15 ottobre 2020
Punirne dieci per educarne cento. E’ il principio “pedagogico” che il Governo e le forze dell’ordine intendono sperimentare nelle scuole siciliane in tempi di pandemia da Covid-19.
RACCOLTA DI SCRITTI E ARTICOLI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
13 ottobre 2020, di Antonio Mazzeo
In questi ultimi mesi abbiamo assistito ad una vera e propria caccia all’untore nero. “I migranti stanno trasmettendo il Covid-19 agli italiani” il leit motiv estivo. Una narrazione falsa e xenofoba che ha visto “autorevoli” protagonisti il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e il suo maggior concorrente alla rielezione, il sindaco metropolitano di Messina Cateno De Luca. Al seguito, scimmiottando tiritere e slogan di Lega e fascisti, un nutrito e variegato gruppo di amministratori locali, consiglieri comunali, aspiranti politici e leader trombati, finanche qualche giornalista embedded.
27 settembre 2020
Quello delle mascherine all’aperto per arginare il pericolo di una “seconda ondata” del virus che provoca il Covid-19 sembra essere diventato un mantra. Già l’ultimo dpcm del premier Conte aveva prorogato fino al 15 ottobre le misure decise finora (suscettibili di un prossimo prolungamento fino alla fine dell’anno): tra queste anche l’obbligo di indossare la mascherina dalle ore 18.00 alle 6.00 nei luoghi all’aperto dove “non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza di un metro dalle altre persone” e dove permanga il rischio di “assembramenti” ovvero davanti a locali notturni, nelle vie della cosiddetta “movida”, nei dehor di pub e ristoranti a meno di essere seduti a un tavolo. Queste misure sono state da qualche giorno inasprite da alcune regioni. Dopo la Campania e la Calabria, ora con un’ordinanza firmata dal presidente Nello Musumeci il 27 settembre (valida dal 30 settembre al 30 ottobre) l’uso della mascherina all’aperto è stata resa obbligatoria anche in tutta la Sicilia.
3 settembre 2020. Una ventina di persone immigrate si sono arrampicate sul tetto del “centro d’accoglienza” Villa Sikania a Siculiana (Agrigento). Stanno protestando perché vogliano andare via dalla struttura dopo essere stati sottoposti a tampone da oltre un mese. A presidiare la struttura ci sono, come sempre, l’Esercito e le forze dell’ordine. La polizia intanto è riuscita a recuperare due dei migranti che si erano allontanati nei giorni precedenti. Nella struttura, intanto, da dove altri non sarebbero riusciti ad allontanarsi – proprio per il massiccio dispiegamento di forze dell’ordine – si è innescata la protesta.
Tra la fine di Giugno e i primi di Luglio lo sbarco delle persone presenti nella nave-quarantena Moby Zaza – ormeggiata a Porto Empedocle -, è stato un argomento di propaganda politica nel territorio agrigentino. L’assessore alla Sanità della Regione Sicilia Ruggero Razza ha polemizzato con il governo nazionale e le ONG dichiarando come “la Regione ha fatto 180 tamponi sui migranti dell’Ocean Viking a largo di Pozzallo. E si è sostituita allo Stato. Non mi pare una cosa normale […] nessuno può scendere se non dopo l’esito del tampone. Se ne facciano una ragione quelli della Ong. La salute, dei nostri concittadini e dei migranti, viene prima di tutto. Vorrei ricordare che se a Porto Empedocle c’è una nave per la quarantena è perché lo ha chiesto il presidente Musumeci.”
Sabato 8 agosto il Movimento NO MUOS è tornato a far sentire la propria opposizione lungo i sentieri della resistenza alla presenza militare americana.