Man mano che le persone restano a lungo in isolamento ricorrono a modi fantasiosi per organizzare momenti collettivi, conviviali e politici. Questi sono solo alcuni esempi delle pratiche con cui le persone stanno riorganizzando la socialità e la convivialità
Diritti riproduttivi
Mentre le procedure di routine e non urgenti vengono rinviate nelle aree più colpite dall’epidemia, l’eccezionalità della situazione ha un impatto negativo sul diritto delle donne ad un aborto sicuro. Negli Stati Uniti, ad esempio, i legislatori repubblicani chiedono che qualsiasi nuovo finanziamento per combattere il COVID-19 includa l’emendamento Hyde anti-aborto.
Come assistere le persone nell’isolamento domestico
Logica per l’organizzazione dell’assistenza. La cosa più significativa che le persone possono fare per ridurre la diffusione del virus e la mortalità è praticare il distanziamento fisico e l’autoisolamento. Tutte le persone appartenenti a gruppi a rischio (oltre i 60 anni e/o affetti da patologie croniche come malattie cardiovascolari e cardiache, pressione sanguigna alta o bassa, diabete, malattie polmonari o del sistema immunitario), le persone che hanno recentemente viaggiato in zone di contagio o le persone con sintomi sospetti a cui il medico ha consigliato l’isolamento, sono altamente consigliate di restare a casa e di evitare il contatto con gli/le altri/e. In tal modo, si evita il rischio di essere infettati/e o di infettare gli/le altri/e.
Primo Maggio: riprendersi le strade !

Mentre in tutta Italia i commercianti manifestano liberamente in piazza (spesso senza nemmeno bisogno di comunicarlo alla questura, come la legge imporrebbe). Si continua pervicacemente a proibire le inziative politiche (dei gruppi antagonisti ovviamente, alla Meloni nessuno impedisce di manifestare in piazza), quando poi non capita che un manipolo di persone che stavano portando fiori alle lapidi partigiane vengano pestate brutalmente dalla polizia : ALTRO CHE REGIME !
Anarres del 1 maggio. Smart working, telelavoro. Alle radici del Primo Maggio. Riaprono le fabbriche ma le case restano chiuse…
Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.
Ascolta e diffondil’audio:
https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020-05-01-anarres.mp3?_=1
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Oltre il reddito di quarantena. Un dialogo con Andrea Fumagalli

1 maggio 2020
Nonostante stia prendendo forma un Primo maggio in quarantena, senza cortei o parade, una delle principali rivendicazioni, forse la principale rivendicazione della Mayday Parade, ovvero il basic income, sta scoprendo una nuova popolarità. Sull’endorsement rispetto alla misura, abbastanza clamoroso, di Mario Draghi e sulla proposta dell’helicopter money, Andrea Fumagalli ha già recentemente parlato[1], proponendo la recente versione di Hong Kong come migliorativa rispetto alla vecchia suggestione dei Chicago Boys. Sul reddito di quarantena, rivendicazione emersa recentemente, in particolare dal sindacalismo di base, per creare le condizioni di una chiusura delle attività produttive affiancandovi tutele importanti ai lavoratori, si è ragionato sul fatto che possa essere un utile strumento per rimodulare sia il welfare del paese sia la conformazione della produzione sulla base dei differenti bisogni che emergeranno[2]. Quel che non ci è chiaro è, però, qual è la leva attraverso cui queste istanze possano prender forma, considerate le difficoltà emerse nelle diverse sedi: europea, nazionale, regionale e comunale.
Carcere Opera, avv Losco: “Mio assistito buttato a terra e preso a calci e pugni in testa”
Carcere Opera, avv Losco: “Mio assistito buttato a terra e preso a calci e pugni in testa” “Possibile che l’aggressione sia legata alle proteste del 9 marzo” CRONACA (Milano). “Il 9 marzo scorso il mio assistito ha partecipato attivamente ai disordini nel carcere di Opera dove i detenuti hanno protestato per le misure restrittive messe in atto dalla direzione sotto impulso del Governo. Dieci giorni dopo circa 5 o 6 agenti lo hanno raggiunto, hanno chiuso in bagno il suo compagno di cella, lo hanno scaraventato a terra e hanno iniziato a colpirlo con calci al volto e sul torace”. Così l’avvocato Eugenio Losco riporta quanto a lui riferito da un detenuto del carcere di Opera. “Ho potuto vederlo solo pochi giorni fa e presentava delle escoriazioni al volto; ora, alla paura per le precarie condizioni sanitarie legate al Coronavirus”, conclude l’avvocato, “ha timore di subire ulteriori ritorsioni dagli stessi operatori della Polizia Penitenziaria per la sua denuncia” (Luca Perillo)
Lenzuola bruciate, Volanti e l’urlo di un detenuto di piazza Lanza: “Non siamo animali! Stiamo morendo!”
CATANIA – È circa l’una della notte appena trascorsa, quando parte la protesta dentro il carcere di piazza Lanza del capoluogo etneo. Urla, battiture, lenzuola bruciate, un detenuto urla dalla finestra: “Non siamo animali! Abbiamo bisogno di cure, stiamo morendo“.
In pochi minuti il carcere è circondato da polizia e carabinieri. Sulla questione interviene il Comitato Reddito-Casa-Lavoro: “Subito amnistia o pene alternative al carcere“. Continue reading
Sulle rivolte di Marzo
ùQuel che sta succedendo nelle carceri italiane, tra le rivolte scoppiate intorno al 10 marzo in più di 30 strutture detentive e quel che ancora deve accadere, non può spiegarsi esclusivamente attraverso la “paura di essere contagiati”. Se questa è la goccia che ha fatto scatenare la rabbia, le motivazioni e l’insofferenza della vita al di là del muro possono essere spiegate solo attraverso uno sguardo che vada al di là del momento emergenziale. Il carcere è uno stato d’emergenza senza fine, dove misure repressive “speciali” vengono attuate quotidianamente. Continue reading
Ai morti di Modena e ai suoi rivoltosi – uno scritto dal carcere
riceviamo e pubblichiamo questo scritto giuntoci da un compagno detenuto sulla strage di Modena:
Ai morti di Modena e ai suoi rivoltosi
È passata poco più di una settimana dalla rivolta nel carcere di Modena e i media si son già dimenticati del massacro avvenuto in quel carcere e negli altri dove la rivolta è divampata pochi giorni fa. Nove morti solo a Modena.
Chi scrive, alcuni di loro li ha conosciuti perché se li è trovati nella cella a fianco fino ad un mese fa e in questi giorni, ci ha perso il sonno nel pensarli. Continue reading
Manifestazione di solidarietà per i detenuti, la Digos denuncia sei anarchici
Hanno violato le norme che proibiscono assembramenti su tutto il territorio nazionale
19 MARZO 2020
Genova – Gli agenti della Digos hanno denunciato sei attivisti dell’area anarchica, che nel pomeriggio dell’11 marzo avevano partecipato a una manifestazione vicino al carcere di Marassi. Continue reading
Svuotare Le Carceri, Subito
Appello congiunto di Giuristi Democratici e Legal Team Italia – 9 marzo 2020
Quello che sta accadendo nelle ultime ore in molti istituti di detenzione italiani (Modena, Reggio Emilia, Bologna, Roma, Napoli, Palermo, Padova, Firenze,ma l’elenco si allunga di ora in ora e pare siano ormai già 27 gli istituti di pena coinvolti dalla protesta dei detenuti, con un numero non esattamente accertato —anche nelle cause— di morti — almeno sei— e feriti, di cui alcuni molto gravi) era ampiamente prevedibile: in un paese dove nelle carceri i detenuti sono più di 61.000, con una capienza di 50.000 posti, in cui da decenni non si vede un provvedimento di indulto o amnistia (termine divenuto quasi eretico), in cui la penalizzazione di ogni devianza e di ogni protesta è diventata norma, in cui qualcuno parla di “buttar via la chiave” e qualcun altro abolisce prescrizione e garanzie, l’effetto dell’emergenza sanitaria non poteva essere diverso. Continue reading
Liberarsi dal virus del carcere. Una riflessione di Luca Abbà
Visto il rapido evolversi della situazione legata alla diffusione del nuovo corona virus, divenuta emergenziale, desidero comunicare il mio punto di vista nella condizione particolare di detenuto semilibero presso il carcere di Torino.
L’ambiente carcerario risulta essere, a maggior ragione in casi come questi, un luogo delicato, sensibile ma piuttosto ignorato dall’opinione pubblica e dalla classe politica; oppure considerato inopinatamente una sorta di discarica per ciò che si ritiene “la feccia” della società. Continue reading