Category Archives: Carcere – CPR – Migrazioni

Milano – 25 ottobre presidio al CPR di Via Corelli

È incredibile, ma in un momento come quello che stiamo vivendo, tra paure e impoverimento generalizzato, chi governa la città non trova niente di meglio che aprire una nuova prigione. Gente che, partendo da paesi in cui l’ansia di profitto dei predatori ha rubato terre e risorse offrendo in cambio guerre, quando riesce ad arrivare in questo paese, senza perdere la vita in mare o alle frontiere, cosa trova? Barriere, barriere mai riservate a chi viene dalla parte “giusta” della terra.

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Estate 2020, quando l’Italia scatenò la caccia all’“untore nero”

13 ottobre 2020, di Antonio Mazzeo

In questi ultimi mesi abbiamo assistito ad una vera e propria caccia all’untore nero. “I migranti stanno trasmettendo il Covid-19 agli italiani” il leit motiv estivo. Una narrazione falsa e xenofoba che ha visto “autorevoli” protagonisti il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e il suo maggior concorrente alla rielezione, il sindaco metropolitano di Messina Cateno De Luca. Al seguito, scimmiottando tiritere e slogan di Lega e fascisti, un nutrito e variegato gruppo di amministratori locali, consiglieri comunali, aspiranti politici e leader trombati, finanche qualche giornalista embedded.

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Un convegno contro il carcere. Napoli 7-8 Novembre 2020

Tratto da https://combattereilcarcere.noblogs.org/

COMBATTERE IL CARCERE. Un convegno contro il carcere.

Tra passato e presente, le lotte dentro, le lotte fuori, la prospettiva di distruggerlo.

Perché un convegno contro il carcere?

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Modena. Sabato 3 ottobre alziamo la testa!

1 ottobre 2020, da https://www.facebook.com/combattereilcarcere

Sabato 3 ottobre mobilitazione a Modena
Non dimentichiamo le morti in carcere durante le rivolte di marzo, non lasciamo solo/a chi è colpito/a dalla repressione.

leggi il documento: MODENA CAPITALE DELLA REPRESSIONE

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Volantino distribuito sabato 26 a Udine davanti al SERT

PDF: volantino-26-sett-Sert

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La giustizia dello Stato: Prima la violenza, poi la vendetta – Sui 55 avvisi di garanzia arrivati ai detenuti di Rebibbia

27 settembre 2020

Tra il finire di febbraio e inizi di marzo la presenza del Covid in Italia e nel mondo comincia a preoccupare e spaventare. Non se ne capisce bene l’entità né la reale pericolosità e scienziati, medici e politici si contraddicono a vicenda. Vengono istituite le prime “zone rosse” a livello locale, fino all’annuncio della chiusura a livello generale. Le indicazioni governative sono quelle di mantenere la distanza di almeno 1 metro, di indossare la mascherina e di uscire di casa solo in caso di “necessità”. Bisogna insomma evitare il contatto con le altre persone, è questo l’unico modo per non essere contagiati.
Anche nelle carceri, tra le persone prigioniere cresce la paura: come è possibile proteggersi da questo virus quando si sta ammassati in celle di pochi metri quadri? Come farlo se la direzione penitenziaria non fornisce neanche il minimo di dispositivi di protezione (le mascherine)?

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Bologna. Sui permessi di soggiorno “la Questura è ancora in lockdown”

24 settembre 2020

Per le pratiche si registrano “attese infinite”, denuncia il Coordinamento Migranti. Un esempio? “Per una domanda di rinnovo per lavoro tramite Poste italiane, l’appuntamento soltanto per le impronte digitali viene concesso dopo quattro mesi. È evidente che i tempi per la consegna si allungheranno oltre l’anno, quando la legge prevede un massimo di 90 giorni”.

 

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Nell’era del coronavirus si intensifica la guerra agli immigrati da parte dei governi europei ed occidentali

24 settembre 2020, di noinonabbiamopatria.blog

E’ una imperdonabile mancanza l’assenza di un articolo di denuncia sulla crescente guerra degli stati occidentali nei confronti degli immigrati da parte di questo blog. Le immagini delle rivolte degli immigrati nel lager dell’isola di Lesbo e della repressione poliziesca dello stato greco, così come le recenti notizie delle asportazioni degli uteri delle donne immigrate perpetrate nei “camps” allestiti dal governo Trump ci parlano proprio di questa specifica guerra. Il blog Noi non abbiamo patria tenta di porre rimedio a questa lacuna, seppure in maniera incompleta e frettolosa.
Riportiamo le cronache circa la rivolta scoppiata nel campo lager di Moria sull’isola di Lesbo che provengono da compagni anarchici greci.

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Milano. No all’apertura del lager di via Corelli! Presidio in Prefettura il 2 ottobre

No all’apertura di via Corelli! – Presidio in Prefettura il 2 ottobre

23 settembre 2020

E’ passato quasi un anno dall’ultimo corteo che, il 12 ottobre 2019, portò in piazza a Milano migliaia di persone contro l’apertura del CPR di via Corelli. Salvini aveva lasciato da poco la poltrona di Ministro dell’Interno e al suo posto era subentrata la Lamorgese che non ha però cambiato linea. La pandemia ha rallentato la costruzione del centro di detenzione, ma l’apertura sembra ormai imminente. Per questo la rete NoCpr lancia un presidio sotto la Prefettura per le 18,30 del 2 ottobre.

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Libano. Le prigioni nella morsa del Covid, divampa la rivolta

di Alessandro Fioroni da “Il Dubbio”, 19 settembre 2020

Oltre duecento contagi nell’istituto di Roumieh. Il più grande istituto penitenziario del Libano, la prigione di Roumieh situata nei pressi della capitale Beirut, si trova in questo momento nella morsa del Covid- 19. Il “paese dei cedri” ha visto un picco dei contagi all’indomani della devastante esplosione che il 4 agosto ha scosso il porto di Beirut. Da allora le strutture sanitarie sono state messe a durissima prova e a farne le spese sono le fasce più deboli della popolazioni come i detenuti.

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CPR di Gradisca: la lotta dei reclusi tra autolesionismo e accenni di rivolta

CPR di Gradisca: la lotta dei reclusi tra autolesionismo e accenni di rivolta

16 settembre 2020

Gradisca. La scorsa domenica una biciclettata solidale ha percorso le vie di Gradisca e Sagrado con cartelli, slogan, e brevi soste per interventi informativi.
Nel CPR isontino, riaperto lo scorso novembre, dopo sei anni di chiusura decretata dalle rivolte che avevano distrutto la struttura, ci sono stati due morti, diversi feriti, numerosi atti di autolesionismo e diversi accenni di rivolta. Durante il lockdown, nonostante fosse impossibile attuare espulsioni, le porte hanno continuato ad aprirsi per rinchiudervi le vite di persone pescate senza documenti.

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Lesbo. Tendopoli militarizzata, gas e botte per i profughi

16 settembre 2020

Dopo l’incendio che una settimana fa ha distrutto il centro di Moria migliaia di persone hanno provato a bloccare una strada: il governo ha reagito con gas e botte.
In questi giorni i militari hanno allestito una tendopoli dove, senza riguardo per distanze e tutela della salute, hanno ammassato circa 800 persone.
Le altre tredicimila che vivevano nell’inferno di Moria sono accampate in condizioni spaventose lungo la strada di montagna che collega il centro dell’isola con i centri abitati. Non hanno cibo né acqua, né possibilità di procurarseli. Chi ha qualche soldo viene respinto dai negozianti, terrorizzati dal rischio di contagio.

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178 Lesbo, un incendio distrugge il campo profughi di Moria: ci vivevano 12.700 migranti. La polizia contro i profughi.

“Non vogliamo un nuovo campo! Vogliamo la libertà!”
A Moria, nell’isola di Lesbo, vivevano 12.700 richiedenti asilo, oltre quattro volte il numero di persone che il campo potrebbe ospitare. Principalmente profughi in fuga dalla Siria e dall’Iraq che sono giunte nell’isola attraversando la Turchia. Ora in migliaia risultano sfollati dopo che il campo profughi è stato evacuato in seguito a un vasto incendio. La scorsa settimana nel centro è stata imposta la quarantena dopo che 35 persone sono risultate positive al coronavirus. Secondo alcuni media locali le fiamme sarebbero una conseguenza delle proteste contro il lockdown. Le persone del campo avevano denunciato come fosse impossibile rispettare le norme anti-contagio e come le condizioni igieniche risultasse precarie nella struttura. Il campo profughi, il più grande d’Europa, sarebbe ora completamente distrutto.
“Il fallimento dell’Europa” non è l’incendio che ha distrutto il campo, ma i campi come Moria.

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Siculiana, le ragioni della protesta: “Nostri diritti calpestati. Siamo in quarantena da un mese”

Migranti, Hotspot, Lampedusa, rete esterna - SITO NUOVO

3 settembre 2020. Una ventina di persone immigrate si sono arrampicate sul tetto del “centro d’accoglienza” Villa Sikania a Siculiana (Agrigento). Stanno protestando perché vogliano andare via dalla struttura dopo essere stati sottoposti a tampone da oltre un mese. A presidiare la struttura ci sono, come sempre, l’Esercito e le forze dell’ordine. La polizia intanto è riuscita a recuperare due dei migranti che si erano allontanati nei giorni precedenti. Nella struttura, intanto, da dove altri non sarebbero riusciti ad allontanarsi – proprio per il massiccio dispiegamento di forze dell’ordine – si è innescata la protesta.

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L’isolamento dei migranti in Bosnia

3 settembre 2020

Il Cantone di Una-Sana è la regione della Bosnia settentrionale da dove chi migra prova l’ultimo assalto al sogno europeo. Qui i mesi del lockdown hanno giustificato l’inasprimento della repressione a danno delle persone in transito. Inoltre dalla primavera le frontiere invalicabili sono aumentate con l’intensificarsi dei respingimenti da parte di Slovenia e Italia.

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