Due giorni fa la Magni*fica Occupata Casa delle Donne* ha tentato una nuova occupazione dopo lo sgombero del 22 settembre. Dopo appena un’ora e mezza di occupazione, la digos al completo ha preso a calci e pugni una quindicina di compagnx che si trovavano all’esterno e ha sgomberato coattamente lo spazio.
Martedì mattina la polizia a Pisa ha sgomberato il centro transfemminista “La Limonaia”, uno spazio occupato dal 2017 che negli anni ha aiutato centinaia di donne a uscire dalla violenza subita, nonché presidio di supporto per chi aveva difficoltà di accesso all’aborto agli anticoncezionali.
Martedì 19 gennaio, all’alba, a Torino, è stato messo in atto lo sgombero della Serrande Occupate, una palazzina di cinque piani in corso Giulio Cesare, 45, diventata un’occupazione abitativa aperta a chi, dentro la metropoli piemontese, non ha un tetto sulla testa, nel disinteresse delle istituzioni locali, regionali e nazionali.
Nuovo attacco agli spazi autogestiti. A Roma, nel quartiere popolare San Lorenzo, il 25 novembre è stato sgomberato il Nuovo Cinema Palazzo. Cariche della polizia al corteo di protesta, con contusi e alcuni fermi. Continue reading
Di nuovo uno sgombero di uno spazio autogestito. Questa volta è toccato allo spazio anarchico Les Galipettes a Milano dopo soli tre giorni dall’occupazione, sgomberato martedì 27 ottobre alle sette di mattina dopo più di 30 ore di resistenza sul tetto di due compagni e gli spintoni della polizia per requisire una cassa bluethoot dal presidio permanente solidale mantenuto per tutto il tempo nelle vicinanze del palazzo circondato dalla celere. Dopo che i compagni sono scesi, un presidio si è mosso in corteo fino alla piazza vicina per poi sciogliersi.
Di seguito i comunicati dello spazio.
Chiamata Internazionale – Connettere le lotte urbane, difendere gli spazi autonomi Giornate di azione e discussione a Berlino 30.10.2020 – 01.01.2020
Corteo internazionale 31.10.2020
“Noi oggi portiamo in piazza non soltanto la protesta, non soltanto il disprezzo verso chi si ostina a cancellare questi spazi di libertà, ma innanzitutto la nostra gioia, attraverso il teatro, la musica, i tessuti, i cento modi in cui quotidianamente animiamo questa città, che purtroppo respira al ritmo degli eventi e che invece vorremmo veder respirare al ritmo della festa”.
Spazi sociali, aree verdi, piazze, edifici e mercati comunali. La città pubblica giorno dopo giorno perde pezzi, alienata, messa a bando, privatizzata direttamente o con operazioni di greenwashing e socialwashing dentro fantomatici progetti di rigenerazione urbana. La Milano pandemica della “fase 3” continua nel solco tracciato nell’ultimo decennio, inseguendo un modello che proprio in questi mesi ha dimostrato limiti, disuguaglianze, esclusione, nocività. E proprio in questa fase è emerso il valore della città pubblica, intesa sia come spazi sociali da cui partivano e partono le Brigate Volontarie per l’emergenza o sia come le preziose aree verdi di quartiere.
Questa mattina è stato sgomberato lo spazio Galipettes di via Verro 39, occupato pochi giorni fa.
Si tratta dell’ennesimo attacco contro gli spazi autogestiti nella città di Milano, spesso con la scusa delle misure di sicurezza per il Covid-19
Di seguito il testo che il Galipettes aveva fatto girare in occasione dell’occupazione.
8 settembre 2020. Questa mattina la Polizia si è presentata in Ortica per eseguire l’annunciato sgombero di Lock, la nuova occupazione in via Trentacoste 7. La Questura di Milano era parsa subito irremovibile sulle possibilità di sopravvivenza del nuovo spazio liberato. La motivazione ufficiale dello sgombero è quella dell’emergenza Covid anche se non vanno sottovalutate le pressioni della proprietà. Ricordiamo che gli occupanti del Lock, durante la pandemia, avevano dato un importante contributo solidale con la Brigata Scighera, ma la gratitudine, si sa, in questa metropoli, non ha cittadinanza. Inizia quindi nel peggiore dei modi questo settembre milanese caratterizzato da un ampio attacco agli spazi sociali al quale si sta costruendo una risposta con l’assemblea di Torchiera di settimana scorsa e quella al Lambretta del 15 settembre.
Il LOCK Laboratorio Occupato Kasciavit, a Milano, dopo poche ore dall’occupazione in Ortica, è già sotto sgombero. La Questura utilizza come pretesto e motivo ufficiale l’emergenza Covid ma qualcosa induce a pensare che la potente proprietà dell’immobile abbia un qualche ruolo. Lock va dunque ad aggiungersi ad altri spazi milanesi sotto pressione (con diverse modalità) come Lambretta, Torchiera e Ri-Make.
Abbiamo appreso come molte e molti sabato scorso della #novità arrivata dal Comune di Milano nel pieno di questa fase 2.
Leggiamo prima da un articolo su La Repubblica e poi direttamente su una news del sito del Comune (https://www.comune.milano.it/-/demanio.-avviso-pubblico-per…)
che “La Giunta ha approvato la delibera in cui sono individuati 25 beni in disuso – aree ed immobili di proprietà comunale non più utilizzati – che saranno oggetto di un avviso di interesse pubblico.” Il piccolo particolare è che tra questi immobili “in disuso” ci sono la Cascina Torchiera senz’acqua in piazza Cimitero Maggiore, autogestita da più di vent’anni, e l’ex liceo Omero di via del Volga 4 recuperato grazie ai progetti di Ri-Make.
Pubblichiamo un comunicato da Berlino in occasione di un’ occupazione di case avvenuta il 29 marzo
“Noi occuperemo…
…finché non dovremo più farlo”, scrivevamo. Abbiamo spesso occupato case a Berlino, molte sono state di nuovo sgomberate. Ma ora la situazione è diversa. In tempi di “crisi”, questa frase può trasformarsi in un appello: “Unitevi a noi, facciamo in modo che succeda ovunque!”