5 giugno 2020. Tra lassismo e autoritarismo, ritardi nella definizione delle zone rosse e assenza di dialogo coi professionisti in prima linea, il tiramolla di un’amministrazione apparsa più volte non all’altezza della situazione. Tra riconoscimenti economici elargiti alle RSA disposte ad accogliere pazienti positivi provenienti dagli ospedali e comunicazioni alla cittadinanza confuse, tra inutili rincorse agli approvvigionamenti e utenti più fragili lasciati allo sbando, la cronistoria di un fallimento.
Intervista a Jennifer Mastroianni, educatrice professionale e pedagogista in una RSA lombarda, tra i fondatori dell’Associazione M.I.L.L.E. Professioni Educative: https://audio9.mixcloud.com/secure/dash2/9/f/c/9/1c3e-258f-4475-a8b7-e6988d6dfc81.m4a/init-a1-x3.mp4
Come ampiamente propagandato mercoledì 27 Maggio, alle ore 17, si è svolto il Presidio di protesta sotto il Palazzo della Regione a Milano con la parola d’ordine: “Prendiamo parola, riprendiamo la piazza”.
La prima mobilitazione pubblica dell’area di opposizione dal basso dopo due mesi di immobilismo totale. La scelta del Palazzo della Regione è stata fatta soprattutto come protesta ed atto di accusa per come l’Amministrazione Regionale in modo vergognoso ha gestito la situazione dell’epidemia del coronavirus.
“Le strade della capitale hanno ripreso le loro sembianze abituali, il traffico è diminuito mentre sono aumentati i posti di blocco delle forze dell’ordine. Ma nelle arterie principali, che dal centro città fuggono verso il raccordo anulare, sono scomparse le lavoratrici del sesso. Il distanziamento sociale, e la paura del contagio, comprimono i rapporti fisici nel territorio circoscritto della coppia. Questo nuovo corso ha un impatto devastante sulla sopravvivenza di chi svolge il lavoro sessuale. E se per chi è in possesso di documenti esiste la possibilità di accedere almeno ai buoni spesa devoluti dai comuni, chi è senza residenza e permesso di soggiorno, si trova da qualche settimana nel vicolo cieco della povertà assoluta”. Comincia così un articolo apparso su Il Manifesto, che ha suscitato la stizza di alcune femministe neo-abolizioniste, a cui poi hanno risposto direttamente le sex workers.
Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.
La solidarietà è un’arma politica. Ce lo ricorda il circolo anarchico Berneri di Bologna che ha dato vita alla “Colonna Solidale Autogestita“, un’iniziativa dal basso di mutualismo per sostenere e appoggiare chi sta subendo i contraccolpi della crisi legata al Covid e non viene raggiunto dagli aiuti dello Stato e delle istituzioni.
“Siamo un gruppo di compagne che mette in pratica il mutuo appoggio e l’autogestione – si legge sul sito dedicato all’iniziativa- per affrontare con allegria e solidarietà i problemi quotidiani, affinché nessuna venga lasciata sola e tutte insieme possiamo realizzare un altro mondo possibile basato sulla libertà, l’eguaglianza e la giustizia sociale”.
Ha sollevato indignazione nei giorni scorsi la richiesta di un prestito di 6,3 miliardi di euro da parte di Fca con la garanzia di Sace, finanziaria di Cassa Depositi e Prestiti. A fare ancora più arrabbiare è il fatto che, mentre chiede soldi con garanzia pubblica per pagare i fornitori e i rivenditori, Fca potrebbe staccare 5,5 miliardi di euro di dividendi per i propri azionisti, avendo oltretutto in cassa 18,5 miliardi.
Tutto ciò, però, è possibile grazie al Decreto Liquidità, che non contiene paletti per impedirlo.
A chiarire i margini della vicenda è il giornalista Nicola Borzi, che si è occupato del tema in un articolo pubblicato su Valori.it
La gestione della pandemia in Francia è stata segnata dall’onda lunga dei tagli alla sanità, all’origine della difficoltà sia nella prevenzione del contagio che nella cura dei malati. Macron ha provato a mettere il bavaglio alle voci critiche, e ha attuato una politica sociale basata su un ampio sistema di ammortizzazione sociale non disgiunta dalla durissima repressione di ogni minima protesta o mera evasione dai confini imposti dal lockdown.
Alcuni giorni fa c’è stato un inquietante caso di Trattamento Sanitario Obbligatorio a cui è stato sottoposto un 33enne, Dario Musso abitante a Ravanusa, in Sicilia, provincia di Agrigento. Dario il 2 di maggio scorso semplicemente con un megafono parlava ai suoi concittadini invitandoli ad uscire di casa, a tornare alla vita normale, a ribellarsi agli abusi. Per questo è stato avvicinato e poi fermato da una volante dei carabinieri che sono intervenuti in modo spropositato dal momento stesso in cui il ragazzo non dava segni di alterazione né aveva opposto resistenza, al contrario appariva tranquillo e collaborativo. In un breve video caricato su Youtube si vede dapprima il ragazzo fermo su di un’automobile parlare al megafono invitando le persone a “svegliarsi” a uscire a ribellarsi, a non sottostare più alle restrizioni imposte con la quarantena, poi in un momento successivo con una ripresa dall’alto si vede il ragazzo in piedi fuori della macchina ragionare tranquillo essere avvicinato da due carabinieri e tre sanitari. Nel proseguo del video si vedono i carabinieri portargli le mani dietro la schiena e poi gettarlo malamente a terra, dopodiché i sanitari iniettargli qualcosa con una siringa, presumibilmente un sedativo.
16 maggio 2020. Questa mattina un gruppo di lavoratori stagionali è sceso in piazza a Rimini per chiedere diritti e tutele. “Siamo stati dimenticati”, è quanto denunciano.
16 maggio 2020, da http://www.ondarossa.info
Con Maurizio Donato si analizza l’ultimo D.L. del governo: pioggia di soldi ai padroni, le briciole per noi.
E il peggio deve ancora venire.
La normalità è tornata sull’isola di Hong Kong. E la normalità dell’isola coincide ancora con le proteste contro la governatrice Carrie Lam e l’imponente ombra cinese sulla giurisdizione della città.
Il governo ha approfittato dell’emergenza covid per sferrare diversi colpi al movimento, colpendolo con ondate di arresti e lasciando alla popolazione il compito di tutelarsi dall’epidemia.
La questione dei braccianti irregolari nelle campagne italiane è uscita alla ribalta in tempi di pandemia. La “sanatoria” approvata il 13 maggio rispecchia gli interessi in campo: le pressioni della filiera agroalimentare per assicurarsi manodopera a basso costo e l’agenda politica che fa dell’opposizione alla migrazione il suo cavallo di battaglia. Infatti, i permessi di soggiorno di 6 mesi concessi a chi può dimostrare un contratto lavorativo regolare non modificano sostanzialmente la condizione dei lavoratori agricoli, sia per la loro durata insufficiente ed esclusivamente funzionale al lavoro stagionale, sia perché non incide sul lavoro in nero. Mentre sindacati e associazioni sono intervenuti solo in tempi di emergenza, in cui è possibile sfruttare la sovraesposizione mediatica, lotta autorganizzata di braccianti e solidali per ottenere documenti e abitazioni è attiva da anni.
Ne abbiamo parlato con una compagna di Campagne in Lotta. Ascolta la diretta:
La Grecia è uno dei paesi europei che ha subìto meno l’emergenza sanitaria. Il governo greco ha sfruttato la pandemia per imporre misure favorevoli ai padroni e che, presumibilmente, rimarranno anche dopo. Ora ci si appresta ad affrontare una “nuova normalità”. I quartieri di Atene più colpiti dal virus sono quelli abitati dall’alta borghesia, in cui i controlli polizieschi si sono limitati a raccomandazioni di mantenere le distanze. Nei quartieri popolari invece la polizia ha mandato la celere ad attaccare con lacrimogeni e manganelli le persone che sono tornate a vivere la socialità. C’è stata una risposta di piazza contro la repressione, con migliaia di abitanti e compagni, a cui la polizia ha risposto con 5 arresti. Queste azioni sono state giustificate bollando queste persone come “irresponsabili”.
Mentre il numero dei morti sta velocemente raggiungendo quota 70 mila, il virus e’ arrivato fin dentro la Casa Bianca costringendo alcuni membri della Task Force a mettersi in quarantena. Intanto alcuni media hanno rivelato come l’amministrazione Trump abbia ostacolato la pubblicazione di un documento creato dal Centers for Disease Control and Prevention.
Il video pubblicato ieri da Fanpage racconta una Roma diversa da quella che conosciamo fino a qualche mese fa, e sicuramente ancora diversa da quella che realmente vivremo tra qualche settimana, quando ricominceremo tutti a lavorare con le distanze di sicurezza, ancora oggi per mesi.