Tag Archives: Amazon

Con la pandemia i ricchi diventano più ricchi

26 novembre 2020

Aggirando i contratti, precarizzando il lavoro e lucrando sui servizi essenziali, il patrimonio netto dei 647 miliardari degli Stati uniti è cresciuto di quasi 960 miliardi di dollari dall’inizio della crisi sanitaria a oggi.

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Tra sussunzione reale e formale. Effetto Covid sull’economia delle piattaforme

10 novembre 2020, di Augusto Illuminati

La mescolanza di sussunzione formale e reale che caratterizza molti settori del più moderno capitalismo, in particolare di piattaforma, definisce una nuova composizione di classe già visibile nelle lotte Continue reading


Resistere allo sfruttamento di Amazon

Amazon

Pubblichiamo un articolo scritto da Jake Alimahomed-Wilson ed Ellen Reese pubblicato su Jacobin Mag.

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Uno sciopero essenziale. Intervista a un lavoratore Amazon Piacenza sulle lotte durante la pandemia

8 ottobre 2020

Pubblichiamo un’intervista a Gianpaolo, che lavora da otto anni nel magazzino Amazon di Piacenza (MXP5) e ha partecipato a settembre all’assemblea di Amazon Workers International di Lille, a cui hanno preso parte lavoratori e lavoratrici dei magazzini di Amazon da Francia, Germania, Polonia e Stati Uniti. Nei mesi della pandemia, l’organizzazione transnazionale dei lavoratori e delle lavoratrici di Amazon ha fatto un salto in avanti, con un’ondata di proteste e scioperi che ha scosso i magazzini di tutto il mondo e una serie di prese di posizioni comuni e di rivendicazioni condivise a livello transnazionale che hanno spaventato l’azienda, costringendola a reagire.

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Due fronti contrapposti: Amazon e l’organizzazione transnazionale in tempi pandemici

25 settembre 2020
da TRANSNATIONAL SOCIAL STRIKE PLATFORM

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A novembre 2019 abbiamo pubblicato il giornale Strike the Giant! Organizzazione transnazionale contro Amazon. Pochi mesi più tardi è cominciata la pandemia globale.

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Il Covid arricchisce i giganti: «Multinazionali da record»

Il Covid arricchisce i giganti: «Multinazionali da record»

Dopo il rapporto di aprile «Dignità, non miseria», in cui Oxfam stimava per gli effetti della pandemia 500 milioni di poveri in più nel pianeta (una soglia fissata dalla Banca Mondiale a meno di 1,9 dollari al giorno…), il nuovo rapporto di settembre «Potere, profitti e pandemia» illumina invece l’impennata dei guadagni, già abitualmente da capogiro, delle 32 multinazionali più grandi del globo. Ben 109 miliardi di dollari in extra-profitti, attesi in questo 2020, rispetto alla media dei quattro anni precedenti. Si va dagli over the top Google, Apple, Facebook e Amazon fino ai giganti farmaceutici, realtà che non hanno subito gli effetti recessivi del Covid, e anzi hanno visto crescere ulteriormente i loro guadagni. Utili che però, secondo la confederazione internazionale di organizzazioni non profit impegnate alla riduzione della povertà globale, non saranno redistribuiti nell’economia reale. Al contrario, saranno destinati in massima parte (l’88%) agli azionisti, «arricchendo in gran misura chi è già ricco».

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Più digitali, meno umani

7 settembre 2020

Dal 2019 le vendite di Amazon hanno superato quelle di Walmart, il più grande supermercato del pianeta. Con la pandemia, poi, sono cresciute in modo esponenziale, facendo di Jeff Bezos l’uomo più ricco del mondo con una fortuna personale stimata in poco meno di due miliardi di dollari. Nel luglio scorso, Amazon, Google, Facebook e Apple – con Microsoft, le prime cinque imprese tecnologiche del pianeta – sono state chiamate a rispondere all’accusa di utilizzare gravi scorrettezze e pratiche monopoliste contro i competitor minori, i clienti e i consumatori in un’audizione, durata diverse ore, di fronte al Congresso degli Stati Uniti. Ne ricaveranno, probabilmente, poco più di un rimprovero e poi quella non è certo l’accusa più grave che si possa muovere al “capitalismo delle piattaforme” mentre sembrano crollare i nodi strutturali dell’economia, ma quelle accuse vorranno pur dire qualcosa per chi ha fatto una religione della “libertà del mercato”. In questo articolo, Aldo Zanchetta indica invece, anche grazie a pochi cenni di storia, alcune delle questioni cruciali che riguardano i pericoli insiti nelle relazioni umane con le tecnologie. Lo fa, in estrema sintesi, con un riferimento assai solido al pensiero illuminante quanto anticipatore di Ivan Illich. Un esempio? Nel lontano 1972 il Massachussets Institute of Technology stilò, su commissione del Club di Roma, un notissimo documento intitolato “I limiti dello sviluppo”. Invitava a mitigare lo sviluppo industriale per ridurre il consumo di risorse “non rinnovabili” e a realizzare il passaggio graduale a una economia basata sulle nuove tecnologie digitali, immateriali. Illich non era certo fautore di una società ad alta intensità di merci, ma dissentiva sostenendo che gli effetti che sarebbero derivati dalle tecnologie digitali sulle menti sarebbero stati più gravi di quelli materiali causati dalla produzione industriale. Parecchi anni dopo precisò il suo pensiero: a proposito del declino dell’era degli strumenti apparsi con l’uomo, sostituiti poco a poco dai sistemi, spiegò che se i primi erano come una protesi della mano, coi sistemi era l’uomo a divenire protesi

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Ecco Amazon: Sorveglianza di massa, licenziamenti e lotta ai sindacati. Nuove rivelazioni inchiodano la società di Bezos

Ecco Amazon: Sorveglianza di massa, licenziamenti e lotta ai sindacati. Nuove rivelazioni inchiodano la società di Bezos

Recentemente Amazon ha dotato le sue telecamere di sicurezza di una sofisticata intelligenza artificiale per garantire che i dipendenti rispettino le misure di allontanamento sociale imposte dalla pandemia Covid-19, riporta il rapporto.
La funzione principale delle telecamere, installate nei magazzini dell’azienda, è quella di prevenire i furti e controllare che i dipendenti si dedichino esclusivamente alle loro funzioni. Il sistema di sorveglianza va oltre i magazzini: esiste anche un “software” di navigazione utilizzato per consigliare i percorsi ai conducenti e monitorare il loro percorso per assicurarsi che seguano il percorso suggerito da Amazon.

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Paperoni sempre più ricchi. Il Covid accresce le disuguaglianze

La ricchezza dei primi 12 miliardari americani è cresciuta del 40% da marzo ad oggi. Jeff Bezos, patron di Amazon, resta il più ricco al mondo

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Dall’emergenza Covid all’assassinio di Floyd. Cartolina da New York

24 giugno 2020

Vivo nel Queens, un quartiere di New York. È uno dei posti con la popolazione più eterogenea del mondo, ed è stato colpito molto duramente dall’epidemia da Covid; da noi, questa tragedia è stata molto legata alle questioni di razza e di classe. Fin dall’inizio, la gente ha iniziato ad attivarsi in reti di mutuo aiuto: nella mia zona un programma per i senza tetto di matrice religiosa è stato travolto dall’aumento di persone bisognose di cibo e ha iniziato a essere sostenuto da un centro sociale di autonomi, per aumentarne la capacità di risposta. Il cibo non  avanza mai e spesso devono mandare via la gente a mani vuote. A donare sono grandi corporation, piccole aziende agricole, ristoranti, e anche gente comune che dona soldi. Lo Stato di New York ha fatto passare una moratoria sugli sfratti, ma ora che questa misura sta per finire ci sono ancora troppi nuovi disoccupati. Almeno quarantaquattro milioni di persone negli Stati Uniti hanno perso il lavoro (e chi è senza documenti non rientra in questa cifra), e solo nell’ultima settimana più di tre milioni di persone hanno fatto richiesta per la disoccupazione. Non si sa per quanto tempo continueranno queste donazioni di cibo. Dobbiamo sviluppare delle risposte sostenibili alla fame.

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L’impatto dell’emergenza Covid sul settore marittimo-logistico. Nel porto di Genova lo pagano i lavoratori

26 maggio 2020

Passando in rassegna la letteratura specialistica e le newsletter di settore, sembra che l’emergenza sanitaria da Covid-19 abbia aumentato la consapevolezza tra gli addetti di come un tale shock, colpendo uno degli anelli della catena, possa provocare un impatto di natura sistemica. Secondo alcuni osservatori il processo di de-globalizzazione subirà un’accelerazione, ma altri sostengono che si assisterà piuttosto a una riconfigurazione delle catene di fornitura. Coloro che  ribadiscono la fragilità delle catene prevedono una crescita del settore della logistica a causa dell’aumento esponenziale di domanda di consegne a domicilio e dell’e-commerce, il cui valore potrebbe raggiungere oltre quattromila miliardi di dollari entro il 2021, il doppio di quello che era nel 2017.

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Stati Uniti: a New York militarizzazione dei quartieri poveri

Mentre il numero dei morti sta velocemente raggiungendo quota 70 mila, il virus e’ arrivato fin dentro la Casa Bianca costringendo alcuni membri della Task Force a mettersi in quarantena. Intanto alcuni media hanno rivelato come l’amministrazione Trump abbia ostacolato la pubblicazione di un documento creato dal Centers for Disease Control and Prevention.

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Più Covid uccide più Amazon guadagna. Continua a far rischiare i suoi dipendenti e a non pagare tasse.

Di Checchino Antonini

Non solo Bezos è titolare del brand che vale di più al mondo, ma il titolo della sua compagnia Amazon vola incontrastato in borsa: nella seduta dello scorso 14 aprile il prezzo ad azione aveva raggiunto la cifra record di 2.283 dollari (era 2.170,22 dollari il 19 febbraio). E l’emergenza globale in corso ha contribuito a rendere ancor più evidente quanto Amazon sia l’infrastruttura principe del mercato, indispensabile sia per i consumatori sia per gli stessi concorrenti. Tutto ciò mentre il colosso di Seattle pratica normalmente il predatory pricing (una strategia tariffaria in cui i prezzi di beni o servizi vengono inizialmente fissati ad un prezzo molto basso con l’intento di limitare la concorrenza e creare barriere all’ingresso per poi procedere al successivo rialzo in fase di monopolio).

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1° Maggio. I lavoratori in lotta in tutto il mondo sfidano Covid-19 e repressione

Photos: Workers Across The World Mark May Day, Even During Coronavirus

Riprendiamo qui il Comunicato del SI Cobas sul 1° maggio nel mondo.

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Pandemie, capitalismo e sorveglianza

Questi ultimi mesi hanno segnato un drastico e assolutamente imprevisto cambiamento di abitudini e innescato scenari inediti con cui tutte e tutti noi stiamo cercando faticosamente di fare i conti.

Ma la tragedia non è per tutti. Mentre si gioca con la vita dei lavoratori in nome della tenuta economica del paese, mentre tante e tanti di noi si chiedono come sopravvivere, come sempre qualcuno ci guadagna. E molto.

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