Il cambiamento sociale essenziale implica due processi intrecciati tra loro. Da un lato, significa demolire i meccanismi che impongono disparità di potere e di accesso alle risorse; dall’altro, implica la creazione d’infrastrutture che distribuiscano risorse e potere secondo una logica diversa, forgiando un nuovo tessuto sociale. Mentre il movimento per l’abolizione della Polizia esploso nella coscienza pubblica un mese fa a Minneapolis ha creato nuovi precedenti per la resistenza, le reti di mutuo soccorso che si sono diffuse in tutto il mondo dall’inizio della pandemia di COVID-19 indicano la via da percorrere perché ci sia un nuovo modello per le relazioni sociali. Il seguente report descrive tre gruppi che coordinano gli sforzi di mutuo aiuto a New York – Woodbine, Take Back the Bronx e Milk Crate Gardens –, analizzandone sia le motivazioni e le aspirazioni, sia le risorse e i modelli assistenziali che mettono in circolo.
Nulla di ciò che si sta facendo in questo momento è in grado di prevenire la prossima pandemia. Quello di cui si discute è come affrontare questa particolare pandemia, fino a quando il virus stesso, si spera, troverà un punto di arresto, perché ci sarà una resistenza acquisita in una porzione significativa della popolazione. Allora questo particolare virus potrà scomparire, come sono scomparsi quelli della SARS e della MERS. Non infetterà più, ma ne compariranno altri, o lo stesso Covid 19 si trasformerà nel Covid 20 o nel Covid 21, in virtù di un’altra mutazione, perché tutte le condizioni rimangono le stesse. È un meccanismo perverso. Si dovrebbe mettere in discussione il sistema alimentare agroindustriale, dal modo in cui si coltiva al modo in cui si processa il cibo. Tutto questo circolo vizioso, che non si sta prendendo in considerazione, fa sì che si stia preparando un’altra pandemia. Intervista con Silvia Ribeiro, direttrice per l’América Latina del Gruppo Etc
19 maggio 2020. I disordini sono avvenuti nel quartiere povero di periferia di El Bosque. I residenti di El Bosque, un quartiere povero di periferia di Santiago del Cile, si sono scontrati con la polizia durante le proteste per la carenza di cibo in questo periodo di isolamento imposto per contrastare la diffusione del coronavirus nel Paese. I manifestanti, per la maggior parte con viso coperto, hanno eretto barricate, usato bastoni e lanciato pietre contro gli agenti, che hanno risposto con gas lacrimogeni.
14 maggio. Durante tutto questo periodo la grande distribuzione alimentare ha avuto un ruolo centrale.
Per quanto il cibo sia una cosa di cui non possiamo fare a meno, noi non sappiamo nulla se non il costo e e le poche informazioni, spesso ingannevoli, contenute nelle etichette. Non abbiamo nessuna esperienza di dove e come vengono coltivate le cose che mangiamo, di come e dove vengono prodotte e a quali condizioni.
Da molto tempo abbiamo accettato che dietro i prodotti che compriamo ci sia sfruttamento di persone, animali e territori e che i nostri cibi sono prodotti alterando fortemente i processi naturali.
CHI SIAMO. MB United è una rete solidale nata sul territorio di Monza e Brianza per fronteggiare i problemi che l’emergenza COVID-19 e il lockdown hanno generato a livello sociale ed economico.
La crisi sanitaria sta avendo gravi ripercussioni sulla vita di ampie fasce di popolazione e nei prossimi mesi si accentueranno problematiche dovute alla precarietà, alla disoccupazione, all’emergenza abitativa, alle fragilità psicologiche determinate dal distanziamento sociale forzato.
Di fronte a questo scenario, un gruppo di persone, provenienti da esperienze culturali e aggregative diverse, si è attivato per costruire la rete e dare forma a un progetto di solidarietà dal basso, indipendente e ispirato a principi di mutuo soccorso e giustizia sociale. Ci proponiamo di affrontare insieme le distorsioni del sistema vigente all’interno del quale è necessario, ora più che mai, pensare e creare nuove forme di socialità e solidarietà.
Il primo passo in questa direzione è stato quello di soddisfare i bisogni primari delle persone in difficoltà con la distribuzione gratuita di cibo e beni di prima necessità, ma il progetto intende sviluppare forme di mappatura delle molteplici altre problematiche che si registrano e si registreranno sul territorio, per elaborare e promuovere nuove forme di supporto al benessere di tutte e tutti.
Siamo convinti/e che la pandemia abbia accentuato contraddizioni già esistenti in una società basata su disuguaglianze e discriminazioni: il nostro operato è quindi orientato al contrasto di questi fenomeni, con uno sguardo attento a temi quali la sostenibilità ambientale, le questioni di genere, l’inclusione sociale.
Siamo un gruppo aperto, che vuole crescere e includere idee ed energie per rafforzarsi e, passo dopo passo, perseguire obiettivi più ambiziosi: pensiamo che la partecipazione e la cooperazione tra gli individui, superando logiche strettamente assistenziali, permetta di costruire una comunità più coesa e solidale in cui, sconfitto il virus, sperimentare nuove forme di socialità, produzione, consumo, welfare dal basso.
Se vuoi unirti a noi, contattaci: più siamo, meglio è.
Se pensi di avere bisogno, contattaci e vedremo come aiutarti.
Aprile 2020. Aumentano in tutta Italia i gesti di solidarietà verso quelle famiglie che hanno maggiormente bisogno di aiuto ai tempi del coronavirus.
Aumentano in alcune zone d’Italia i piccoli gesti di solidarietà verso chi ha più bisogno: ai tempi del coronavirus ci sono famiglie in difficoltà anche per l’acquisto di generi alimentari. A questo scopo sono nate delle raccolte di sacchetti della spesa o di pacchi di pasta, legumi e altri generi alimentari per chi ha più bisogno.
Come in tante città, anche a Rimini vogliamo lanciare la CAMPAGNA “SPESA SOS-PESA”, ringraziando tutte le associazioni che stanno aderendo e proponendola a tutti, ognuno di noi nel proprio quartiere può fare qualcosa!
Il Covid-19 non sta causando solo un’emergenza sanitaria, sta causando anche un’emergenza sociale.
La “SPESA SOS-SPESA” è un’iniziativa promossa da diverse associazioni del territorio riminese e da singoli cittadini, finalizzata a proporre a tutti i supermercati, alimentari e farmacie del territorio, di mettere per tutto il mese di aprile e di maggio, a disposizione delle persone più bisognose un carrello speciale, in cui i clienti che lo desiderano potranno donare beni di prima necessità.
Si stanno moltiplicando le iniziative per affrontare l’epidemia, creando legami solidali tra da sempre fatica ad arrivare a fine mese, chi ha perso il lavoro, chi non l’aveva nemmeno prima, chi non riesce a procurarsi le protezioni, chi è costretto a lavorare rischiando di infettarsi, chi esce e prende una multa perché passeggia lontano da casa.
Alcuni gruppi si pongono l’obiettivo non secondario di realizzare esperienze di mutuo appoggio, fondate sulla reciprocità.
A Torino è ai blocchi di partenza il gruppo di mutuo appoggio Solidarietà senza frontiere.
Ce ne ha parlato Stefano, tra i promotori dell’iniziativa.
Alle 6,45 del mattino siamo entrambi sull’uscio di casa. «Guarda, ho già le scarpe ai piedi, conviene che vada io». «Ma tu ci sei andato ieri». Sgomitiamo per chi debba occuparsi della spesa al mercato rionale a duecento metri dal nostro palazzo, per conquistarci gli unici quindici minuti di aria fresca della giornata. A Garbatella, quartiere della periferia sud di Roma, l’offerta del mercato non è cambiata di molto, sono però i clienti ad avere cambiato abitudini: arrivano a ore improbabili, se non hanno la mascherina si coprono il viso con la sciarpa, cercano di rispettare una certa distanza mentre aspettano che gli inservienti riempiano le buste, lanciano sguardi preoccupati se tocco una pera o sfioro un carciofo.
Abbiamo decentralizzato il sistema di ordini e vi proponiamo di seguito l’elenco e i contatti delle realtà produttive di CampiAperti che effettuano, in modo singolo o in gruppo, consegne di prodotti a domicilio oppure vendita diretta in azienda.