È un grande rimosso nel dibattito pubblico italiano, forse perché sollevare il tema pesterebbe qualche callo a chi ha interessi economici. Eppure i focolai di Covid nei luoghi di lavoro sono un argomento da affrontare, perché altrimenti non si comprende appieno come la pandemia possa svilupparsi.
A cogliere il punto è un pool di giornalisti europei, che ha dato vita ad una mappa proprio sui focolai nei luoghi di lavoro in Europa. Ne abbiamo parlato con Cecilia Ferrara, giornalista italiana che fa parte della squadra di lavoro.
Licenziato e picchiato dai datori di lavoro perché aveva chiesto il rispetto delle misure di sicurezza sul lavoro (mascherine). Questi sono i datori di lavoro che il governo Conte tutela con lo scudo penale.
La questione dei braccianti irregolari nelle campagne italiane è uscita alla ribalta in tempi di pandemia. La “sanatoria” approvata il 13 maggio rispecchia gli interessi in campo: le pressioni della filiera agroalimentare per assicurarsi manodopera a basso costo e l’agenda politica che fa dell’opposizione alla migrazione il suo cavallo di battaglia. Infatti, i permessi di soggiorno di 6 mesi concessi a chi può dimostrare un contratto lavorativo regolare non modificano sostanzialmente la condizione dei lavoratori agricoli, sia per la loro durata insufficiente ed esclusivamente funzionale al lavoro stagionale, sia perché non incide sul lavoro in nero. Mentre sindacati e associazioni sono intervenuti solo in tempi di emergenza, in cui è possibile sfruttare la sovraesposizione mediatica, lotta autorganizzata di braccianti e solidali per ottenere documenti e abitazioni è attiva da anni.
Ne abbiamo parlato con una compagna di Campagne in Lotta. Ascolta la diretta:
I migranti non sono tutti uguali. Ma così come gli italiani sfruttati, hanno una cosa in comune: sono sotto ricatto. Dai figli a carico al permesso di soggiorno, da un visto da ripagare alla trafila per l’asilo, ecco cosa definisce la schiavitù moderna.
È notizia di ieri l’invocazione del presidente della Regione Bonaccini, targato PD, di mandare chi percepisce il reddito di cittadinanza a lavorare nei campi, perché la miseria te la devi guadagnare. A rilanciare è l’assessora alle attività economiche di Riccione, Elena Raffaelli della Lega, che propone questa volta i lavoratori stagionali.
Bonaccini si è aggiunto alla lunga lista di chi individua nuove categorie di servi della gleba per far marciare l’agricoltura, insieme a Gori, Bellanova e Coldiretti. Per il presidente della regione la soluzione è mandare nei campi le 67mila persone che percepiscono il reddito di cittadinanza in Emilia Romagna “per restituire un po’ quello che prende”.
Sfruttamento lavorativo ai tempi del Covid19 anche in Romagna. Nella clandestinità e nella precarietà le persone sono costrette ad accettare ogni sfruttamento, per la gioia dei padroni italiani che decidono il prezzo del lavoro e della vita delle persone. Abolizione subito delle leggi anti-immigrati dalla Bossi-Fini in avanti! Nessuno deve essere sfruttato!