23 aprile 2021 -La nota del Comitato tecnico scientifico uscita dopo l’ultimo decreto, dove si afferma chiaramente che la scelta del “coprifuoco” attuata in questi mesi (e confermata), sia stata strettamente politica, quindi non avesse nessun criterio medico- scientifico, delinea un quadro estremamente grave.
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Tunisia, dieci anni dopo la Rivoluzione i giovanissimi in piazza sfidano il coprifuoco
20 gennaio 2021
Il lockdown decretato il 14 gennaio – decimo anniversario della Rivoluzione – è stato letto come un lockdown politico e, in più, è durato solo 4 giorni. Questa misura è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché si aggiunge a tutti i problemi economici e sociali del paese e ha portato soprattutto i giovani a scendere in piazza.
COPRIFUOCO, MILITARIZZAZIONE E REPRESSIONE IN GRECIA
18 dicembre 2020 – Il coinvolgimento dell’esercito nell’Ovest dell’Attica è stato annunciato ieri dal viceministro della Protezione civile di N. Hardalia, con il pretesto di combattere casi incontrollati di coronavirus nell’area. Il blocco universale, l’estensione del coprifuoco (dalle 18:00 del pomeriggio alle 5:00 del mattino) e la mobilitazione delle forze armate decise ieri, delineano il “regime di emergenza” che è venuto per restare, e pilota la sua applicazione contro gli abitanti dei quartieri poveri e industriali dell’Attica occidentale, una delle zone più industrializzate dell’area metropolitana di Atene.
Bologna. Lavoratrici/ori in sciopero notturno: multate/i per violazione del coprifuoco
7 dicembre 2020
Bologna. Multate per aver scioperato. E’ successo all’Interporto durante una protesta delle/gli operaie/i Gsi: 26 persone sanzionate con 400 euro a testa dai Carabinieri. Ma se si può lavorare si può anche scioperare.
Cesena. “No al coprifuoco”, la protesta vergata sui muri
28 novembre 2020 – Cesena. C’è qualcuno che non sopporta più dover rientrare a casa entro le 22, non poter vedere amici a casa o non andare a prendere un caffè sedendosi al bar. E la maniera più plateale per comunicarlo è stato scriverlo su un muro, accanto al ponte dell’ipercoop. Un muro che attira molta attenzione, perché sotto scorre la via Emilia e perché la zona è particolarmente frequentata. E’ quello che solitamente un gruppo di tifosi del Cesena lo usa come megafono per sostenere o criticare la squadra.
In questi giorni è spuntata una scritta contro il coprifuoco imposto per arginare gli spostamenti notturni e limitare i contagi da covid. “Il capitalismo è il virus – si legge – no al coprifuoco”.
FONTE: https://www.cesenatoday.it/cronaca/no-al-coprifuoco-quando-il-malumore-si-trasforma-in-vandalismo-la-protesta-vergata-sui-muri.htmlAnarchici contro il coprifuoco bloccano il traffico davanti al Santuario di Saronno
Di seguito la notizia fornita dai giornali mainstream
Da dove arriva la rivolta anti-coprifuoco, chi c’è dentro e dove porterà
30 ottobre 2020, da infoaut
Condividiamo questo interessante testo apparso su Esquire firmato da Paolo Mossetti che ci sembra individuare bene alcuni temi del dibattito sulle piazze che in questi giorni stanno attraversando il paese. Abbiamo trovato convincente la sua lettura sull’ambivalenza delle piazze e sui problemi che pogono in termini di comprensione delle stesse, di “agenda politica” e “ideologia condivisa”. Ci sembra che l’autore però si soffermi meno su due questioni che riteniamo baricentrali nella riflessione: da un lato il fatto che queste piazze siano in qualche modo per la prima volta l’emersione di un “sociale” nella pandemia in Italia, con una propria richiesta di reddito (declinata in maniera contraddittoria) e una propria forza capace di imporre un’agenda politica di redistribuzione (più o meno interclassista, più o meno sporca) e dall’altro una riflessione sul rapporto tra queste proteste e la dimensione più generale della questione della salute come fatto sociale complessivo nella pandemia. Buona lettura!
DOPO 8 MESI DI CORONAVIRUS ESPLODE LA PROTESTA
30 ottobre 2020, di Laboratorio Politico Iskra
Negli ultimi giorni, a partire dalla sera di Venerdì 23, è finalmente esplosa la protesta attorno alle misure relative al contenimento del contagio da Coronavirus. Non usiamo a caso queste parole: è da tempo che diciamo e crediamo che un malessere diffuso era dilagato in diversi settori della nostra società e finalmente è esploso.
Stato di rianimazione
26 ottobre 2020
Continua ad avvitarsi la crisi generale – sanitaria, economica, istituzionale. La rivolta di Napoli, gli ospedali chiusi, il rinnovo dei contratti di logistica e metalmeccanici, le carceri. Siamo appena all’inizio. E comincia a sentirsi il puzzo dello spettro del semi-lockdown, che sarà peggio del primo.