I primi risultati della Commissione d’inchiesta regionale sul PAT.

Sconfortante.

E’ sconfortante vedere i titoli dei giornali online sulle prime risultanze della Commissione d’inchiesta regionale sulla gestione dell’emergenza Covid all’interno del Pio Albergo Trivulzio.

L’aspetto unificante degli articoli, ovvero quello che rimarrà ben impresso nella mente dei lettori è uno e uno solo: l’assenteismo dei lavoratori.

Questo sostanzialmente l’elemento più chiaro che sembra emergere dal lavoro dei commissari.

Certo, se poi si legge la relazione, redatta in un linguaggio non sempre scorrevole e comprensibile, ci si rende conto che sono state rilevati altri errori e limiti di gestione come per esempio i pochi tamponi cui è stato sottoposto il personale del PAT (21% rispetto a una media di circa 40% di tamponi nelle strutture pubbliche) e la lentezza nel prendere coscienza dell’importanza di far indossare a tutti le mascherine e gli altri strumenti di protezione. Altra nota dolente è il fatto di aver ospitato pazienti non ufficialmente malati di Covid solo perché così dichiaravano le strutture di provenienza e questo semplicemnte perché nessuno di loro aveva i sintomi e non perché fossero stati sottoposti a tampone.

A restare indelebilmente impressa in mente è pero solo la seguente frase: “L’assenteismo lavorativo mostra livelli piuttosto elevati già in condizioni ordinarie nelle varie strutture del PAT ma ha raggiunto livelli straordinari durante l’emergenza: in alcuni reparti e per alcune figure le assenze hanno interessato il 65% della forza lavoro” in quella che sembra emergere come l’unica accusa veramente chiara ed esplicita dell’inchiesta.

Pochi ricordano però che, in quel periodo, in moltissimi luoghi di lavoro erano le stesse direzioni aziendali, impossibilitate a sottoporre o fornire tamponi ai lavortori a consigliare di mettersi in malattia ai primi sintomi problematici. A questo va aggiunta la paura e la consapevolezza dei lavoratori e delle lavoratrici di trovarsi ad affrontate un’emergenza gigantesca in condizioni non proprio ottimali.

Quello che amareggia dell’emergenza Covid, oltre al fatto che molti già vorrebbero dimenticare è la solitudine in cui si trovano in questo momento le famiglie che hanno avuto un lutto.

A questo va aggiunta quella che al momento sembra solo una sensazione, ma che temiamo non troverà una smentita nei fatti, ovvero il fatto che nel nostro paese quasi mai nessuno paga se non qualche occasionale capro espiatorio di livello medio o basso. Insomma, chi comanda non è mai responsabile e vige l’arte dello scaricabarile.

Temiamo che in questo e in altri casi i lavoratori, essendo l’ultima ruota del carro diventeranno il facile capro espiatorio.

Del resto, come dicevamo poco tempo fa, la sanità lombarda è una vera e propria gallina dalle uova d’oro indiscutibile e inattaccabile.

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FONTE: https://milanoinmovimento.com/primo-piano/pio-albergo-trivulzio-le-colpe-scaricate-sui-lavoratori