Siamo solidali con Farida C., un’infermiera di 50 anni dell’ospedale Paul-Brousse de Villejuif, che ha contratto il COVID-19 nel curare i pazienti durante la pandemia e che ora deve affrontare l’accusa di aver gettato proiettili addosso alla polizia per difendere i manifestanti dagli attacchi di quest’ultima a Parigi la scorsa settimana. Entrambe queste attività dimostrano enorme coraggio e abnegazione. Combattere il virus COVID-19 e combattere la violenza della polizia sono due aspetti della stessa lotta.
Siamo solidali con l’infermiera cinquantenne Farida C. che – dopo aver contratto il COVID-19 mentre stava curando i pazienti colpiti dal virus presso l’ospedale Paul-Brousse di Villejuif presso cui lavora – si trova ora a dover rispondere alle accuse di aver lanciato, la scorsa settimana, dei proiettili per difendere alcuni manifestanti dagli attacchi dei gendarmi parigini. Entrambe le attività dimostrano enorme coraggio e abnegazione. Combattere il COVID-19 e combattere la violenza della Polizia sono due aspetti dello stesso programma.
Martedi 16 giugno in decine di migliaia sono scesi in piazza in molte città francesi chiamati a raccolta dal personale sanitario in lotta (220 sono stati gli appuntamenti di protesta in tutto il paese) e sono stati violentemente caricati dalla polizia. In questo video, un’infermiera di 50 anni di nome Farida, che ha lavorato dalle 12 alle 14 ore al giorno durante tutta l’emergenza del Covid (ed è stata anche contagiata), è stata picchiata selvaggiamente e arrestata.
Come abbiamo visto in una precedente analisi, la pandemia di COVID-19 ha interrotto bruscamente i disordini sociali e politici a livello globale, dal Cile a Hong Kong. La situazione ha preso una brutta piega quando i Governi di tutto il mondo hanno colto la possibilità di sperimentare nuove strategie autoritarie di controllo. La Francia, insieme a Grecia e Italia, non si è lasciata sfuggire quest’opportunità.
La gestione della pandemia in Francia è stata segnata dall’onda lunga dei tagli alla sanità, all’origine della difficoltà sia nella prevenzione del contagio che nella cura dei malati. Macron ha provato a mettere il bavaglio alle voci critiche, e ha attuato una politica sociale basata su un ampio sistema di ammortizzazione sociale non disgiunta dalla durissima repressione di ogni minima protesta o mera evasione dai confini imposti dal lockdown.
Nella notte fra il 4 e il 5 maggio [2020], le vetrine della banca Crédit Agricol dell’avenue des Minimes sono state spaccate o riempite di colpi, mentre una scritta indicava: «macronavirus, crisi, STOP?».
In molte città della Francia e anche a Ginevra sono state create delle brigate di solidarietà popolare che hanno iniziato a coordinarsi per garantire l’autodifesa sanitaria.
Il fine di questo documento è di scattare un’istantanea dell’uso delle tecnologie mobili di tracking e contact tracing nella lotta per il contenimento del contagio nel corso della pandemia Covid 19 nel momento in cui stanno per essere introdotte in Italia, in Francia ed in altri paesi europei. Cercheremo inoltre di mettere in evidenza le problematiche connesse e legate all’uso ed alla diffusione di tecniche di sorveglianza di massa.
21 aprile 2020. I residenti hanno sparato fuochi d’artificio contro la polizia, nel sobborgo parigino di Villeneuve-la-Garenne, accusando gli agenti di usare metodi pesanti per imporre il lockdown a causa del coronavirus.
I disordini sono iniziati sabato quando un motociclista è rimasto ferito durante un controllo della polizia nell’area.
Dal Pio Albergo Trivulzio ad altre Rsa lombarde, numerosi morti per Covid sono avvenute nelle strutture che ospitano le persone più anziane e quindi a rischio in piena emergenza covid-19. Una bomba a orologeria, che è esplosa in diverse parti d’Italia nonostante i continui allarmi lanciati da lavoratori e sindacati. La mancanza di dispositivi protettivi, le procedure sbagliate, gli spazi inadeguati a fronteggiare la pandemia hanno contribuito a peggiorare un’emergenza sanitaria che ha avuto gioco facile a colpire gli individui più fragili e con patologie, quindi vittime ideali del coronavirus. Un dramma che non si è consumato solo in Italia: in cinque paesi europei oltre la metà delle morti associate al covid-19 sono avvenute nelle case di riposo.
1 aprile 2020. “Sei gay? Allora sei il primo ad essere contaminato dal COVID-19“. L’incredibile storia arriva dalla Francia e in poche ore ha fatto il giro del web. Protagonisti della triste vicenda una coppia gay francese, ai quali è stato chiesto di lasciare il proprio condominio dai loro vicini di casa.