Non si fermano le violazioni dei diritti umani e la repressione delle proteste in piena pandemia: intanto, oltre 2.500 ragazzi e ragazze, tra cui anche molti minori, sono stati incarcerati senza una condanna ufficiale, mentre nelle carceri il rischio di contagio è altissimo e le misure di sicurezza sanitaria totalmente assenti.
Terminata la fase emergenziale della pandemia da Covid-19, nella quale buona parte delle forze dei compagni sono state impiegate nel distribuire beni di prima necessità, a sostegno di chi vive nei quartieri popolari, il gruppo anarchico Chimera riprende le proprie attività pubbliche con azioni di volantinaggio e subvertising, grazie ai bei progetti di Hogre, Illustre Feccia, Ceffon e Doublewhy, in tutti gli ospedali, nelle piazze e nei luoghi di ritrovo più frequentati di Catania.
Torino è la terza città per numero di sfratti in Italia. Sono migliaia ogni anno i provvedimenti di convalida degli sfratti emanati dal Tribunale.
Dopo il 2016 gli sfratti in città hanno avuto un’impennata, aumentando del 712,5 %, ossia 3.500 sfratti, superando Roma e trasformando Torino nella capitale d’Italia per numero di sfratti: 1 ogni 241 famiglie. La gran parte degli sfratti è dovuto all’impossibilità di pagare i fitti.
La situazione non ha fatto che peggiorare negli anni successivi.
Vari elementi intrecciati tra di loro contribuirono all’accelerazione della precarietà abitativa in città, la crisi del 2009, il venir meno di politiche di sostegno al reddito per i poveri, processi di riqualificazione escludente e turistificazione che si estendono dal centro alle periferie meno “eccentriche”.
La gestione governativa della pandemia ha colpito duramente precari, immigrati, piccoli commercianti, rendendo ancora più difficile pagare fitti e bollette.
Si vis pacem para bellum, se vuoi la pace prepara la guerra. I nostri padri utilizzavano questa nota frase dello scrittore latino Vegezio per giustificare campagne di guerra devastanti mettendole sotto l’insegna della ricerca della pace. Nei secoli, sembra che questo slogan abbia mantenuto tutta la sua attualità e continui a sfoggiare una vitalità invidiabile. Le spese militari nel mondo sono in spaventosa quanto inesorabile ascesa negli ultimi anni e, guarda caso, con esse i conflitti. Pur rischiando di smentire Vegezio, quindi, sarebbe stato più saggio e rispondente alla realtà scrivere “si vis bellum para bellum”, o, ancora più veritiero, “si vis pecunia, para bellum”, se vuoi essere sicuro di aumentare esponenzialmente i tuoi guadagni, produci, vendi, specializzati in armamenti.
Da alcuni giorni il penitenziario di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) è al centro delle cronache per un susseguirsi di eventi che richiamano non solo la gestione autoritaria ed antisociale del sistema penale italiano ma, anche, uno “scontro” tra apparati dello Stato attorno a snodi significativi (la questione Giustizia) dell’agenda politica del nostro paese.
Nell’Istituto della Sacra Famiglia [di Cesano Boscone a Milano] vigeva il Ccnl della Sanità Pubblica fino a quando l’Azienda, controllata dalla Curia milanese, con la complicità dei sindacati Confederali, sostituiva il Contratto dei propri dipendenti con quello Aris della sanità privata, notevolmente peggiorativo. Non contenta di ciò la Direzione Aziendale, sempre con la complicità dei sindacati Confederali, per ridurre ulteriormente i costi, dal 2008 assumeva i nuovi dipendenti, pur nelle medesime mansioni, con un altro ccnl, quello Uneba della sanità privata, ancora meno costoso. E’ evidente la logica, con tali operazione, oltre di un notevole risparmio sulle spalle dei lavoratori, di dividerli per renderli più deboli e ricattabili. Cosa che infatti è avvenuta in tutti questi anni. Dopo alterne vicende, con accordi vari che cercavano di ridurre le differenze tra le due diverse posizioni contrattuali, l’Azienda ha imposto a tutti i dipendenti un solo Contratto di lavoro, quello più vantaggioso per lei, cioè l’Uneba, in vigore dal primo gennaio. Dopo diverse iniziative e mobilitazione da parte dei lavoratori e lavoratrici ed una giornata di sciopero il 19 febbraio, è arrivata la terribile pandemia che tutto sappiamo, con il divieto del governo di sciopero e di mobilitazione per tutto il settore della sanità, mentre i dipendenti dell’ex Aris erano costretti a subire la decurtazione del salario e l’aumento dell’orario di lavoro.
Abbiamo appreso come molte e molti sabato scorso della #novità arrivata dal Comune di Milano nel pieno di questa fase 2.
Leggiamo prima da un articolo su La Repubblica e poi direttamente su una news del sito del Comune (https://www.comune.milano.it/-/demanio.-avviso-pubblico-per…)
che “La Giunta ha approvato la delibera in cui sono individuati 25 beni in disuso – aree ed immobili di proprietà comunale non più utilizzati – che saranno oggetto di un avviso di interesse pubblico.” Il piccolo particolare è che tra questi immobili “in disuso” ci sono la Cascina Torchiera senz’acqua in piazza Cimitero Maggiore, autogestita da più di vent’anni, e l’ex liceo Omero di via del Volga 4 recuperato grazie ai progetti di Ri-Make.
“L’eccellenza lombarda ha retto, nonostante lo tsunami che ci ha travolto!”.
Questo il mantra che ci propinano, come vecchi dischi rotti, tutti coloro che vogliono difendere l’indifendibile.
I dati diffusi dai governi, nell’ottica delle politiche di contrasto al covid, sono “imperfetti”. È quanto viene fuori da un’inchiesta del quotidiano britannico The Guardian, che accende un faro sulla semisconosciuta Surgisphere, azienda statunitense specializzata in analisi sanitaria.
Proprio la Surgisphere avrebbe fornito informazioni sull’andamento dell’epidemia che sono state alla base di alcune importanti ricerche scientifiche. Su queste i governi di alcuni paesi si sono basati per elaborare strategie di contenimento dei contagi. Si tratterebbe, però, di dati del tutto inaffidabili.
Ci sono occasioni della storia in cui tutto sembra verticalizzarsi intorno a un evento. Così l’assassinio poliziesco di George Floyd e la sommossa che ne è scaturita mettono a nudo le innumerevoli contraddizioni e tensioni che stanno alle radici profonde del sistema americano. La media vertiginosa di “esecuzioni extragiudiziali” ai danni degli afroamericani per mano della polizia, il razzismo sistemico dello Stato americano, la dinamica reazionaria del suprematismo bianco che oggi trova la propria espressione politica nell’amministrazione Trump: tutto ciò non costituisce la novità dell’ultima ora, ma rappresenta piuttosto la filigrana essenziale del sistema statunitense sin dalle sue origini. Di queste radici profonde abbiamo parlato con Kali Akuno, un compagno da anni attivo nei movimenti rivoluzionari neri negli Stati Uniti.