Con la pandemia i ricchi diventano più ricchi

26 novembre 2020

Aggirando i contratti, precarizzando il lavoro e lucrando sui servizi essenziali, il patrimonio netto dei 647 miliardari degli Stati uniti è cresciuto di quasi 960 miliardi di dollari dall’inizio della crisi sanitaria a oggi.

La crisi economica provocata dal Covid-19 poteva essere evitata. Per la destra ciò sarebbe potuto avvenire negando del tutto la realtà del virus, riaprendo tutto senza precauzioni e facendo salire alle stelle il bilancio delle vittime. Ciò è disumano e indifendibile. Ma la crisi avrebbe potuto essere scongiurata anche in un altro modo: utilizzando denaro pubblico per pagare le persone permettendogli di restare a casa e prevenendo i licenziamenti.

Questa nazione straordinariamente ricca avrebbe potuto permettersi di prendere quella strada. A cosa serve la ricchezza di una nazione se non per salvare la società dalla catastrofe? Invece, il governo federale ha abbandonato gli statunitensi senza un adeguato sostegno economico, mentre i governi statali e locali hanno effettuato blocchi timidi che sono stati allo stesso tempo economicamente punitivi e infruttuosi nel fermare la diffusione del virus.

Così abbiamo avuto il peggio di entrambi i modelli: disagio economico diffuso e contagio incessante. Come risultato di questa disastrosa non-strategia, non solo Covid-19 ha ucciso più di un quarto di milione di persone, ma venticinque milioni di statunitensi hanno perso il lavoro o hanno visto svanire una parte significativa del loro reddito. A ottobre, otto milioni di americani erano stati spinti nella povertà. I ricercatori della Northwestern University stimano che quasi una famiglia su quattro abbia sperimentato l’insicurezza alimentare durante la pandemia.

Solo che la pandemia non ha penalizzato tutti. Questo mese, l’Institute for Policy Studies (Ips) ha pubblicato un rapporto intitolato Billionaire Wealth vs. Community Health: Protecting Essential Workers from Pandemic Profiteers. I suoi autori hanno stabilito che da marzo 2020 il patrimonio netto totale dei 647 miliardari del paese è cresciuto di quasi 960 miliardi di dollari. A quel ritmo, è probabile che mentre state leggendo questo articolo, quella cifra avrà superato i mille miliardi di dollari. Lo statunitense medio può essere generoso in modo insensato con i padroni della nazione, riconoscendo spesso la buona fede e concedendogli il beneficio del dubbio. Forse le persone più ricche del paese hanno meritato di rastrellare altri trilioni di dollari nel corso della pandemia, secondo una linea di pensiero comune, perché hanno reso un servizio utile alla società in questo momento difficile.

Questa presunzione di innocenza non tiene conto del fatto che i modelli di business della maggior parte delle aziende che queste élite o di quelle in cui investono si basano sulla soppressione dei costi del lavoro, sull’elusione delle tasse e delle normative e sulla cancellazione dei contratti.
Prendiamo Instacart, ad esempio, il cui fondatore e amministratore delegato trentenne Apoorva Mehta è uno dei dieci miliardari che ha tratto maggior profitto dalla pandemia, secondo il rapporto dell’Ips. All’apparenza, sembra che Instacart guadagni perché fornisce generi alimentari a casa delle persone, un servizio molto richiesto durante i blocchi. Ma in realtà Instacart fa profitti, come Uber e Lyft, inquadrando i lavoratori che acquistano e consegnano quei generi alimentari come lavoratori autonomi, il che gli permette di sottrarsi alle proprie responsabilità nei loro confronti. Il denaro che Instacart, e per estensione Mehta, ha guadagnato durante la pandemia non è solo pagato da un cliente per un servizio utile, è denaro che l’azienda ha risparmiato su salari e benefit per il lavoratore che ha svolto il servizio.

Tra gli altri dieci miliardari elencati dal rapporto Ips ci sono Jeff Bezos di Amazon, la cui ricchezza è cresciuta di 70 miliardi di dollari; la famiglia Walton di Walmart, la cui ricchezza è cresciuta di 48 miliardi di dollari; e John Tyson di Tyson Foods, la cui ricchezza è cresciuta di 600 milioni di dollari.

Queste aziende pagano salari bassi, risparmiano sui benefit, danneggiano i sindacati, si vendicano con gli informatori e utilizzano scorciatoie legali che si traducono in condizioni di lavoro non sicure. Tutto questo in tempi ordinari. In tempi di pandemia, la loro natura anti-sindacale è vistosamente esagerata, come quando Amazon ha licenziato e poi presumibilmente cospirato per denigrare pubblicamente il magazziniere Chris Smalls che cercava di proteggere i suoi colleghi dall’infezione da Covid-19, o quando i manager di Tyson gestivano un pool di scommesse su quanti lavoratori avrebbero contratto il virus. Walmart, nel frattempo, si rifiuta di fornire un corrispettivo per il rischio ai suoi lavoratori che continuano a interagire con il pubblico durante una pandemia mortale.

Anche i giganti del private equity Blackstone, Leonard Green & Partners, Cerberus Capital e Kohlberg Kravis Roberts & Co. compaiono nel rapporto Ips. Possiedono i vari pezzi della nostra infrastruttura sanitaria, hanno tutti aumentato la ricchezza dei loro proprietari e investitori miliardari durante la pandemia e sono stati tutti accusati di tagli dei costi motivati dal profitto a scapito dei pazienti e degli operatori sanitari.

Qualcuno potrebbe pensare di elogiare queste aziende per aver fornito un servizio vitale in tempi strazianti, per il quale meritano i loro guadagni. I dirigenti miliardari sicuramente apprezzerebbero. Oppure potremmo reclamare un servizio sanitario nazionale pagato da tasse progressive, considerando una crisi di salute pubblica come un mandato per proteggere i molti piuttosto che un’opportunità per arricchire alcuni tagliando gli angoli.

Con un trilione di dollari si può fare molto. Si potrebbero mantenere i salari ai livelli pre-crisi per tutti i lavoratori negli Stati uniti, consentendo alle persone di restare a casa per quattro mesi e fermare la diffusione del virus. Invece, quella ricchezza è finita nei conti bancari personali delle persone più ricche che il mondo abbia mai conosciuto, mentre le code per il cibo si estendono per miglia, gli ospedali raggiungono la loro capacità massima e la miseria inghiotte milioni di persone.

*Autore: Meagan Day, è staff writer a JacobinMag. Ha scritto Bigger than Bernie: How We Go from the Sanders Campaign to Democratic Socialism. Questo articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è a cura della redazione.

FONTE: https://jacobinitalia.it/con-la-pandemia-i-ricchi-diventano-piu-ricchi/


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