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Paura “seconda ondata”. Mascherine all’aperto obbligatorie anche in Sicilia

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27 settembre 2020

Quello delle mascherine all’aperto per arginare il pericolo di una “seconda ondata” del virus che provoca il Covid-19 sembra essere diventato un mantra. Già l’ultimo dpcm del premier Conte aveva prorogato fino al 15 ottobre le misure decise finora (suscettibili di un prossimo prolungamento fino alla fine dell’anno): tra queste anche l’obbligo di indossare la mascherina dalle ore 18.00 alle 6.00 nei luoghi all’aperto dove “non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza di un metro dalle altre persone” e dove permanga il rischio di “assembramenti” ovvero davanti a locali notturni, nelle vie della cosiddetta “movida”, nei dehor di pub e ristoranti a meno di essere seduti a un tavolo. Queste misure sono state da qualche giorno inasprite da alcune regioni. Dopo la Campania e la Calabria, ora con un’ordinanza firmata dal presidente Nello Musumeci il 27 settembre (valida dal 30 settembre al 30 ottobre) l’uso della mascherina all’aperto è stata resa obbligatoria anche in tutta la Sicilia.

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Mascherine obbligatorie in Campania e Calabria (e non solo): «Mille euro di multa a chi cammina senza»


25 settembre 2020 – Risalgono i contagi da Covid-19 dopo il calo estivo. In alcuni stati d’Europa torna l’obbligo della mascherina anche all’aperto, ad esempio nella Repubblica Ceca e in molte zone della Francia. Anche in Spagna la comunità autonoma di Madrid ha deciso di estendere le restrizioni alla mobilità nella città con misure che interessano più di un milione di persone, che hanno anche provocato diverse proteste perché considerate come un “confinamento classista” che interessa solo le zone più povere della capitale. L’Inghilterra dal canto suo, dopo aver effettuato un nuovo lockdown “parziale” che vede coinvolti più di 2 milioni di abitanti, già pensa a un nuovo lockdown nazionale, sull’esempio di Israele che è stato il primo stato del mondo ad imporre una seconda chiusura totale. Ed anche in Italia dopo la fine del lockdown si registra un record di contagi riscontrati: circa 1.900 al 25 settembre e quasi 3.000 focolai attivi. Nelle scuole circa 400 quelle colpite e una quarantina di istituti chiusi. Alcuni comuni (ad esempio Foggia, Polignano (Bari), Formia in provincia di Latina, il centro storico di Genova ed altre zone della Liguria come i comuni della Lunigiana) hanno reintrodotto l’obbligo di portare la mascherina anche fuori dai luoghi al chiuso. L’esempio è stato ripreso dal governatore Vincenzo De Luca, che ha reso questa pratica obbligatoria sull’intero territorio della regione Campania attraverso una apposita ordinanza. Introducendo multe fino a mille euro. “Dopo l’ordinanza di ieri ci sono 24 ore di tolleranza sulla mascherina, poi devono partire con multe da mille euro (…). Se nei prossimi tre-quattro giorni – ha detto De Luca in diretta facebook – verifichiamo con gli epidemiologi che la curva del contagio non si stabilizza e non scende, chiuderemo tutto, senza dati tranquillizzanti cominciamo a prendere in mano questioni come la movida, senza nessuna esitazione”.
La Campania è stata poi subito imitata anche dalla Calabria. E come sembra presto anche il Lazio potrebbe seguire la stessa strada delle due regioni. Intanto, dopo Lucoli, frazione dell’Aquila (Abruzzo), Aidomaggiore, piccolo paese di 430 abitanti in provincia di Oristano (Sardegna) è il secondo comune dopo la fine del lockdown in Italia a diventare interamente zona rossa, con la reintroduzione dell’autocertificazione obbligatoria per uscire di casa. Il Governo nega di pensare ad un nuovo lockdown nazionale e pensa a zone rosse localizzate, mentre si prepara a prolungare fino alla fine dell’anno lo “stato di emergenza” in scadenza il 15 ottobre.


Covid, stop agli assembramenti: in Giordania si rischia il carcere

Stop agli assembramenti in Giordania

18 settembre 2020 – Giro di vite del governo sugli assembramenti in Giordania: previsto il carcere se matrimoni, funerali e feste superano le 20 persone.

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Covid-19. Mascherine e misure contenitive a scuola. Le linee guida.

Mascherine, ecco il verbale: gli alunni seduti in classe potranno toglierle

Il Comitato tecnico scientifico (Cts), lunedì scorso, ha prodotto il verbale numero 104, che dà indicazioni su quattro temi fondamentali: il distanziamento, l’igiene delle mani e degli ambienti, l’uso della mascherina, la capacità di controllo e risposta dei servizi sanitari.

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Nuova emergenza negli ospedali, la normalità neoliberista

Nuova emergenza negli ospedali, la normalità neoliberista

29 agosto 2020. Dopo gli scandali di gel e mascherine, che ininterrottamente da febbraio si sono susseguiti, e hanno visto un’impennata dei prezzi, è la volta dei guanti. Già, perché non bastava il flacone di gel per le mani a 100€, o la totale assenza di tamponi nasofaringei in piena crisi, ora è il momento dei guanti monouso, che in Lombardia ha toccato aumenti del 500%, come riporta Repubblica.

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Portuali licenziati, dopo il presidio la trattativa in Prefettura

3 agosto 2020

È venerdì mattina, sono circa le nove, e sotto a un sole già cocente e la puzza di scarico una trentina di operai lavora alla ristrutturazione del varco Sant’Erasmo, all’interno del porto di Napoli. Entro ostentando la macchina fotografica e i responsabili della sicurezza mi lasciano passare senza chiedermi il documento. Beneficia con me del privilegio il sindacalista con cui sono in macchina, che proprio nelle ore successive sarà impegnato a contestare all’azienda un provvedimento disciplinare nei confronti di C., lavoratore portuale, reo di aver infangato l’immagine della sua ditta dichiarando che da mesi non vengono concessi ai lavoratori né guanti né mascherine chirurgiche anti-Covid.

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TerrTerracina. Chiede la mascherina al datore di lavoro: licenziato, picchiato e poi gettato in un canale

Licenziato e picchiato dai datori di lavoro perché aveva chiesto il rispetto delle misure di sicurezza sul lavoro (mascherine). Questi sono i datori di lavoro che il governo Conte tutela con lo scudo penale.

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A Verona le mascherine con la faccia di Mussolini di cui non sentivamo il bisogno

Non bastavano le “mascherine tricolori” di Casapound e le mascherine con il simbolo di Fratelli d’Italia. Ora ci sono anche quelle con la faccia di Benito Mussolino stampata sopra. Le produce un’azienda di Verona per i nostalgici fessi.

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Dietro la mascherina

Si fa un gran parlare di mascherine, ma con tanta confusione attorno al loro scopo e corretto utilizzo. Innanzitutto occorre distinguere tra i diversi tipi reperibili. Le informazioni si possono ricavare dallo stesso sito del Ministero della Salute e dai siti delle aziende che le commercializzano.

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Operaio di Taranto scrive su Facebook: “In fabbrica senza mascherine”. Arcelor Mittal lo licenzia

Operaio di Taranto scrive su Facebook: "In fabbrica senza mascherine".  Arcelor Mittal lo licenzia

21 aprile 2020. Licenziato per aver commentato sulla propria bacheca di facebook quel che realmente accade in fabbrica. Si tratta dell’ennesimo atto di vigliaccheria da parte di un’azienda senza scrupoli”. Franco Rizzo, leader di Usb Taranto è irato nel commentare la vicenda che ha per protagonista un impiegato del reparto Treno nastri 1 che sarebbe stato licenziato dal siderurgico per aver pubblicato lo scorso 14 marzo un post “in cui diceva solo la verità: ovvero che in fabbrica non c’erano nè gel igienizzanti nè dispositivi di protezione individuale”.

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Mascherine, tutti a volto coperto (tutorial mascherine autoprodotte + altri risorse utili)

In questo periodo molti ci chiedono di pubblicare un tutorial di mascherina. Ma il web è pieno: non c’è che l’imbarazzo della scelta. Forse non c’è bisogno che Serpica produca l’ennesimo tutorial. Però magari può essere utile fare qui una selezione di quelli che ci hanno convinto di più.

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“Covid-19” in Poste Italiane spa: Gli oltre 100mila lavoratori di Poste Italiane continuano a lavorare senza le protezioni necessarie.

10 marzo 2020

Le scriventi, con nota del 23/02/2020, hanno richiesto a Poste Italiane la fornitura di “mascherine, guanti e disinfettanti per le mani”, su tutto il territorio nazionale e per tutti i lavoratori di Poste Italiane.

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