Mentre vi scriviamo la nebbia si rialza sulla pianura padana, non la canonica scighera ma la densa foschia dell’ effetto di legge.
La richiesta di coprifuoco inoltrata a Roma dai vertici di regione Lombardia diventa realtà.
Una nebbia cosi non si vedeva da decenni e di fatto la circolazione in tutte le lande della nostra bella e soffocante pianura sarà impossibile tra le 23 e le 5, una nebbia con il telecomando.
SARONNO. 23 10 2020 – “No al coprifuoco”, “Prima il coprifuoco poi la rivolta”, “Violiamo il il coprifuoco” sono alcuni dei graffiti realizzati, con vernice spray rossa, la notte scorsa sui muri cittadini.
Non sono passati nemmeno pochi mesi da quando la coppia Fontana-Gallera era sulla bocca di gran parte dei lombardi (e non solo). Individuati dai più come i principali artefici del disastro lombardo durante i mesi di marzo e aprile, non ci hanno messo molto a ripulirsi la faccia e restare ben ancorati alle loro poltrone.
29 agosto 2020. Dopo gli scandali di gel e mascherine, che ininterrottamente da febbraio si sono susseguiti, e hanno visto un’impennata dei prezzi, è la volta dei guanti. Già, perché non bastava il flacone di gel per le mani a 100€, o la totale assenza di tamponi nasofaringei in piena crisi, ora è il momento dei guanti monouso, che in Lombardia ha toccato aumenti del 500%, come riporta Repubblica.
La procura di Milano ha aperto un’inchiesta che vede indagati Andrea Dini, fratello della moglie di Fontana, Roberta, e Filippo Bongiovanni, il direttore generale di Aria Spa, la centrale acquisti della regione Lombardia, per la fornitura di camici e materiale medico “offerti” alla Regione Lombardia durante l’emergenza Covid dalla società di Andrea Dini.
In merito a questa “donazione”, Fontana aveva dichiarato di essere estraneo. Gli inquirenti stanno verificando anche il ruolo dell’assessore Cattaneo: l’ipotesi è che sia stato lui a consigliare la società di Dini alla centrale acquisti della Regione
Nella città capoluogo di regione tre grandi mobilitazioni mettono sotto accusa la gestione regionale dell’emergenza coronavirus, in uno dei territori più colpiti al mondo per numero di morti e persone contagiate. La cronaca dalla piazza delle realtà sociali.
“L’eccellenza lombarda ha retto, nonostante lo tsunami che ci ha travolto!”.
Questo il mantra che ci propinano, come vecchi dischi rotti, tutti coloro che vogliono difendere l’indifendibile.
2020. Era Covid. La fase 1 è finita. L’economia arranca. Nell’impresa di far ripartire tutto senza ricostruire nulla, con l’intento di perseverare sulla strada della disuguaglianza sociale, dei doveri in entrata e dei diritti in uscita, un manipolo di politici prepara la più grossa diligenza carica di ori e di denari dai tempi della trilogia del dollaro. Quelli filmici. Come ai tempi, nel tragitto questa diligenza è stata presa d’assalto: lo scontro è stato cruento, gli esiti li descriveremo in quest’approfondimento che parte da un fatto, passato inosservato in un’epoca in cui l’esposizione mediatica pare direttamente proporzionale all’ignoranza messa in scena.
“Gli ufficiali tornino ai loro uffici, gli schiavi alle loro schiavitù. E se sapete un inno, intonatelo” – Alberto Sordi, Due notti con Cleopatra
È la Ripartenza. Mentre gli esperti embedded blaterano di plateau come cuochi, e si continua a morire a centinaia nella Lombardia dell’orrore degli ospizi-lazzaretto, e in tutto il Nord dove non c’è mai stato nessun reale lockdown delle attività produttive, già Confindustria e Confcommercio scalpitano per riaprire anche quel poco che è stato chiuso, con la complicità di politici ed esperti embedded che hanno la faccia da Covid di attribuire i dati negativi a fantomatici “contagi avvenuti in famiglia”.
Dal Pio Albergo Trivulzio ad altre Rsa lombarde, numerosi morti per Covid sono avvenute nelle strutture che ospitano le persone più anziane e quindi a rischio in piena emergenza covid-19. Una bomba a orologeria, che è esplosa in diverse parti d’Italia nonostante i continui allarmi lanciati da lavoratori e sindacati. La mancanza di dispositivi protettivi, le procedure sbagliate, gli spazi inadeguati a fronteggiare la pandemia hanno contribuito a peggiorare un’emergenza sanitaria che ha avuto gioco facile a colpire gli individui più fragili e con patologie, quindi vittime ideali del coronavirus. Un dramma che non si è consumato solo in Italia: in cinque paesi europei oltre la metà delle morti associate al covid-19 sono avvenute nelle case di riposo.
I sondaggi che registrano il gradimento nei confronti del presidente sono molto buoni per Donald Trump. Col 45,8 per cento il presidente ottiene il risultato più alto dal giorno della sua investitura nel 2017. Pochi si sarebbero aspettati un simile risultato, visto la gestione alquanta caotica della crisi del Covid-19. Trump ha passato gran parte del tempo a minimizzare la pandemia, l’ha inizialmente definita una “bufala” dei democratici, e po ha improvvisamente cambiato registro. Su impulso degli esperti medici preoccupati dall’aggravarsi della situazione. La gestione successiva è stata poi alquanto caotica. Però non è molto diversa da quella sperimentata da molti paesi di fronte ad un fenomeno nuovo.
LA GUERRA È DEL MONDO CONTRO GLI UOMINI, PER COME LO HANNO RIDOTTO E PER COME CONTINUERANNO A RIDURLO SE NON SI FA QUALCOSA, E INTANTO SI COMBATTE CON QUELLO CHE RIMANE DEL SSN FATTO A PEZZI PER RAGIONI DI MERO SQUALLIDO GUADAGNO
Il criminale ritardo di almeno un mese con cui gli organi “sanitari” regionali hanno finalmente avviato il blocco produttivo (specialmente in Lombardia) che non appare ancora soddisfacente visti i risultati parziali, nonché l’auto isolamento della popolazione (sempre vincolato al blocco produttivo) appare sconcertante, ma non inatteso. La grande massa di emarginazione, dei la-voratori in nero, o in grigio, abbandonati a se stessi ha fatto infine la sua parte…
Fino a due settimane fa tutti lo negavano e gli davano del pazzo. Dicevano che i morti a Bergamo erano qualche decina. Allora, sui necrologi dell’Eco di Bergamo, c’erano 25-30 necrologi al giorno. Oggi sono 400. In città e nei piccoli e medi centri della bergamasca, gli anziani sono un terzo della popolazione e l’Eco di Bergamo non riceve più necrologi per telefono ma solo via mail, per cui molti desistono. Al giornale, ora, hanno la consegna di non pubblicare più di 20 pagine di necrologi al giorno.
Un mese: dal 21 febbraio la scintillante “unica metropoli italiana” si trova immersa nell’emergenza Covid19, un paradigma biopolitico imprevisto, costruitosi in maniera disordinata, progressivamente di giorno in giorno, per lunghissime quattro settimane.
E’ passato un mese da quando i primi casi di contagio da Covid19 si sono manifestati in Lombardia. In questo mese abbiamo assistito a un profluvio di dichiarazioni, allarmi, smentite, promesse, lamentele da parte del Presidente della Regione Fontana e dall’Assessore alla Sanità Gallera rispetto a priorità, competenze, azioni da intraprendere. Un fuoco di fila di dichiarazioni, ben spalleggiati in questo da quelle, spesso contrastanti o divergenti, che venivano dal Governo o dal Sindaco Sala. Mentre la diffusione del virus cresceva e con essa i morti, le Istituzioni locali e nazionali e la Protezione Civile giocavano a rimpallarsi doveri e responsabilità anziché agire con prontezza e immediatezza, anche su aspetti basilari ma fondamentali come la disponibilità di mascherine.