1 novembre 2020. Post su Twitter di Giovanni Toti, Forza Italia, presidente della regione Liguria: gli anziani col covid? “persone (…) non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese”.
Negli Usa si stimano 75mila suicidi legati alla crisi del coronavirus, classificate come “morti per disperazione”. I dati appartengono a uno studio redatto dal Well Being Trust e dai ricercatori dell’American Academy of Family Physicians. La disperazione del post-Covid.
Lo ha proposto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia in risposta ad una persona positiva al Covid-19 che rifiutava la quarantena e rischiava di creare nuovi focolai. È così che nasce l’idea di ricorrere al Tso (Trattamento Sanitario Obbligatorio) nei casi in cui le persone contagiate non intendessero restare in isolamento o farsi ricoverare.
L’idea di Zaia è stata raccolta da Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari, e da altri sindaci, che affermano di voler ricorrere al Tso come “strumento molto utile per tenere sotto controllo l’epidemia”.
Il ministro alla Sanità Roberto Speranza ha incaricato il suo ufficio di studiare la questione e verificare come rispondere a questa richiesta.
Esiste una relazione permanente tra l’idea che si ha della morte e l’idea che si ha di sé?
(Philippe Ariès, Storia della morte in occidente)
Le campane suonano a morto e per le strade del piccolo borgo di Alzano Sopra, in provincia di Bergamo, non va in giro nessuno. È aperto il portone della chiesa di San Lorenzo martire con la sua facciata austera, ma il porticato alla fine della scalinata di marmo è ancora vuoto. All’interno è stato allestito un altare, su cui è stata appoggiata un’urna nera, circondata da orchidee bianche. Prima di entrare, in mezzo alla navata centrale, c’è il distributore di gel per disinfettarsi le mani, sulle pareti ci sono cartelli che ricordano che indossare la mascherina è obbligatorio. L’unico segnale di una normalità che non può riprendere esattamente come prima.
Alcuni giorni fa c’è stato un inquietante caso di Trattamento Sanitario Obbligatorio a cui è stato sottoposto un 33enne, Dario Musso abitante a Ravanusa, in Sicilia, provincia di Agrigento. Dario il 2 di maggio scorso semplicemente con un megafono parlava ai suoi concittadini invitandoli ad uscire di casa, a tornare alla vita normale, a ribellarsi agli abusi. Per questo è stato avvicinato e poi fermato da una volante dei carabinieri che sono intervenuti in modo spropositato dal momento stesso in cui il ragazzo non dava segni di alterazione né aveva opposto resistenza, al contrario appariva tranquillo e collaborativo. In un breve video caricato su Youtube si vede dapprima il ragazzo fermo su di un’automobile parlare al megafono invitando le persone a “svegliarsi” a uscire a ribellarsi, a non sottostare più alle restrizioni imposte con la quarantena, poi in un momento successivo con una ripresa dall’alto si vede il ragazzo in piedi fuori della macchina ragionare tranquillo essere avvicinato da due carabinieri e tre sanitari. Nel proseguo del video si vedono i carabinieri portargli le mani dietro la schiena e poi gettarlo malamente a terra, dopodiché i sanitari iniettargli qualcosa con una siringa, presumibilmente un sedativo.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha nuovamente lanciato un “allarme salute mentale”: la pandemia sta già determinando e accrescerà sempre più ansia, depressione, abuso di sostanze, dipendenze, esposizione alla violenza, separazioni affettive e lutti, rischio suicidi. Non è il primo richiamo dell’Oms né l’unico sul tema, si stanno succedendo infatti studi, ricerche, comunicazioni sulle conseguenze psichiche della quarantena. Mario Maj, direttore del dipartimento di psichiatria dell’università della Campania “Luigi Vanvitelli”, ha dichiarato all’Ansa: «Le autorità devono essere consapevoli di questa nuova emergenza che si sta profilando, e considerarla nei programmi per affrontare la fase 2 della pandemia. Da segnalare sono i quadri gravi di depressione, con vissuto di insopportabile preoccupazione per il futuro […]. Ascoltare queste persone non è sufficiente, bisogna intervenire con gli strumenti propri delle professioni della salute mentale per ridurre il disagio ma anche promuovere la resilienza».
Commenti disabilitati su Manicovid. L’anniversario della legge 180 e il rischio di psichiatrizzare la pandemia | tags: legge Basaglia, psichiatria | posted in Virus e psiche
I luoghi deputati al controllo dell’abnorme assorbono nel loro terreno separato la devianza, accettandola come tale e quindi assolvendo la funzione di normalizzare il contesto in cui la devianza si manifesta, spostandolo in un luogo in cui non possa interferire, neutralizzando il rischio che la “norma” possa risultare un valore relativo e discutibile, anziché un valore assoluto come deve continuare a presentarsi. Franco Basaglia, Condotte perturbate
8 maggio 2020. Un 33enne siciliano viene sottoposto al TSO (trattamento sanitario obbligatorio) dopo essere stato fermato in macchina in giro per la città smegafonando che il virus non esiste e dovremmo tutti uscire di casa.
Conclusi i 7 giorni minimi di internamento è stato rilasciato, soprattutto grazie alle pressioni della famiglia.
Il Coronavirus costituisce anche un’emergenza psichiatrica. Per questo è possibile leggere la quarantena alla luce del manicomio.
La situazione di emergenza dovuta alla pandemia di Covid-19 sta avendo effetti sul nostro assetto psichico, sia in termini di fragilità emotiva sia rispetto all’insorgenza eventuale di disturbi di tipo psichiatrico legati, tra gli altri, a uno stato di isolamento forzato e all’incertezza della durata di questa condizione. Continue reading
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Il contagio sociale . La retorica della campagna «io sto in casa» e lo slogan «cambiamo le nostre abitudini» come se vivere negli spazi aperti, nei luoghi di incontro e di conversazione fossero usanze nocive – sono operazioni di plagio vero e proprio, che infantilizzano e passivizzano i cittadini. L’oggetto vero della limitazione non è la libertà di circolazione bensì la libertà d’interpretazione.
Giorgio Agamben ha affermato su questo giornale (26/2/2020) che, sull’onda della paura del Coronavirus, e in nome della sicurezza, si impongono gravi limitazioni della libertà, «lo stato d’eccezione come paradigma normale di governo». L’intervento di Agamben è stato criticato per un aspetto secondario del suo discorso – l’assimilazione della malattia causata dal virus a una normale influenza- e la sua importanza minimizzata. Continue reading
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Poche ma essenziali, le domande poste allo psichiatra basagliano Piero Cipriano, che di lui dice: “rilutto dunque sono”. Questa intervista nasce dall’esigenza di comprendere come una parte della psichiatria si pone dinanzi ad una tale emergenza, le riflessioni, gli obiettivi e le contraddizioni da cui ripartire. Continue reading
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Chi in questi gironi non si è sentito solo/a, privato/a della propria libertà e dei propri affetti?
Tuttavia è proprio in questa condizione che collettivamente abbiamo perso ogni connessione con l’altro/con gli altri. L’emergenza pesa come una cappa di fumo che ci isola nella nostra esperienza personale di dolore e preoccupazione, nascondendo quello che succede al di fuori delle quattro mura in cui ci troviamo ad affrontare questi fatti preoccupanti. Continue reading
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Il Collettivo Antipsichiatrico Artaud di Pisa cerca di dare una continuità al proprio lavoro di ascolto attraverso uno sportello telematico, telefonico o virtuale. Non solo per chi già seguiva un percorso di terapia, ma anche a tutti/e coloro che vivono la quarantena in isolamento o con condizioni familiari difficili.
Oggi i CIM (centri di igiene mentale) si limitano alla distribuzione di psicofarmaci, mentre tutti i servizi d’ascolto e di assistenza sono sospesi. Mentre sulle residenze psichiatriche è calato un silenzio totale, non si sa qual’è la reale condizione dei detenuti, se vengono applicate o meno le misure di sicurezza e, soprattutto, se c’è una possibilità di farli uscire. Continue reading
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In questi giorni abbiamo vissuto sulla nostra pelle questo brutto cliente, ovvero il Covid-19. Chi più chi meno e vivendo dove viviamo ce lo siamo beccato e c’è chi ha faticato non poco per venirne fuori (recidive permettendo). Purtroppo tante persone sono venute a mancare ed altre se ne aggiungeranno , qui montagne e paesi piangono quotidianamente e questo lo sapete già un po’ tutti e tutte. Continue reading
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