlato anche della partecipazione di Ilaria Cucchi che però, intervistata da Il Fatto Quotidiano, ha dichiarato di non saperne nulla.

Vittorio Sgarbi ha vietato l’uso della mascherina ‘senza necessità’ a Sutri, comune di cui il critico d’arte è sindaco. Una decisione che ha acceso numerose polemiche e un duro botta e risposta con l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, definito da Sgarbi “una capra ignorante”. “Io non porto la mascherina, basta il distanziamento – ha precisato Sgarbi – A Sutri ho detto che si deve girare senza mascherina per evitare di essere scambiati per terroristi. Purtroppo queste norme sono state fatte da una massa di cretini”.

Dopo il fallimento clamoroso della manifestazione del 6 giugno, dove Forza Nuova e qualche centinaio di ultras prima si sono menati tra loro, poi si sono scagliati contro giornalisti e forze dell’ordine, l’estrema destra ci riprova e lancia un altro appuntamento di piazza. L’obiettivo è quello di emulare le manifestazioni di Berlino, dove hanno sfilato neofascisti, negazionisti, e complottisti di ogni sorta. In piazza a Roma con i militanti di Forza Nuova ci saranno i negazionisti del Covid, i sostenitori delle varie teorie cospirazioniste sulla tecnologia 5G, i seguaci di QAnon, i no vax, e coloro che non vogliono ‘i chip impiantati nel corpo da Bill Gates’. Sull’evento è intervenuto oggi l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato: “Tra qualche giorno ci sarà una manifestazione anche a Roma da parte di chi vuole negare l’evidenza e riportarci indietro. Io dico ricordiamoci dello spirito di sacrificio e di abnegazione di tutti i nostri operatori sanitari, che da mesi sono al lavoro per fronteggiare l’emergenza Covid-19 con grande senso del dovere e dello Stato”.

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