Tag Archives: mutuo appoggio

“Bologna. Solidarietà oltre ogni muro”: donazione dei detenuti per le famiglie in difficoltà

19 gennaio 2021 – Un gruppo di carcerati della Dozza ha deciso di destinare un contributo in buoni pasto alle attività della Colonna solidale autogestita, che con l’occasione sottolinea la situazione “estremante rischiosa” che si vive all’interno della casa circondariale tra sovraffollamento e minaccia Covid. Continue reading


Decine di famiglie supportate, ma la Colonna Solidale ha ancora bisogno di “forze attive, di donazioni e di fare rete”

Bologna. Il progetto partito durante il lockdown fa un bilancio delle attività svolte e sottolinea l’esigenza di portare avanti questa esperienza di “solidarietà dal basso”: continuano raccolta e distribuzione di prodotti di prima necessità, in connessione con “le lotte che danno respiro alla città, la partecipazione attiva, la difesa dei territori e degli spazi sociali”.

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Fare ciò che Stato e Mercato non possono: la Mano Visibile. Come una rete di mutuo soccorso aiuta decine di migliaia di persone in Polonia

25 agosto 2020, da https://it.crimethinc.com/2020/08/25/fare-cio-che-stato-e-mercato-non-possono-la-mano-visibile-come-una-rete-di-mutuo-soccorso-aiuta-decine-di-migliaia-di-persone-in-polonia

Grazie a interviste con i fondatori e i partecipanti, analizziamo come una rete di mutuo soccorso in Polonia ha aiutato decine di migliaia di persone durante la pandemia di COVID-19 e cosa gli altri potrebbero imparare dal loro esperimento.

Questa è la seconda di una serie di puntate che analizzano progetti di mutuo aiuto in tutto il mondo nell’era del COVID-19 .

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Pratiche di solidarietà o mutualismo conflittuale?

9 agosto 2020

Nello scorso weekend si è svolta l’iniziativa “giù la maschera”, una due giorni di presentazioni e dibattiti. Ma non è della bella e significativa iniziativa che si parlerà i queste righe, pur se in periodo di post COVID, una due giorni agostana e ben partecipata in una metropoli come Milano, merita un riconoscimento. È invece di una delle tematiche affrontate che mi preme fortemente ragionare.

Il dibattito su solidarietà, mutuo appoggio e brigate di solidarietà, ha lanciato un interrogativo che non era possibile evadere in quella sede, dal momento che dovrebbe essere un punto di riflessione più ampio, che non solo come FAI dovremmo affrontare. La seconda ondata del COVID potrebbe ripresentarsi oppure no, ma il tema della contraddizione insita nelle reti solidali, messa in luce dalla pandemia, dovrebbe tener banco come una questione di assoluta attualità.

La contraddizione sottolineata durante il dibattito, consiste nel dilemma esistente sulle pratiche di solidarietà, tra il configurarsi, malgrado tutto, come una sorta di stampella di un pubblico servizio inadatto a gestire le emergenze o creare un momento di rottura attraverso pratiche mutualiste che si debbono necessariamente delineare come conflittuali. Esiste poi un altro aspetto non di poco conto, ossia la legittimazione dell’agire, che il lockdown ha configurato come necessaria, quindi il doversi costituire come soggetto autorizzato ad agire e qui molte soggettività e individualità hanno dovuto scendere a compromessi con le più svariate associazioni di volontariato per poter operare liberamente senza incorrere in multe e denunce. Tutto ciò delinea una situazione assolutamente paradossale, che va però indagata e alla quale occorre reagire. Anche quando non dovessimo avere un nuovo lockdown, è però chiaro che si stanno spalancando le porte di una crisi socio-economica assai ardua da arginare, vista la sua sistematicità, e la sua estensione globale, le conseguenze sul piano locale si stanno già delineando, attività in chiusura, licenziamenti o ammortizzatori sociali inefficaci ed inefficienti, con un grosso impatto sul diritto all’abitare da parte di chi non ha un alloggio di proprietà o già non risiede in un alloggio popolare. Stiamo parlando di un potenziale di decine di migliaia di famiglie a rischio sfratto da qui ai prossimi mesi, nonostante il blocco delle azioni giudiziarie fino al 31 dicembre.

In questa situazione è oltremodo indiscutibile quanto sia necessario avere le idee chiare sulle strategie da adottare e sulle modalità per innescare un processo di mutualismo conflittuale, che non miri solo ed esclusivamente ad alleviare delle sofferenze o a fornire una alternativa più o meno temporanea, ma che sia una strategia di critica dinamica al reale, che nel momento in cui aggredisce una problematica sia in grado di trovare soluzioni di incompatibilità crescente con il sistema. Sistema che va ricordato ha generato il problema e non può fornire soluzioni altre da quelle che osserviamo, divario sociale, colpevolizzazione dell’indigenza, giustificazionismo rispetto alla disoccupazione in altre parole guerra ai poveri invece che soluzioni contro la povertà.

La capacità di agire all’interno di tessuti sociali complessi come quelli urbanizzati non è un semplice atto di buona volontà o di volontariato attivo, dovrebbe nascere da una strategia precisa, di utilizzazione della fase emergenziale della crisi per disarticolare, de facto, la narrazione che accompagna il sistema di governo dei territori.

Sono quindi necessarie alcune domande strategiche per snudare il problema nelle sue pieghe più recondite e si sarebbero dovute porre durante le fasi più critiche del lockdown. Ma a ben guardare, i processi e le accelerazioni indotte dalla pandemia, hanno solo innescato mega assembramenti virtuali, capaci di partorire rivendicazioni che non hanno segnato nessun punto di rottura o nessuna tendenza alla destrutturazione del sistema, che di fatto ha generato e continuerà a generare questo tipo di catastrofi. Piattaforme di rivendicazione tutto sommato sovrapponibili anche se elaborate da aree politiche apparentemente differenti, il che la dice lunga sulle differenze sostanziali che tendono a sparire quando in gioco ci sono la contrazione della capacità di soddisfacimento dei bisogni basilari da un lato e la privazione di alcune libertà fondamentali dall’altro. La schizofrenia ha avuto il sopravvento portando a situazioni grottesche. È mancato un momento di lucidità che fosse in grado di andare oltre l’isteria della fase in sé, possibilizzando nelle emergenze socio-economiche e socio-umanitarie dei momenti di conflittualità e non solo di pratiche da medagliere come purtroppo è successo durante la pandemia.

Come anarchici non possiamo appiattirci né sull’azione caritatevole né tantomeno surrogare il pubblico servizio, la via altra è il mutualismo conflittuale.

JR

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FONTE: https://www.umanitanova.org/?p=12630


Trovare il filo che ci lega. Tre reti di mutuo soccorso a New York

26 giugno 2020, da https://it.crimethinc.com/2020/06/26/trovare-il-filo-che-ci-lega-tre-reti-di-mutuo-soccorso-a-new-york

Il cambiamento sociale essenziale implica due processi intrecciati tra loro. Da un lato, significa demolire i meccanismi che impongono disparità di potere e di accesso alle risorse; dall’altro, implica la creazione d’infrastrutture che distribuiscano risorse e potere secondo una logica diversa, forgiando un nuovo tessuto sociale. Mentre il movimento per l’abolizione della Polizia esploso nella coscienza pubblica un mese fa a Minneapolis ha creato nuovi precedenti per la resistenza, le reti di mutuo soccorso che si sono diffuse in tutto il mondo dall’inizio della pandemia di COVID-19 indicano la via da percorrere perché ci sia un nuovo modello per le relazioni sociali. Il seguente report descrive tre gruppi che coordinano gli sforzi di mutuo aiuto a New York – Woodbine, Take Back the Bronx e Milk Crate Gardens –, analizzandone sia le motivazioni e le aspirazioni, sia le risorse e i modelli assistenziali che mettono in circolo.

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POLIZIA MUNICIPALE e COMUNE VOGLIONO BOICOTTARE la RACCOLTA ALIMENTARE!

 

27 maggio 2020

Come ogni lunedì, mercoledì e sabato mattina anche oggi eravamo davanti alla coop di Gavinana con il gazebo per la raccolta alimentare.
Oggi si é presentata la polizia municipale, autoreparto Porta al Prato n°pattuglia 837119.
Ci accusano di non aver pagato il suolo pubblico.

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Solidarietà, mutualismo sociale e autorganizzazione

18 maggio 2020. Bologna.
Lo dicevamo già un paio di mesi fa: non è uguale per tutte/i. Non è uguale la fase dell’emergenza con gli effetti drammatici nell’immediatezza del quotidiano, non è uguale la crisi sistemica negli aspetti economici e sociali a breve e lungo termine. Sono centinaia di migliaia le persone rimaste senza lavoro e senza reddito, mentre la macchia della precarietà generalizzata si allarga sempre di più e da anni non c’è traccia di un sistema di welfare universalistico e inclusivo. Ad essere colpiti in misura maggiore sono tutte/i coloro che non possiedono altro che la loro forza lavoro e la vedono sempre più sfruttata, che già vivevano in condizioni modeste o modestissime e che ora si ritrovano senza nulla, con nessuna certezza e spesso senza neanche un minimo di speranza. Sono tante, troppe, le persone che non sono in grado di soddisfare i loro bisogni primari, come pagare l’affitto o l’acquisto dei generi alimentari, scendendo al di sotto dei livelli della più elementare sussistenza.

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Alcuni spunti di riflessione (su solidarietà e mutuo appoggio)

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Si potrebbe dire che l’esplosione della pandemia legata al Covid-19 abbia reso più evidenti le contraddizioni di un modo di vita che, lo diciamo da anni, non è più praticabile. La situazione che si è venuta a creare in Italia e nel Mondo negli ultimi due mesi ha infatti mostrato degli aspetti coerenti con tante analisi e critiche prodotte nel tempo. Si potrebbe dire, senza il rischio di sbagliare, che il problema è il sistema che abbiamo di fronte, che il problema è il capitalismo. Ma limitandoci a questo assunto non avanzeremmo di un centimetro né nell’analisi né nella proposta di lotta. Quanto avvenuto infatti, seppure in teoria prevedibile, ci ha colto tutti materialmente impreparati. La pandemia si è diffusa durante una delle crisi più profonde che i movimenti rivoluzionari (in Occidente) si siano mai trovati ad attraversare. La pioggia sul bagnato insomma. In questo contesto sembra proprio che sviluppare delle strategie, ma anche solamente capire quali siano i margini di agibilità, sia una faccenda complicata.

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Mutuo aiuto tra/per coloro che hanno perso il lavoro

Idee contro precarietà, licenziamenti e mancanza di denaro

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BORSA SOLIDALE – COX18 Milano

MILANO

Ma che ci stiamo a fare?
Introduzione alla BORSA SOLIDALE per la distribuzione di sostegno alimentare gratuito.

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Come assistere le persone nell’isolamento domestico

AUTOGESTIONE ITALIA - L'Ingrato - iscrizione registro ...

Logica per l’organizzazione dell’assistenza. La cosa più significativa che le persone possono fare per ridurre la diffusione del virus e la mortalità è praticare il distanziamento fisico e l’autoisolamento. Tutte le persone appartenenti a gruppi a rischio (oltre i 60 anni e/o affetti da patologie croniche come malattie cardiovascolari e cardiache, pressione sanguigna alta o bassa, diabete, malattie polmonari o del sistema immunitario), le persone che hanno recentemente viaggiato in zone di contagio o le persone con sintomi sospetti a cui il medico ha consigliato l’isolamento, sono altamente consigliate di restare a casa e di evitare il contatto con gli/le altri/e. In tal modo, si evita il rischio di essere infettati/e o di infettare gli/le altri/e.

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Mutualismo e lavoro sessuale

Condizioni del lavoro sessuale in pandemia

La pandemia #COVID19 sta influendo drammaticamente sulle vite di chi fa lavoro sessuale. La maggior parte delle e dei #sexworker non è in grado di accedere alle prestazioni sociali istituite come misure di emergenza dal Governo. È un momento di disperazione e di paura: molte delle giovani sex worker donne e persone trans sono migranti, sole e senza una rete familiare a cui far riferimento; molte altre sono madri e con il loro lavoro sostengono tutta la famiglia.

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Solidarietà senza frontiere – gruppo di mutuo appoggio

7 Aprile 2020

Si stanno moltiplicando le iniziative per affrontare l’epidemia, creando legami solidali tra da sempre fatica ad arrivare a fine mese, chi ha perso il lavoro, chi non l’aveva nemmeno prima, chi non riesce a procurarsi le protezioni, chi è costretto a lavorare rischiando di infettarsi, chi esce e prende una multa perché passeggia lontano da casa.
Alcuni gruppi si pongono l’obiettivo non secondario di realizzare esperienze di mutuo appoggio, fondate sulla reciprocità.
A Torino è ai blocchi di partenza il gruppo di mutuo appoggio Solidarietà senza frontiere.
Ce ne ha parlato Stefano, tra i promotori dell’iniziativa.

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