I migranti non sono tutti uguali. Ma così come gli italiani sfruttati, hanno una cosa in comune: sono sotto ricatto. Dai figli a carico al permesso di soggiorno, da un visto da ripagare alla trafila per l’asilo, ecco cosa definisce la schiavitù moderna.
9 maggio 2020 – Oltre 37.000 le denunce di contagi sul lavoro da Covid 19 mentre le denunce di infortunio mortale sempre per COVID19 sono 129. Sono i dati Inail che si riferiscono alle denunce arrivate fino al 4 maggio. Si registra un aumento di 9.000 unità rispetto alla prima rilevazione diffusa il 21 aprile (31 in più per i casi mortali). Per gli infortuni mortali da Covid 19 c’è una netta prevalenza delle denunce per uomini (82,2%). Questo è quello emerso prima della riapertura generalizzata. Ma cosa sta succedendo realmente nelle piccole e medie fabbriche dove non ci sono controlli e sindacato? È solo la punta del’ iceberg. A Brescia e provincia sempre più segnalazioni anonime di operai impauriti che denunciano condizioni di lavoro senza sicurezza. Schiacciati tra ammalarsi e perdere il lavoro.
9 maggio 2020PDF NUNATAK numero di primavera 2020
Mentre la vita reale, per chi sta rinchiuso in casa, sembra rallentare come per chi è detenuto, la vita virtuale accelera macinando ogni minuto un nuovo imperdibile bollettino di guerra. Noi invece continuiamo a uscire ogni stagione, su carta, come sempre. Una scelta che rivendichiamo senza sindromi di inadeguatezza. Crediamo, tanto per iniziare, che tempo e spazio per ragionare non siano mai un lusso, e che libertà d’azione e di parola non siano barattabili con nulla, neanche con fantomatiche “salvezze”. A meno di non voler rinunciare a vivere per paura di morire.
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La quarantena, della fase 1, 2, 3… non ferma Maria Teresa Messidoro nel suo impegno a informare, e dove necessario contro-informare, rispetto a quanto accade nel sud del mondo, in particolare in America Latina.
1. Partiamo da un’evidenza. La pandemia di Covid19 ha cambiato la fase. Ha sparpagliato le carte in gioco a livello complessivo, ci troviamo di fronte a un quadro mutato. Non nelle sue strutture portanti, certo, ma a livello dei suoi intimi processi e contraddizioni. Processi già da lungo avviati si sono visti accelerare inesorabilmente, contraddizioni aperte in tempi non sospetti si sono viste acuire. Nella trama complessiva dei rapporti economici, politici, sociali; non solo nello scontro tra classi, ma dentro le stesse classi; non solo nella competizione tra diversi blocchi sovranazionali di interessi capitalistici, ma all’interno di essi. In qualche modo, rispetto al mondo di prima, le condizioni di quello di oggi si sono potenzialmente avvicinate di un “passettino” a un punto di rottura. A sparpagliare le carte, d’altronde, il banco può saltare. Ma come? È l’interesse strategico dei militanti: la ricerca, la preparazione, l’assunzione soggettiva di questa possibilità di rottura. Esprimerne tatticamente la sua attualità, alle condizioni date. Praticarne rigidamente la prospettiva, dentro la tendenza. Strappare la rottura al piano inclinato dell’innovazione capitalistica, per ribaltarla in rottura autonoma, di parte. Trasformarla, quindi, in rivoluzione.
Lavoro: sciopero alla Electrolux di Susegana (Treviso), una delle fabbriche più del Veneto, perchè “con la mascherina non riusciamo a respirare”: braccia incrociate oggi, venerdì, su indicazione delle Rsu e Rls interne alla fabbrica di elettrodomestici (soprattutto frigoriferi), di proprietà della multinazionale svedese. Lavoratori e lavoratrici sono costretti a lavorare con le mascherine Ffp2, particolarmente pesanti e che rendono difficile lavorare in catena di montaggio.
I luoghi deputati al controllo dell’abnorme assorbono nel loro terreno separato la devianza, accettandola come tale e quindi assolvendo la funzione di normalizzare il contesto in cui la devianza si manifesta, spostandolo in un luogo in cui non possa interferire, neutralizzando il rischio che la “norma” possa risultare un valore relativo e discutibile, anziché un valore assoluto come deve continuare a presentarsi. Franco Basaglia, Condotte perturbate
8 maggio 2020. E’ la seconda persona ristretta nel penitenziario cittadino a perdere la vita: l’uomo era stato ricoverato alla fine di marzo e successivamente riportato in carcere nella sezione Covid, ma dopo la metà di aprile era tornato nei reparti del Sant’Orsola.
Podcast della radio-iniziativa dello scorso 28 aprile
Sono ormai passati due mesi dall’ultima volta che siamo saliti su una cima. Sessanta lunghi giorni in cui, in un modo o nell’altro, abbiamo cercato un’alternativa mentale alla grande passione che ci accomuna.La montagna è “sospesa”, messa in pausa, ma solo per noi. Oltre i muri delle nostre case, oltre i confini e le restrizioni, oltre il lockdown, le montagne cambiano di stagione, selvatiche, libere. Noi intanto viviamo di ricordi, attimi, immagini che hanno formato la nostra comunita’. E ancora una volta proviamo ad imparare, cambiare, osservare. Ancora una volta la montagna ci puo’ aiutare , senza presunzione, anche da quaggiù.
Lo scorso 28 aprile ci siamo concessi un’oretta di trasmissione radio sulle libere frequenze di Radio Onda d’Urto con ospiti, progetti, punti di vista, aggiornamenti dalle sezioni, racconti.. buon ascolto!
La Brigata Lia è nata dalle Brigate Volontarie per l’Emergenza Milano, iniziativa nata per supportare la popolazione durante l’emergenza Covid-19.
Come Brigata Lia ci occupiamo del Municipio 9. Mail a: brigatalia@gmail.com
DIFFONDIAMO SOLIDARIETÀ, NON FACCIAMO CARITÀ
Abbiamo passato anni, se non decenni, a sentirci ripetere il mantra del “privato è bello”, anni di politiche liberiste in cui coalizioni di ogni colore hanno governato in nome del profitto di pochi/e escludendo milioni di persone dal diritto ad una vita dignitosa.
Oggi, mentre un’élite continua a ingrossare i propri portafogli, il resto della popolazione vede peggiorare le proprie condizioni di vita anche in seguito ai pesanti tagli al welfare.
L’epidemia ha accelerato questo processo mettendo a nudo, in Lombardia in modo particolare, tutte le falle di un modello di sviluppo incompatibile con l’umanità e la natura.
Ci teniamo a ribadire che la Brigata Lia aiuta i/le dimenticati/e e gli/le abbandonati/e dal tritacarne del capitalismo, ma lo fa diffondendo solidarietà e giustizia sociale.
Non bastavano le “mascherine tricolori” di Casapound e le mascherine con il simbolo di Fratelli d’Italia. Ora ci sono anche quelle con la faccia di Benito Mussolino stampata sopra. Le produce un’azienda di Verona per i nostalgici fessi.
8 maggio 2020. Un 33enne siciliano viene sottoposto al TSO (trattamento sanitario obbligatorio) dopo essere stato fermato in macchina in giro per la città smegafonando che il virus non esiste e dovremmo tutti uscire di casa.
Conclusi i 7 giorni minimi di internamento è stato rilasciato, soprattutto grazie alle pressioni della famiglia.