Tag Archives: lockdown

Tunisia, dieci anni dopo la Rivoluzione i giovanissimi in piazza sfidano il coprifuoco

Le proteste nella zona del Parlamento a Tunisi

20 gennaio 2021

Il lockdown decretato il 14 gennaio – decimo anniversario della Rivoluzione – è stato letto come un lockdown politico e, in più, è durato solo 4 giorni. Questa misura è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché si aggiunge a tutti i problemi economici e sociali del paese e ha portato soprattutto i giovani a scendere in piazza.

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Se sono chiuse le eterotopie del sogno

di Paolo Lago

Oggi, a causa della pandemia, sono stati chiusi cinema e teatri, biblioteche e musei. Tutti questi spazi sono accomunati dal fatto di costituire, all’interno della nostra società, delle eterotopie.

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Palestina. Gaza in lockdown

corrispondenza da gaza

Corrispondenza da Gaza e dall’Italia sulla difficile situazione nella Sriscia e in Cisgiordania al tempo del Covid.

AUDIO: https://archive.org/download/ror-201104_1844-1925-palestinagaza_202011/ror-201104_1844-1925-PalestinaGaza.ogg

FONTE: http://www.ondarossa.info/redazionali/2020/11/gaza-lockdown


Stato di rianimazione

26 ottobre 2020

Continua ad avvitarsi la crisi generale – sanitaria, economica, istituzionale. La rivolta di Napoli, gli ospedali chiusi, il rinnovo dei contratti di logistica e metalmeccanici, le carceri. Siamo appena all’inizio. E comincia a sentirsi il puzzo dello spettro del semi-lockdown, che sarà peggio del primo.

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NAPOLI: “TU CI CHIUDI – TU CI PAGHI”. IN MIGLIAIA PER LE STRADE DURANTE IL PRIMO “COPRIFUOCO”.

24 ottobre 2020

Serata e nottata di proteste – e di scontri – a Napoli, in concomitanza con il via al “coprifuoco” notturno dalle ore 23 alle ore 05. Una misura disposta da un’apposita ordinanza regionale firmata dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, sulla scorta di quanto già deciso in Lombardia dal presidente del Pirellone, Attilio Fontana. Migliaia le persone che non hanno rispettato l’imposizione di rientrare nelle proprie abitazioni, sfilando in più punti della città. Nel mirino: palazzo Santa Lucia, sede della Giunta regionale della Campania.

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Napoli. “Tu ci chiudi, Tu ci paghi!” Proteste e scontri per il coprifuoco.

23 ottobre 2020

di Magnammece o Pesone

“Tu ci chiudi, Tu ci paghi!” Uno degli striscioni esposti nello spezzone di corteo diretto alla regione campania riassume forse meglio di ogni altra cosa le rivendicazioni e le tensioni sociali che sono esplose infine stasera. Migliaia di persone in piazza San Domenico (nella stragrande maggioranza con mascherine e attenzione a rifuggire ogni lettura “negazionista”), centinaia, forse un migliaio che poi si sono recate sotto la regione Campania in quella che è stata la prima violazione di massa del coprifuoco. Tensioni che sono divampate in momenti di scontro e di rabbia sotto palazzo Santa Lucia.

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Proposte di coprifuoco, ressa sui mezzi e code per i tamponi – Vicini a nuovi lockdown?

Proposte di coprifuoco, ressa sui mezzi e code per i tamponi – Vicini a nuovi lockdown?

20 ottobre 2020

Di ieri la notizia che la Lombardia ha chiesto il coprifuoco dalle 23 alle 5 al Governo centrale.

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Italia. Coprifuoco in Lombardia e in Campania.

Coprifuoco anti Covid anche in Italia, ipotesi chiusura ...

20 ottobre 2020. “Seconda Ondata” di Covid in Italia. I sindaci lombardi e la Regione Lombardia che teme a fine mese di ottobre la congestione dei reparti ospedalieri con stime di circa 600 ricoverati in terapia intensiva e fino a 4.000 in terapia non intensiva hanno chiesto al governo la possibilità di attuare coprifuoco a partire da giovedì 22 ottobre e fino al 13 novembre (vedi qui). L’ipotesi prevista è lo stop ad attività e spostamenti dalle 23 alle 5 e la chiusura dei centri commerciali di media e grande distribuzione nel fine settimana “tranne che per gli esercizi di generi alimentari e di prima necessità”. Come durante il passato lockdown nazionale sono previste delle categorie particolari che potranno continuare a muoversi durante la notte ma solo per recarsi al lavoro o per motivi di salute.
La Campania, intanto, che già aveva chiuso le scuole (consentendo l’apertura solo per nidi e asili dopo alcune proteste da parte dei genitori e dei lavoratori del settore: vedi qui e qui), attraversata da un alto numero di casi che aveva fatto decidere alcuni amministratori locali per mini-lockdown mirati (che avevano suscitato anche un blocco stradale da parte dei commercianti di Arzano, a Napoli, che la Lega e Fratelli d’Italia hanno cercato di strumentalizzare), ha chiesto anch’essa al governo un nuovo lockdown regionale, ovvero un coprifuoco totale con orari prestabiliti sull’esempio della Lombardia. Questo dovrebbe essere operativo a cominciare dalle 23:00 di venerdì 23 ottobre.


Francia. La notte non è tenera

Sull’hoverboard nel cortile deserto del Louvre

17 ottobre 2020

Coprifuoco. È una manifestazione esemplare del potere, l’occupazione poliziesca di uno spazio e di un tempo di libertà. La misura simbolicamente più odiosa e materialmente più inefficace che l’emergenza sanitaria abbia riesumato

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Milano si ammala, scenari di un possibile lockdown

Milano si ammala, scenari di un possibile lockdown

15 ottobre

Ora ad avere paura è Milano. A differenza della prima ondata, questa volta il grande malato lombardo è il capoluogo. È nelle corsie degli ospedali milanesi che si vede il ritorno del virus.

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Covid riot, il virus della rivolta. Rabbia nelle città per le restrizioni

Covid riot, il virus della rivolta. Rabbia e frustrazione nelle città per le

Di fronte alle nuove restrizioni attuate da vari stati e in alcune città, nascono spontaneamente e un po’ dovunque proteste e manifestazioni contro le misure dei governi e delle amministrazioni locali, viste come un tentativo di nascondere le proprie inefficienze e un modo per colpire selettivamente i quartieri e gli strati popolari più poveri.
Chi governa e chi gestisce l’informazione ufficiale lancia già segnali di preoccupazione per la tenuta dell'”ordine pubblico”. Altri recuperatori della politica cercano di imbrigliare le proteste e farsi portavoce soprattutto della componente della classe media (ristoratori, commercianti, albergatori, negozianti) che non nascondono i propri malumori.
Riproduciamo un articolo dai media mainstraem.

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Mascherine obbligatorie in Campania e Calabria (e non solo): «Mille euro di multa a chi cammina senza»


25 settembre 2020 – Risalgono i contagi da Covid-19 dopo il calo estivo. In alcuni stati d’Europa torna l’obbligo della mascherina anche all’aperto, ad esempio nella Repubblica Ceca e in molte zone della Francia. Anche in Spagna la comunità autonoma di Madrid ha deciso di estendere le restrizioni alla mobilità nella città con misure che interessano più di un milione di persone, che hanno anche provocato diverse proteste perché considerate come un “confinamento classista” che interessa solo le zone più povere della capitale. L’Inghilterra dal canto suo, dopo aver effettuato un nuovo lockdown “parziale” che vede coinvolti più di 2 milioni di abitanti, già pensa a un nuovo lockdown nazionale, sull’esempio di Israele che è stato il primo stato del mondo ad imporre una seconda chiusura totale. Ed anche in Italia dopo la fine del lockdown si registra un record di contagi riscontrati: circa 1.900 al 25 settembre e quasi 3.000 focolai attivi. Nelle scuole circa 400 quelle colpite e una quarantina di istituti chiusi. Alcuni comuni (ad esempio Foggia, Polignano (Bari), Formia in provincia di Latina, il centro storico di Genova ed altre zone della Liguria come i comuni della Lunigiana) hanno reintrodotto l’obbligo di portare la mascherina anche fuori dai luoghi al chiuso. L’esempio è stato ripreso dal governatore Vincenzo De Luca, che ha reso questa pratica obbligatoria sull’intero territorio della regione Campania attraverso una apposita ordinanza. Introducendo multe fino a mille euro. “Dopo l’ordinanza di ieri ci sono 24 ore di tolleranza sulla mascherina, poi devono partire con multe da mille euro (…). Se nei prossimi tre-quattro giorni – ha detto De Luca in diretta facebook – verifichiamo con gli epidemiologi che la curva del contagio non si stabilizza e non scende, chiuderemo tutto, senza dati tranquillizzanti cominciamo a prendere in mano questioni come la movida, senza nessuna esitazione”.
La Campania è stata poi subito imitata anche dalla Calabria. E come sembra presto anche il Lazio potrebbe seguire la stessa strada delle due regioni. Intanto, dopo Lucoli, frazione dell’Aquila (Abruzzo), Aidomaggiore, piccolo paese di 430 abitanti in provincia di Oristano (Sardegna) è il secondo comune dopo la fine del lockdown in Italia a diventare interamente zona rossa, con la reintroduzione dell’autocertificazione obbligatoria per uscire di casa. Il Governo nega di pensare ad un nuovo lockdown nazionale e pensa a zone rosse localizzate, mentre si prepara a prolungare fino alla fine dell’anno lo “stato di emergenza” in scadenza il 15 ottobre.


Pandemia di classismo, a Madrid il lockdown riguarda solo i poveri

23 settembre 2020

Madrid. L’amministrazione di destra, oltre ad aver sottovalutato il primo stato d’allerta della pandemia, ha deciso un confinamento solo per le periferie dove vivono soprattutto immigrati e altre persone appartenenti alle fasce sociali più svantaggiate

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La fase e la pandemia

L’esperienza del lockdown ha forse solo rafforzato, in coloro i quali sanno leggere la fase, la consapevolezza di un adagio che tiene banco tutt’ora nello sproloquio polemico che passa sotto il nome di dibattito politico, ossia la responsabilità individuale di ogni singolo per il buon andamento della società. Se da un lato è innegabile che il piccolo gesto quotidiano reiterato nel tempo da un numero crescente di persone crea problemi, dall’altro questo assunto viene distorto e reindirizzato su corpo sociale come giustificazione per ogni situazione negativa. È un po’ come la faccenda dei rifiuti: se da un lato c’è chi li butta in ogni dove dall’altro si pretende che il comportamento del singolo sopperisca all’inerzia dell’industria di abbandonare alcuni materiali pericolosi, o peggio che il singolo si trasformasse in una sorta di micro-centrale di smistamento. Questo piccolo esempio è per inquadrare la fase, incentrata sulla responsabilizzazione del corpo sociale per quanto concerne le azioni delle varie governances.[1]

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Senza spazi liberati, nessuna comunità umana; senza comunità umana, nessun futuro possibile

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Lockdown. Una parola dal suono minaccioso che in italiano potrebbe tradursi con “isolamento”, “chiusura”. Definisce un protocollo di emergenza questa volta avviato dalle autorità per far fronte alla crisi sanitaria, che impedisce alle persone di muoversi liberamente da un posto all’altro.

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