4 dicembre 2020
Il governo ha deciso l’acquisto di altri otto super-jet per l’intelligence elettronica: ciascuno costa circa mezzo miliardo. Sarà la squadra di 007 volanti più potente d’Europa, con l’obiettivo di controllare i cieli del Mediterraneo
RACCOLTA DI SCRITTI E ARTICOLI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
4 dicembre 2020
Il governo ha deciso l’acquisto di altri otto super-jet per l’intelligence elettronica: ciascuno costa circa mezzo miliardo. Sarà la squadra di 007 volanti più potente d’Europa, con l’obiettivo di controllare i cieli del Mediterraneo


23 ottobre 2020
Sfuggire al lockdown della nostra iniziativa politica. Questo è il compito che abbiamo davanti. Dobbiamo impedire che le giuste critiche alla gestione della pandemia, le doverose risposte ai deliri di chi nega la minaccia alla salute collettiva, lo sconcerto e lo sconforto di fronte all’andamento del contagio esauriscano nelle parole ciò che invece dobbiamo fare. Mentre ci dicono che gli affari correnti devono andare avanti come se nulla fosse, l’occasione della pandemia viene usata per ristrutturare e modificare radicalmente non solo questo o quel settore industriale o amministrativo, ma il quadro complessivo dei rapporti sociali.

24 settembre 2020, di noinonabbiamopatria.blog
E’ una imperdonabile mancanza l’assenza di un articolo di denuncia sulla crescente guerra degli stati occidentali nei confronti degli immigrati da parte di questo blog. Le immagini delle rivolte degli immigrati nel lager dell’isola di Lesbo e della repressione poliziesca dello stato greco, così come le recenti notizie delle asportazioni degli uteri delle donne immigrate perpetrate nei “camps” allestiti dal governo Trump ci parlano proprio di questa specifica guerra. Il blog Noi non abbiamo patria tenta di porre rimedio a questa lacuna, seppure in maniera incompleta e frettolosa.
Riportiamo le cronache circa la rivolta scoppiata nel campo lager di Moria sull’isola di Lesbo che provengono da compagni anarchici greci.
Sono stati resi noti poco fa i progetti che il governo intende finanziare attraverso il recovery fund, la manna di fondi europei che dovrebbe aiutare la ripartenza post-covid19.

15 settembre 2020, di Coniare Rivolta*
Quali saranno gli effetti della pandemia sull’occupazione? I dati comunicati al termine dell’ultimo consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE) ci aiutano a comprendere la portata della recessione che stiamo vivendo e fanno presagire il peggio per gli anni a venire. Per il 2021, infatti, la BCE stima ‘un picco del tasso di disoccupazione al 9,5%’ per l’Eurozona (i Paesi dell’Unione che adottano l’euro), dal 7,6% del 2019. Per quanto evidenti, questi numeri non ci permettono, tuttavia, di catturare la portata di questa platea di disoccupati in termini assoluti. Per rendere meglio l’idea, stiamo parlando, per l’anno in corso, di quasi 16 milioni di persone in tutta l’area dell’euro, dato che sale a 20 milioni di individui se includiamo anche i paesi dell’Unione che non hanno adottato la moneta unica. Un numero spaventoso.

Dopo la vittoria di Trump alle ultime elezioni, gli Usa hanno intrapreso la strada del “prima gli americani”, abbandonando diversi trattati internazionali e sottraendosi a politiche di sostegno e aiuto verso i suoi alleati, Europa in primis. Considerando anche le difficoltà strutturali di alcuni stati membri e la reciproca diffidenza dei singoli Paesi, l’Unione Europea è diventata “terreno di conquista” di altre due potenze, la Russia e la Cina. Quest’ultima da qualche anno ha avviato con l’Italia alcuni accordi commerciali (ad es. il bri e intese preliminari per la rete 5g sul suolo italiano). La Russia invece mantiene buoni rapporti con Roma da molti anni, culminati con importanti azioni di supporto nella lotta al coronavirus. Da sottolineare, tuttavia, è il fatto che Mosca predilige interagire con i singoli stati e non con Bruxelles, in quanto ve ne sono alcuni appartenenti all’Unione strettamente filoamericani e russofobici (Polonia in testa) che si opporrebbero sistematicamente ad ogni apertura. Alla Russia conviene un’Europa divisa. Oltreoceano, guardano con una certa preoccupazione le operazioni di Russia e Cina in Europa, ma proseguono nella politica di disingaggio.
Da qualche anno
si segnalano ingerenze social di estrema destra mirate a rendere virali bufale e fake news per spostare l’opinione pubblica verso posizioni sovraniste; più o meno contemporaneamente sono esplosi scandali su presunti fondi neri russi intascati dalla Lega, che nel frattempo ha assorbito l’efficientissima strategia social di Steve Bannon, l’uomo che ha portato Trump alla Casa Bianca grazie ai big data di Cambridge Analytica. Per completare il quadro, a queste coincidenze ne va aggiunta un’altra, lo scandalo del russiagate: mentre gli uomini di Trump, sul mondo social, affidavano a precisi algoritmi promesse elettorali e slogan (seguendo le analisi dei big data di Cambridge Analytica), un gruppo di hacker russi screditava i democratici pubblicando online alcune delle loro email. Trump viene eletto presidente degli Stati Uniti.
Su internet sono diventate virali almeno due teorie cospirazioniste: entrambi riconoscono l’artificiosità del virus, che sarebbe stato “assemblato” in laboratorio, ma una versione attribuisce la colpa a un errore dei cinesi, l’altra a un attacco “chimico” degli americani. In particolare, la versione cine
se ha avuto forse più fortuna perché supportata da un gruppo hacker denominato “κατέχον”, riconducibile alla destra cattolica, e ripresa poi da un altro gruppo di hacker americani, sempre di matrice conservatrice. Questi hacker avrebbero bucato la sicurezza dei server del laboratorio di Wuhan, della fondazione Bill e Melinda Gates e di altre organizzazioni, pervenendo alla prova che si tratta di un virus manipolato in laboratorio. La prova consiste in uno screenshot di una email proveniente da un indirizzo del laboratorio di Wuhan, dove si dice che il sars-cov-2 è stato combinato con parti di hiv. Naturalmente il valore probante è nullo perché chiunque avrebbe potuto creare ad arte uno screenshot simile; inoltre, è dimostrato che gli indirizzi email e le password che questi hacker vantano di aver ottenuto sono in realtà risalenti a un attacco del 2016. Siamo quindi di fronte all’ennesima bufala messa in giro ad arte da gruppi di destra.
Partiamo da una considerazione: Trump ha tutto l’interesse a far credere al mondo che la pandemia sia colpa della Cina; significherebbe infatti perdita di prestigio, meno appeal per capitali esteri e meno partner commerciali per la potenza del Sol Levante, oltre alla forte battuta d’arresto alla crescita del pil, riuscendo dove le sanzioni americane avevano fallito. Trump stesso ha tutto l’interesse ha supportare la bufala della responsabilità cinese; ma non spiegherebbe perché è virale anche la versione della responsabilità americana.
Chiunque siano, è ormai chiaro come operano questi gruppi di destra. Attraverso bot, diffondono fake news, rimpolpano i numeri delle pagine dei politici sovranisti, commentano negativamente quelle degli avversari. Se restringiamo il campo all’Italia, questo è quanto avvenuto e quanto continua ancora ad avvenire con i partiti politici di Salvini, Meloni e gruppi minoritari di estrema destra (ad es. Fiore). Tutti partiti sovranisti, fortemente anti-europei, che hanno o che cercano contatti con i magnati russi.
Cerchiamo di mettere insieme i pezzi del puzzle:
1) Ci sono hacker russi che hanno voluto Trump alla Casa Bianca, cioè l’uomo che avrebbe indebolito la politica estera americana verso gli alleati;
2) la Russia è stretta a tenaglia fra l’Europa filo-americana da un lato e la Cina dall’altro; bloccata nei negoziati con l’Europa da stati come la Polonia, ha tutto l’interesse a smembrare l’Unione;
3) alcuni magnati russi sostengono finanziariamente gruppi politici sovranisti europei, che spingono quindi per l’uscita dall’Europa;
4) alcuni hacker di destra (nazionalità sconosciuta) hanno cercato di dare forza alla bufala del virus creato dai cinesi;
5) le bufale che incolpano Usa e Cina per la pandemia vanno a vantaggio della Russia; indeboliscono infatti il consenso dell’opinione pubblica per gli Usa e minano la già scarsa fiducia verso i cinesi, con cui si avvieranno a breve strette collaborazioni sul suolo italiano per il 5g.
Mi sembra quantomeno lecito supporre che dietro alle fake news anti-europeiste prima, e sul complotto del virus poi, ci sia un disegno della Russia di Putin che mira a staccare sempre di più l’Europa dall’influenza americana e ad accrescere la diffidenza nei confronti della Cina e tra gli stati stessi dell’Unione, minandone le fondamenta stesse. Infatti, se vuole ritagliarsi il ruolo di “terzo polo” nell’imminente guerra fredda fra Usa e Cina, ha disperatamente bisogno di allargare la sua sfera d’influenza sul continente europeo.
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Approfondimenti:
(I) Limes: “America contro tutti” (dicembre 2019) e “Il vincolo interno” (maggio 2020).
(II) Report: “La fabbrica della paura” e “Il virus nero”; vedi anche questo e questo articolo di Open.
(III) Bufala dell’Avigan e casapound; Fake news di Salvini e Meloni; Wired; Vice (che parla di “neonazisti”); anonymous.
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