Come abbiamo visto in una precedente analisi, la pandemia di COVID-19 ha interrotto bruscamente i disordini sociali e politici a livello globale, dal Cile a Hong Kong. La situazione ha preso una brutta piega quando i Governi di tutto il mondo hanno colto la possibilità di sperimentare nuove strategie autoritarie di controllo. La Francia, insieme a Grecia e Italia, non si è lasciata sfuggire quest’opportunità.
Tutte le rilevazioni mostravano che gli afroamericani erano i più colpiti dal contagio (anche nelle carceri, dove sono la stragrande maggioranza) e a molti di loro è sembrato che parte di quel disinteresse fosse dovuto al fatto che «intanto sono soprattutto loro che se ne vanno».
Passando in rassegna la letteratura specialistica e le newsletter di settore, sembra che l’emergenza sanitaria da Covid-19 abbia aumentato la consapevolezza tra gli addetti di come un tale shock, colpendo uno degli anelli della catena, possa provocare un impatto di natura sistemica. Secondo alcuni osservatori il processo di de-globalizzazione subirà un’accelerazione, ma altri sostengono che si assisterà piuttosto a una riconfigurazione delle catene di fornitura. Coloro che ribadiscono la fragilità delle catene prevedono una crescita del settore della logistica a causa dell’aumento esponenziale di domanda di consegne a domicilio e dell’e-commerce, il cui valore potrebbe raggiungere oltre quattromila miliardi di dollari entro il 2021, il doppio di quello che era nel 2017.
La Fondazione Rockefeller ha presentato il «Piano d’azione nazionale per il controllo del Covid-19», indicando i «passi pragmatici per riaprire i nostri luoghi di lavoro e le nostre comunità».
Non si tratta però, come appare dal titolo, semplicemente di misure sanitarie. Il Piano – cui hanno contribuito alcune delle più prestigiose università (Harvard, Yale, Johns Hopkins e altre) – prefigura un vero e proprio modello sociale gerarchizzato e militarizzato. Al vertice il «Consiglio di controllo della pandemia, analogo al Consiglio di produzione di guerra che gli Stati uniti crearono nella Seconda guerra mondiale».
16 maggio 2020. Freedom Act. Nella proroga delle norme liberticide post-11 settembre del Patriot Act, i repubblicani infilano un emendamento che estende i poteri della Fbi su tutti i dati di navigazione on line, senza bisogno di autorizzazione. Nessun mandato, né di un giudice, né di una qualsiasi entità terza. Nessuno: gli investigatori potranno raccogliere tutta la cronologia dei siti, delle chat, delle call.
Mentre il numero dei morti sta velocemente raggiungendo quota 70 mila, il virus e’ arrivato fin dentro la Casa Bianca costringendo alcuni membri della Task Force a mettersi in quarantena. Intanto alcuni media hanno rivelato come l’amministrazione Trump abbia ostacolato la pubblicazione di un documento creato dal Centers for Disease Control and Prevention.
Il Covid-19 sarà in mezzo a noi per parecchio tempo. Alcuni diritti diventano difficili da esercitare ma rimangono essenziali. Come faremo a organizzare le proteste? Il caso di New York
La crisi della filiera della produzione della carne, con più di 5mila casi di Covid-19 e già 20 morti, ha prodotto una crisi politica in un paese che ha fatto della cultura dell’hamburger e del barbecue uno dei propri pilastri identitari. Ma ha anche svelato una delle storie di sfruttamento del lavoro più brutali in uno dei settori industriali più anti-sindacali, da cui negli Ottanta è partita la controffensiva neoliberista reaganiana.
Per alcune cose vale la pena rischiare di morire. Perpetuare il capitalismo non è una di queste. Non ne vale la pena per tornare al lavoro – con il rischio di diffondere il COVID-19 o di morire per lui – cosicché i ricchi possano continuare ad accumulare profitti.
Secondo i dati diffusi dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, nel mese di marzo le vendite al dettaglio sono crollate dell’8,7% (reuters.com). È stato registrato il calo più grande da quando l’Amministrazione raccoglie i dati (1992).
La diffusione del contagio mette in risalto le forti diseguaglianze sociali presenti nei differenti paesi. Il maggiore impatto del coronavirus sulle comunità palestinesi di Israele e sulle comunità latine e afroamericane negli Stati Uniti ne è una evidente dimostrazione
Oggi, anziché parlare di classe operaia, potrebbe essere più accurato parlare della classe a rischio. In questo resoconto, un rider di Manhattan, epicentro della pandemia di COVID-19, descrive le condizioni in cui sono costretti a vivere i lavoratori e le rigide relazioni di classe tra vulnerabili e tutelati, per concludere con un appello alla solidarietà tra tutti coloro che si trovano sul lato sbagliato della violenza e della diseguaglianza capitaliste.
In una puntata di microfoni aperti interamente dedicata allo sciopero degli affitti, abbiamo avuto il piacere di mandare in onda il contributo di B., un compagno del collettivo Crimethinc, che ci ha raccontato il loro punto di vista su come è emerso e come sta procedendo, perché è diffuso e importante, il contesto socio-economico preesistente e la gentrification, ma soprattutto l’importanza dello sciopero per le prospettive future. Continue reading