Questo 28 luglio, tutti i giornali borghesi elogiavano il gruppo PSA ed il suo amministratore delegato, Carlos Tavares. I risultati della sua linea politica? Venticinquemila licenziati per il gruppo, posti di lavoro persi e 595 milioni di euro di profitti netti per il primo semestre del 2020!
Ieri Adl Cobas Emilia-Romagna e rete Professionisti Spettacolo e Cultura – Emergenza Continua davanti alla sede dell’Inps: “E’ la esplicita conferma di quanto i settori e i lavori più precari non abbiano avuto una vera risposta a questa crisi”.
Questa la classificazione che viene fuori dagli atti del Comitato tecnico scientifico, desecretati in questi giorni: si parla del verbale del 9 aprile. Un paio di mesi dopo scoppiano i focolai alla Bartolini e alla Tnt di Bologna.
5 agosto 2020. Oggi saremo, a partire dalle 17, davanti ai cancelli della Brt, a ribadire che salute e sicurezza dei lavoratori contano più dei loro profitti! A fronte di un caso positivo al covid e 15 lavoratori in quarantena preventiva, ancora non sono stati eseguiti i tamponi all’intero personale, unica maniera per avere il quadro sanitario reale in magazzino, tutelare la salute di tutti e fare vera opera di prevenzione. Invece la Brt tace, trincerandosi dietro l’apparente applicazione dei protocolli e negando un confronto col sindacato.
È venerdì mattina, sono circa le nove, e sotto a un sole già cocente e la puzza di scarico una trentina di operai lavora alla ristrutturazione del varco Sant’Erasmo, all’interno del porto di Napoli. Entro ostentando la macchina fotografica e i responsabili della sicurezza mi lasciano passare senza chiedermi il documento. Beneficia con me del privilegio il sindacalista con cui sono in macchina, che proprio nelle ore successive sarà impegnato a contestare all’azienda un provvedimento disciplinare nei confronti di C., lavoratore portuale, reo di aver infangato l’immagine della sua ditta dichiarando che da mesi non vengono concessi ai lavoratori né guanti né mascherine chirurgiche anti-Covid.
Oggi, giovedì 30 luglio 2020, conferenza stampa davanti agli Spedali Civili di Brescia indetta da diverse realtà sociali e politiche del territorio cittadino. “Non sta andando tutto bene – Dossier collettivo sulla pandemia nel bresciano” (qui scaricabile) è il titolo del libro bianco che verrà pubblicato oggi in formato pdf anche sul sito di Radio Onda d’Urto e che viene presentato alla stampa dalle realtà che lo hanno redatto. Un documento a memoria di cosa è accaduto durante la pandemia nel bresciano, delle esperienze personali e delle responsabilità del disastro di gestione del contagio, che raccoglie le testimonianze di singoli cittadini e di collettivi politici intervenuti durante l’assemblea pubblica cittadina svoltasi lo scorso 27 giugno.
Da anni, nei distretti agroindustriali del territorio Italiano, le lavoratrici e i lavoratori immigratx portano avanti con tenacia una lotta contro lo sfruttamento e per la libera circolazione, contro le leggi che limitano sempre di più le libertà di chi vive in questo paese con ricatto del permesso di soggiorno e del contratto, che spesso non ci sono. Una lotta per ottenere documenti, case e contratti di lavoro regolari, che da anni va avanti nella provincia di Foggia così come nella piana di Gioia Tauro e nell’area di Saluzzo, e in molti altri luoghi dove i giganti della frutta e della verdura fanno grandi profitti sulle spalle dei e delle braccianti.
23, 24 e 25 luglio 2020: Tre giorni di informazione e lotta che hanno visto la riuscita realizzazione di altrettanti punti informativi in giro per la città di Torino, in ordine cronologico presso il mercato di piazza Foroni, nella centralissima via Po, ed infine a porta Palazzo.
[Pubblichiamo a puntate la traduzione in italiano, a cura di Ecor.network, del dossier “Voci del territorio. Come la industria mineraria mondiale sta beneficiando della pandemia COVID-19“, redatto da Earthworks (USA), Institute for Policy Studies – Global Economy Program (USA), London Mining Network (UK), MiningWatch Canada, Terra Justa, War on Want (UK), Yes to Life No to Mining.
Il dossier offre una panoramica internazionale – aggiornata al 1° giugno 2020 – sull’aggressione dell’estrattivismo minerario contro i territori, intensificata durante l’entendersi della pandemia assieme alla violenza necessaria per imporla.
Descrive come le attività minerarie siano diventate fonte di contagio per le comunità, di come siano state esentate dai vincoli del lockdown, e di come gli Stati, in nome della recessione mondiale alle porte, stiano operando una profonda opera di deregulation delle attività estrattive.]
Complessivamente, tra ospiti e operatori, al primo luglio nel territorio metropolitano, imolese escluso, si contavano 1.097 diagnosi di Covid-19. E scoppia un nuovo focolaio. In città mortalità complessiva nei primi cinque mesi dell’anno sopra le attese del 13,2%. Intanto, in Emilia-Romagna, da tre settimane continua a salire il numero dei pazienti attualmente positivi al tampone.
Dopo una maratona di cinque giorni è stato nella notte sul recovery plan. L’elargizione dei fondi sarà subordinata a tagli alla sanità, alla ricerca, alla riconversione energetica. I soldi devono generare altri soldi non salute e benessere per le persone.
Questi fondi verranno pagati a duro prezzo dagli europei poveri.
Di seguito un commento a caldo all’economista Francesco Fricche.
A lanciare l’allarme sulla incidenza del Covid 19 nel nostro paese, questa volta sono i virologi o le autorità sanitarie ma gli economisti della Banca d’Italia.
Nella notte tra il 6 e il 7 luglio, il consiglio dei ministri ha approvato salvo intese il decreto legge Semplificazioni, noto anche con il nome di Italia Veloce. Euforici, in particolare, Italia Viva e il Movimento 5 Stelle. Il decreto, che trae ispirazione da alcune delle proposte avanzate dalla commissione che ha presentato il Piano Colao, prevede procedure semplificate e restrizione dei termini per la realizzazione di opere pubbliche, dalla costruzione di reti ferroviarie all’edilizia scolastica, dalla banda larga alla costruzione di metanodotti. Tali semplificazioni riguardano la normativa in materia ambientale e di contratti pubblici e, complessivamente, contribuiranno a rendere sì più veloce, ma anche meno trasparente e democratico l’iter di costruzione di opere pubbliche già oggi estremamente vulnerabile a infiltrazioni criminali e speculazioni.
Molti elementi risultano analizzati in modo parziali e spesso non connessi con il contesto regionale, omettendo la necessità emersa molto chiaramente con l’epidemia di una totale revisione del sistema socio -assistenziale regionale.