Durante i controlli eseguiti nelle stazioni su 2.700 persone dalla Polizia ferroviaria in Veneto due episodi si sono conclusi con arresti: uno riguarda un uomo segnalato come positivo al Coronavirus che ha cercato di salire su un treno. Un altro, privo di mascherina, avrebbe, almeno secondo le fonti ufficiali, insultato ed assalito gli agenti che lo avevano invitato a metterla.
(In Cile tra il 18 marzo e il 7 luglio sono state arrestate oltre 90 mila persone, il doppio di quelle registrate nel periodo della rivolta dell’autunno 2019, quando milioni di persone protestavano in strada. Foto Izquierdadiario.es)
1 ottobre 2020 – Non lasciano uscire la gente nemmeno per andare a fare la spesa. L’altro giorno hanno preso alcuni bambini che andavano a comprare qualcosa in un chiosco, li hanno fermati, perquisiti in tutto il corpo e poi gli hanno puntato l’arma alla testa. Uno dei bambini aveva tre anni. La denuncia di una mamma di una delle villas miserias di Buenos Aires, cui è stato ucciso il figlio lo scorso anno, è impressionante. Accade assai spesso che alcuni dei processi che in Europa si manifestano con maggior lentezza e in modo meno intenso e visibile, mostrino prima e più apertamente il loro volto in América Latina. Purtroppo si tratta quasi sempre di un volto spietato. Conosciamo da tempo e fin troppo bene le straordinarie capacità del capitalismo di trasformare le sue crisi, anche le più profonde, in opportunità. Sta accadendo con l’estrattivismo, in América Latina (ma anche da noi), che approfitta dell’emergenza (sanitaria, economica, etc.) per intensificare la violenza predatoria e giustificarne le devastanti conseguenze ambientali e sociali. Come racconta qui Raúl Zibechi, tuttavia, la pandemia e il confinamento forniscono oggi l’occasione per sferrare un’aggressione violentissima ai territori latinoamericani con una repressione di inaudita ferocia nei confronti di chi all’estrattivismo si oppone e, più in generale, dei settori popolari. In particolare di quelli che nell’autunno dello scorso anno erano stati protagonisti di grandi rivolte come quelle cilene ed ecuadoriane. Una impetuosa ondata di assassinii, arresti e abusi di potere da parte delle forze dell’ordine, accompagnata in molte regioni dall’offensiva dei paramilitari, si sta abbattendo sull’intero continente, dalla crescita del razzismo istituzionale e sistematico degli Stati Uniti alle repressioni “normalizzate” sui Mapuche nella Patagonia argentina e cilena. La tenebrosa risonanza tra la denuncia della quarantena selettiva che diventa segregazione in molti quartieri di Madrid, Portland, Bogotà, Rio de Janeiro e Santiago del Cile è piuttosto evidente, ma la resistenza non manca e comincia a organizzarsi
A causa dell’acuta crisi socio-economica in Marocco, causata dalle ripercussioni della disastrosa gestione pubblica e dalle conseguenze della pandemia globale di Covid-19, migliaia di manifestanti sono scesi nelle strade principali di Rabat e di Casablanca.
Durante il lockdown imposto a fine marzo, 1.300 persone tra studenti, attivisti, docenti e giornalisti sono stati accusati o tratti in arresto per motivi politici. Fatti “gravi” come denuncia Human Rights Watch. Il tutto mentre il Paese potrebbe presto diventare il nuovo epicentro globale di Covid-19
Martedi 16 giugno in decine di migliaia sono scesi in piazza in molte città francesi chiamati a raccolta dal personale sanitario in lotta (220 sono stati gli appuntamenti di protesta in tutto il paese) e sono stati violentemente caricati dalla polizia. In questo video, un’infermiera di 50 anni di nome Farida, che ha lavorato dalle 12 alle 14 ore al giorno durante tutta l’emergenza del Covid (ed è stata anche contagiata), è stata picchiata selvaggiamente e arrestata.
Euskadi, il governo “rosso” di Madrid non allenta la tensione. Ley mordaza in azione contro una radio di movimento
Polizia e libertà di informazione non vanno a braccetto, come possiamo osservare negli ultimi interventi nei Paese Baschi da parte della polizia municipale e della Ertzaintza.
La Grecia è uno dei paesi europei che ha subìto meno l’emergenza sanitaria. Il governo greco ha sfruttato la pandemia per imporre misure favorevoli ai padroni e che, presumibilmente, rimarranno anche dopo. Ora ci si appresta ad affrontare una “nuova normalità”. I quartieri di Atene più colpiti dal virus sono quelli abitati dall’alta borghesia, in cui i controlli polizieschi si sono limitati a raccomandazioni di mantenere le distanze. Nei quartieri popolari invece la polizia ha mandato la celere ad attaccare con lacrimogeni e manganelli le persone che sono tornate a vivere la socialità. C’è stata una risposta di piazza contro la repressione, con migliaia di abitanti e compagni, a cui la polizia ha risposto con 5 arresti. Queste azioni sono state giustificate bollando queste persone come “irresponsabili”.
Il Covid-19 sarà in mezzo a noi per parecchio tempo. Alcuni diritti diventano difficili da esercitare ma rimangono essenziali. Come faremo a organizzare le proteste? Il caso di New York
In questi mesi abbiamo avuto modo di toccare con mano l’enormità dell’apparato repressivo messo in campo dallo stato italiano. Lungi dal presentarsi come il fascismo alle porte, rientra nei parametri della crisi globale del sistema capitalistico, palesemente incapace di garantire i diritti essenziali della popolazione e schiera le forze dell’ordine per difendere il potere delle classi dominanti.