Category Archives: Racconti e testimonianze dai territori

“A Bergamo hanno sacrificato operai ed anziani”

29 marzo 2020

Fino a due settimane fa tutti lo negavano e gli davano del pazzo. Dicevano che i morti a Bergamo erano qualche decina. Allora, sui necrologi dell’Eco di Bergamo, c’erano 25-30 necrologi al giorno. Oggi sono 400.  In città e nei piccoli e medi centri della bergamasca, gli anziani sono un terzo della popolazione e l’Eco di Bergamo non riceve più necrologi per telefono ma solo via mail, per cui molti desistono. Al giornale, ora, hanno la consegna di non pubblicare più di 20 pagine di necrologi al giorno.

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Milano para/noia

Milano para/noia

29 marzo 2020

Un mese: dal 21 febbraio la scintillante “unica metropoli italiana” si trova immersa nell’emergenza Covid19, un paradigma biopolitico imprevisto, costruitosi in maniera disordinata, progressivamente di giorno in giorno, per lunghissime quattro settimane.

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L’emergenza Covid-19 vista da Palermo, tra lavoro sociale coi ragazzi e rivolte destinate ad allargarsi

di Wu Ming

1. «Casa», o quel che ne fa le veci

Scorrendo la lista delle attività che il Dpcm dello scorso 22 marzo definisce come «essenziali», arrivando al codice Ateco 87 si trovano i «servizi di assistenza sociale residenziale». Non c’erano molti dubbi, del resto, sul fatto che la comunità in cui lavoro non avrebbe chiuso, anche perché per i cinque ragazzi italiani e i cinque ragazzi stranieri che ci abitano, quella è l’unica cosa che si avvicina al concetto di «casa». Continue reading


Usa. L’esercito nelle strade per il Coronavirus? Ipotesi non proprio remota

28 marzo 2020

Ultim’ora. Donald Trump ha firmato un decreto che autorizza il richiamo di un milione di riservisti dell’esercito, della marina, dell’aeronautica e della Guardia Costiera per far fronte al coronavirus. I ministri della Difesa e della Sicurezza Nazionale sono autorizzati, in base al decreto, a richiamare singoli individui o divisioni in servizio per non più di 24 mesi consecutivi.

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L’eugenetica risorge in Usa, col coronavirus

La differenza tra un modello di vita teso a salvaguardare la vita umana e un sistema para-nazista che adotta la “selezione mirata” della cittadinanza, eliminando “gli inutili” ai fini produttivi si vede soprattutto nelle grandi emergenze. Prima ancora che diventino catastrofi.

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Bergamo 22 febbraio: „chiediamo ospedali per covid19“. Risposta regione: „non abbiamo voglia di leggere le tue cazzate.“

27 marzo 2020

Lettera aperta a Giulio Gallera (assessore al Welfare della Regione Lombardia)

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L’India alla prova del Coronavirus

Come l’India sta affrontando la pandemia da coronavirus

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Nell’emergenza si invita a stare uniti e poi si usano bufale e falsità per dividere: il post reazionario dell’assessore all’istruzione Bisesti

24 marzo 2020 – Mirko Bisesti scrive ”condivido volentieri questo post” dove si arriva anche a contrapporre ”Gli Alpini che montano Ospedali da Campo” e i partigiani ”non li vedo a darsi da fare”, in un passaggio si fa esplicito riferimento al fascismo e ricorda che ”noi siamo quello che siamo sempre stati” (e pensare che è segretario di un partito che fino a ieri con il Tricolore ci si puliva le pudenda)

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COVID19 CONTAGI IN VAL DI SUSA. TURISMO SPECULATIVO E CANTIERE TAV

Lo schifo dello schifo e ora anche il coronavirus…

L’alta valle di Susa e le sue speculazioni.

Possiamo dirlo con serenità, ogni territorio ha il suo schifo e la declinazione del tav Torino Lione ed il suo cantiere di Chiomonte ne sono un esempio. Primo caso di coronavirus in valle di Susa a Chiomonte, un militare di guardia al cantiere. Movida e comportamenti criminali nonostante le zone rosse in Lombardia, in alta valle di Susa, sponsorizzate da amministratori locali e si tav. Di questo stiamo parlando, di comportamenti che stanno distruggendo la vita e l’ambiente uccidendo e sprecando oggi risorse preziosissime per la sanità e il futuro del nostro paese.

Ma riavvolgiamo il nastro. Continue reading


Delhi, India. Dalle proteste non violente alla caccia al musulmano

Negli stessi giorni in cui in Italia iniziava l’allerta per il primo caso di contagio da coronavirus (COVID-19), in India, una situazione tesa da più di due mesi per le proteste contro l’introduzione di un provvedimento discriminatorio per i musulmani, il Citizenship Amendment Act (CAA), è degenerata in episodi di violenza. Da domenica 23 febbraio a oggi si contano oltre quaranta vittime e più di duecento feriti negli scontri avvenuti nella zona nord-orientale di Delhi. A scatenare la violenza sarebbe stata la dichiarazione di Kapil Mishra, politico locale del partito ultra-nazionalista induista ora al governo (BJP), che ha richiesto lo sgombero dei manifestanti riuniti nei quartieri a prevalenza musulmana di Jaffrabad e Chand Bagh. Mishra ha dichiarato che se la polizia non fosse intervenuta, avrebbe messo fine lui stesso con la forza alle ennesime proteste (non violente), anche in questo caso promosse principalmente da donne.

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Covid-19, in Turchia scoppia il nuovo antisemitismo da virus

Covid-19, in Turchia scoppia il nuovo antisemitismo da virus

18 marzo 2020
In Turchia le teorie del complotto conquistano tempo e copertura mediatica e raggiungono gran parte della popolazione turca anche grazie al sistema dei media controllato dal governo

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CRONACA DELLA PSICODEFLAZIONE

L’imprevisto trasforma quel che la volontà non ha saputo trasformare. Ma ora si tratta di riattivare l’energia rinnovabile dell’immaginazione.

You are the crown of creation
And you’ve got no place to go
Jefferson Airplane, 1968

«La parola è un virus.  Forse il virus dell’influenza era un tempo una cellula sana. Ora è un organismo parassita che invade e danneggia il sistema nervoso centrale. L’uomo moderno non conosce più il silenzio. Prova a interrompere il discorso sub-vocale. Prova  dieci secondi di silenzio interiore. Incontrerai un organismo resistente che ti impone di parlare. Quell’organismo è la parola.»
William Burroughs, The Ticket that Exploded Continue reading


GENOVA: LA PERIFERIA AI TEMPI DEL VIRUS

Nei quartieri dei ricchi non canta nessuno. Trincerati negli ampi appartamenti in cui vivono per lo più da soli gli anziani genovesi non escono, spediscono badanti munite di mascherina a fare la spesa (con parsimonia, i supermercati sono pieni come al solito, mancano solo i prodotti in offerta). Le spiaggette rocciose che costeggiano e delimitano i quartieri alti, in genere frequentate da bagnanti di lungo corso per buona parte dell’anno, sono insolitamente vuote e prive di vita, fatto salvo per le seconde case di lombardi fuggiti, di colpo aperte dopo anni di quasi completa chiusura, finalmente popolate, con le finestre spalancate nel clima mite e il vociare di un accento insolito. Il clima che si respira è quello immortalato da James Ballard in Kingdom Come, solo che qui l’incubo che avrebbe dovuto risvegliare i suburbs dal loro velenoso torpore è finalmente arrivato. Il deserto sociale dei “quartieri morti”, come li ha definiti un vecchio sociologo genovese, si palesa in tutta la sua evidenza. Continue reading


Ogni promessa… è un credito!

14 marzo 2020

Questa serie di brani sul “Camminare” a chi li dedico? A mamma e papà che sono sempre state le mie gambe, e ad Ale che è la mia strada.

Mamma, è ricoverata in ospedale a Verona (proprio il periodo giusto, eh?!) ha subito un grosso intervento e da venerdì 6 marzo nessuno di noi è più riuscito a vederla perchè da sabato 7 marzo gli accessi in ospedale (giustamente) , sono stati bloccati.

E’ difficile spiegare quanta preoccupazione mi sento addosso, quanta tenerezza mi fa lei sola in quella corsia, e quanta mio papà che è rimasto a Verona e passa in ospedale davanti quella porta chiusa ogni giorno perchè, anche se non la può vedere, si sente vicino a sua moglie.

Anche mia mamma, in questo momento, non può camminare e quest’ennesima vicinanza con la “NON MOBILITA’” è stata un input per scrivere questa seconda, chiamiamola, “puntata”.

Avrei voluto avere una storia incredibile da raccontare su apparizioni, momenti di svolta e consapevolezza, sogni premonitori e sliding doors, sarebbe stato molto più facile scrivere qualcosa di decente…

Ma la verità è che io sono una ragazza normalissima e come ho detto più volte, il vero motivo per cui sono partita è stata la promessa fatta stesa su un letto d’Ospedale, quando non potevo muovere le gambe e la trombosi sembrava avermi portato via ogni mobilità. Presa dal panico ho pregato talmente forte che ho giurato che se mai avessi camminato di nuovo, sarei partita.

A quel punto (io non sfido di certo il Divino, eh?!) non potevo più tirarmi indietro. Ho preso tempo, non ero sicura, ho fatto in modo di guarirmi per davvero. Ne ho parlato poco e con poche persone inizialmente forse per paura dei soliti giudizi…in fondo, riflettendoci bene però, il Cammino di Santiago, per una come me, non era poi questo grande colpo di testa. A poco più di 20anni sono partita per Londra completamente sola (e credo di aver fatto perdere 10 anni di vita a tutto il parentado).

Ma io sono sempre stata molto decisa nelle mie cose. Infondo avevo scelto una via, anche se sembrava faticosa, mi sono guardata intorno e ho trovato lì dentro ciò che poteva andar bene per me. Non era esattamente quello che avevo fatto nell’ultimo anno? La vocina interna mi diceva “Perchè no, scusa?!”. Quindi decido, parto, al massimo se non ce la faccio torno a casa.

Lo avrei capito settimane e km dopo la vera motivazione che mi aveva portata sul cammino, quando alla domanda che tutti i pellegrini fanno “Perchè sei qui” io rispondevo “Perchè ho le gambe!”. Il che vale molto di più di una promessa.

Ed è comunque vero. E nonostante le ragioni di quelli che ho incontrato sembravano essere più esistenziali della mia, mentre camminavo mi guardavo le gambe e mi sembravano la cosa più magica che avessi mai avuto. E come ho detto ieri, spesso le sottovalutiamo.

Di certo ho capito, che dovevo smettere di lamentarmi e che per andare avanti serve quello che abbiamo già. Il nostro corpo, il nostro coraggio, la nostra forza e un pizzico di incoscienza.

Dopo la scelta che, come vedete, è stata piuttosto “obbligata”, la cosa più difficile è stata non cambiare idea…

Questa serie di racconti, infondo, sono come il mio cammino: l’impresa azzardata di una ragazza mediamente allenata alla scrittura ma con tanto ancora da imparare, che si è imbarca in un’avventura più grande di lei per la quale forse non è pronta, che non sa dove andrà a parare ma intanto mette un piede davanti all’altro.

Se prenderò delle storte o mi vedrete tentennare, siate clementi e continuate ad accompagnarmi in questo viaggio.

Sara

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FONTE: https://www.azzonzo.it/2020/03/14/ogni-promessa-e-un-credito/


Diario virale / 3. Contro chi sminuisce l’emergenza (1-10 marzo 2020)

Ai caduti di Modena,
nell’anniversario dell’uccisione
di Francesco Lorusso.

A est la luna piena abbagliante, a ovest Venere risplendente, a sud-ovest l’elicottero ronzante, a nord la nebbia che s’alzava dallo Scolo Calamosco e a sud il carcere della Dozza, con i colli e San Luca sullo sfondo.
Il carcere era in fiamme.
Erano le undici di sera. Continue reading