Category Archives: Lavoro e capitalismovirus

Camici dal cognato alla Lombardia. Indagato Fontana

Camici dal cognato di Fontana alla Lombardia, verifiche dei pm su un ruolo del governatore nel passaggio da vendita a donazione

La procura di Milano ha aperto un’inchiesta che vede indagati Andrea Dini, fratello della moglie di Fontana, Roberta, e Filippo Bongiovanni, il direttore generale di Aria Spa, la centrale acquisti della regione Lombardia, per la fornitura di camici e materiale medico “offerti” alla Regione Lombardia durante l’emergenza Covid dalla società di Andrea Dini.

In merito a questa “donazione”, Fontana aveva dichiarato di essere estraneo. Gli inquirenti stanno verificando anche il ruolo dell’assessore Cattaneo: l’ipotesi è che sia stato lui a consigliare la società di Dini alla centrale acquisti della Regione

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Covid 19. Focolaio nei mattatoi del mantovano. Settanta lavoratori contagiati

9 luglio 2020. In una zona del mantovano, tra Viadana e Dosolo, sono saliti a settanta i lavoratori positivi e duecento quelli messi in quarantena in 5 tra macelli e salumifici del distretto. Si tratta del focolaio di Covid 19 al momento più preoccupante in Lombardia.

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LA FOBOCRAZIA. Econovirus. Stati Generali dell’Oppressione

Dal 13 al 21 giugno si sono svolti presso il Casino del Bel Respiro di Villa Pamphili a Roma gli Stati Generali dell’Economia: una maratona che ha visto il governo impegnato in decine di incontri con personalità istituzionali, enti e associazioni padronali, sindacati, e figure importanti del mondo scientifico, artistico e culturale italiano con il fine di “far ripartire l’Italia” dopo la pandemia.

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Ripartenza?

A ormai un mese dalla fine del lock-down, l’allentamento delle restrizioni e progredire della crisi economica stanno portando non poche categorie a scendere in piazza. Anche a Verona.

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Presidio di protesta alla Regione di Milano in difesa di una sanità pubblica

3 luglio 2020

Si è svolto nella giornata di venerdì 26, dalle ore 10, un Presidio unitario del sindacalismo di base, sotto il Palazzo della Regione a Milano, in difesa della sanità pubblica. Il motivo della protesta era specifico sul tema della sanità, rivendicando una sanità pubblica, garantita a tutti e gratuita, contro le privatizzazioni, per una riorganizzazione della medicina sul territorio, contro la pratica degli appalti, per un contratto unico nel comparto sanitario, garantendo aumenti salariali adeguati e riduzioni d’orario a parità di salario, per una giusta ricompensa in un settore troppo sacrificato a interessi provati.

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FUORI FASE (01, 02 e 03) di Off Topic Lab

da www.offtopiclab.org

Fuori Fase – 01 – epidemia e rendita

Fuori Fase – 02 – epidemia e lavoro

Fuori Fase – 03 – epidemia e carcere

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Quando lo sfruttamento si fa smart

28 giugno 2020, di Coniare Rivolta*

L’emergenza COVID-19 ha portato alla ribalta un concetto, quello di “smart working” o “lavoro agile”, che fino a poco prima dell’emergenza interessava una parte minoritaria dei lavoratori.
Come noto, molte attività sono state svolte dai lavoratori – anche su input del Governo – fuori dall’usuale luogo di lavoro (generalmente in casa, data la pressoché totale impossibilità di uscire durante il lockdown). Ciò ha alimentato inevitabilmente un dibattito su questa modalità di lavoro.

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Gruppo San Donato (San Raffaele): un posto per Maroni e Capelli

Roberto Maroni

Il gruppo ospedaliero privato lombardo, che controlla anche l’ospedale privato San Raffaele, ha nominato nei propri Cda l’ex governatore della regione, il leghista Roberto Maroni, artefice della riforma regionale che ha azzerato la medicina territoriale e la ha privatizzata in maniera ancora più estesa, ed anche l’ex consigliere regionale Angelo Capelli, autore assieme al leghista dell’ultima riforma della sanità.

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La geografia dei nuovi focolai è quella dello sfruttamento

25 giugno 2020

Tra oggi e ieri sono apparse sui giornali le notizie di due nuovi focolai di Coronavirus. Uno nelle palazzine Cirio a Mondragone dove vivono molti braccianti di origine bulgara e l’altro alla Bartolini (l’azienda logistica) di Bologna.

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Firenze, licenziato perché avrebbe parlato male dell’ospedale Covid

Rossi: 'In Toscana 22 ospedali 'Covid'' | Sky TG24

Fa discutere il provvedimento della Asl fiorentina contro un delegato della Fp Cisl, accusato di aver criticato l’ospedale di Torregalli in una intervista anonima al Tg2.

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Pandemia e disoccupazione

23 giugno 2020

L’ISTAT, in un documento pubblicato il 3 giugno,[1] ha ricostruito l’andamento provvisorio dell’occupazione in Italia, registrando i primi effetti della crisi socioeconomica innescata dall’emergenza COVID-19. In due mesi di confinamento, e di blocco parziale della produzione, i disoccupati sono diventati complessivamente 400.000 in più. Cessato il blocco della produzione, il trend non accenna a cambiare ed in tre mesi si è giunti a perdere 497.000 posti di lavoro nel complesso. A questo si aggiunge un altro dato: quello sul tasso di inattività che è aumentato in misura preoccupante.

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Marcegaglia Ravenna: ennesimo accordo per prolungare la cassa integrazione Covid19, in aggiunta ai 180 dipendenti Marcegaglia a casa dal 26 di marzo in CIG

22 giugno 2020

Il 28/05 la Direzione Marcegaglia Ravenna ha incontrato le RSU e le loro Organizzazioni Sindacali (FIOM, FIM, UILM i soli chiamati dalla Confindustria e da Marcegaglia in quanto firmatari dell’accordo sulla rappresentanza, in poche parole sindacati di comodo) e hanno firmano l’ennesimo accordo per prolungare la cassa integrazione Covid19 che va ad aggiungersi ai 180 dipendenti Marcegaglia a casa dal 26 di marzo in CIG.

Nel loro comunicato:
– NON abbiamo letto nulla sulle varie cooperative in appalto alla Marcegaglia, ai soci lavoratori o così chiamati, dove ci risulta che su 500 solo 50 sono in cassa integrazione e che i loro responsabili li fanno lavorare a rotazione mentre i dipendenti Marcegaglia sono a casa da quasi quattro mesi in CIG.
– NON scrivono che il Centro Servizi è in sofferenza con pochi ordini e con poche ordinazioni, anche se negli ultimi anni non ha mai messo personale in cassa integrazione.
Inoltre il consorzio creato qualche anno fa della Marcegaglia è composto da tante piccole aziende che si occupano di manutenzione dei vari macchinari nelle linee di produzione e tutte dipendono dallo stesso consorzio che da poco ha vinto anche l’appalto della movimentazione dei terminali Marcegaglia all’interno del porto.
A sua volta dipende dalla storica cooperativa Ravvenate che opera da circa 30 anni all’interno dello stabilimento Marcegaglia. Anche i lavoratori, dipendenti della azienda che ha perso l’appalto, sono stati assorbiti dal consorzio e svolgono turni lavorativi di 12 ore insieme ai soci e dipendenti della cooperativa.
La cooperativa gestisce tutti i sub-appalti delle ditte, sia del consorzio sia quelle non consorziati; queste assumono dipendenti con contratti di somministrazione presso agenzie locali nel ravvenate con contratti da 2/3 ore ma in realtà ne svolgono pure 12/13.
Sempre se qualche dipendente della ditta in appalto e subappalto alla cooperativa storica non gli è simpatico perché magari nel periodo lavorativo ha avuto dei problemi familiari per cui si è assentato dal lavoro, la cooperativa storica comunica all’azienda “nuova” che questo lavoratore non dovrà più lavorare all’interno dello stabilimento Marcegaglia in quanto fosse non idoneo, a sua volta l’azienda che ha perso l’appalto non può licenziare il lavoratore in quanto il contratto non lo permette, quindi lo trasferisce nella sede legale a 350 km di distanza, tutto ciò in collaborazione con qualche sindacato che firma l’accordo. Tutto ciò dopo 12 anni di lavoro dentro lo stabilimento;
– NON abbiamo letto nel comunicato dei 3 sindacati confederali, chiedere all’azienda
in collaborazione col servizio sanitario locale o il loro medico locale, i test sierologici o i tamponi nasofaringei/orofaringei a parer nostro necessari. E’ preoccupante quanto scritto sui quotidiani locali che un collega è stato trovato positivo (ed è stato messo in quarantena) mentre altri 3 colleghi son stati allontanati.
Il protocollo aziendale prevede che a chiunque entri nello stabilimento sia misurata la temperatura e nel caso superi 37 gradi sia rimandato a casa. Ma se rimandi indietro un camionista che arriva dall’est Europa, questo se ne tornerà a casa?
– I grandi impianti non sono mai stati fermi, ma l’azienda con la scusa di evitare assembramenti continua la produzione sotto organico. In questo modo i lavoratori sia per lo stress correlato al lavoro sia per i turni massacranti non hanno la giusta sicurezza nelle linee di produzione, che ricordiamo non stanno maneggiando plastica o cartone ma bensì lamiere. Ne testimoniano i vari infortuni capitati negli ultimi anni, sia quelli molto gravi sia quelli di piccola-media entità aimè molto attuali, oppure i mancati infortuni purtroppo dimenticati nei comunicati dei 3 sindacati e
dalle loro RLS.
E infine non dimentichiamo l’ultimo grave infortunio accaduto al collega che salendo dalla stiva per andare sul ponte è scivolato dalla scala, spaccandosi il femore con 40 giorni di prognosi, ma sicuramente gli verrà proposto di chiudere l’infortunio come accade spesso negli ultimi anni per non ricorrere a problemi di aumento premio Inail e di ulteriori verifiche degli ispettori della medicina del lavoro, proponendo al lavoratore una sistemazione temporanea nell’ufficio sicurezza Intanto la sede generale Marcegaglia di Gazoldo Degli Ippoliti in data 16/06/20 comunica che a causa Covid-19 la cassa integrazione sarebbe iniziata il 23/03/20 e la data del termine sarebbe stata provvisoriamente il 31/08/20 per tutti i dipendenti delle società del gruppo Marcegaglia.
– Scrivono che dovranno discutere degli avanzamenti di qualifica; ma nel contratto di secondo livello del 2011, attualmente ancora in essere, hanno firmato che alla direzione l’avanzamento di qualifica si deve proporre 2 volte all’anno, ma tutto ciò non succede, dovrebbero esser riconosciute per meritocrazia e non secondo simpatia dei capi reparto verso alcuni lavoratori o per favorire qualche sindacato e altri no;
– Stesso discorso per il contratto aziendale di 2° livello, che è stato rinnovato un anno dopo, accontentando i lavoratori e le lavoratrici con qualche briciola mentre il costo della vita ogni giorno, ma di tutto ciò i sindacati confederali ne parlano ma non fanno nulla;
Per la FLMUniti-CUB tutti i lavoratori, a prescindere dalla provenienza o colore, hanno gli stessi diritti e non solo doveri, per questo CHIEDIAMO all’Azienda e ai Sindacati Confederali Interni (riconosciuti dalla Confindustria e dalle aziende) di rispettare e far rispettare i contratti da loro firmati, in particolare quello previsto nel testo unico art. 81/2008 e tutti i suoi articoli.
Continueremo ad osservare a denunciare, pur rischiando di venire licenziati com’è successo qualche mese fa ad un lavoratore rappresentante per la sicurezza (RLS) molto scomodo sia ai sindacati confederali sia soprattutto alla Marcegaglia.

Ravenna, 26/06/20

Federazione Lavoratori Metalmeccanici Uniti
Confederazione Unitaria di Base

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FONTE: https://www.cub.it/index.php/174-organizzazioni-cub/flmuniti-cub-metalmeccanici-telecomunicazioni/13895-marcegaglia-ravenna-ennesimo-accordo-per-prolungare-la-cassa-integrazione-covid19-in-aggiunta-ai-180-dipendenti-marcegaglia-a-casa-dal-26-di-marzo-in-cig


Police e COVID-19: fatti della stessa pasta. Perché un’infermiera ha rischiato la vita per combattere il virus e la Polizia

da https://it.crimethinc.com/2020/06/22/police-e-covid-19-fatti-della-stessa-pasta-perche-uninfermiera-ha-rischiato-la-vita-per-combattere-il-virus-e-la-polizia

22 giungo 2020

Siamo solidali con l’infermiera cinquantenne Farida C. che – dopo aver contratto il COVID-19 mentre stava curando i pazienti colpiti dal virus presso l’ospedale Paul-Brousse di Villejuif presso cui lavora – si trova ora a dover rispondere alle accuse di aver lanciato, la scorsa settimana, dei proiettili per difendere alcuni manifestanti dagli attacchi dei gendarmi parigini. Entrambe le attività dimostrano enorme coraggio e abnegazione. Combattere il COVID-19 e combattere la violenza della Polizia sono due aspetti dello stesso programma.

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Le date di una strage

Da febbraio ad oggi abbiamo assistito al frantumarsi del mito dell’eccellenza sanitaria lombarda.
Quello che, secondo la Corte dei Conti e l’Ocse, doveva essere uno dei più efficienti in Italia e in Europa: così si diceva, prima che fosse messo alla prova. Oggi, in soli 3 mesi di emergenza sanitaria, è invece riconosciuto come uno dei sistemi sanitari regionali con il maggior numero di morti al mondo: oltre 16 mila persone accertate. A cui si deve aggiungere un numero imprecisato di persone morte in casa o nelle RSA, che senza tampone non vengono conteggiate tra i numeri ufficiali della Protezione Civile.
Un risultato così nefasto non è stato ottenuto solo grazie al sistema sanitario lombardo, ma anche grazie all’incapacità e all’approccio aziendalistico portato avanti in questi mesi dalla giunta regionale e, qui a Milano, anche dal sindaco Sala.
Quando si tratta di fare soldi, non importa il colore del partito a cui appartieni.

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Il virus e la riproduzione sociale

18 giugno 2020

L’epidemia di Covid-19 ha scoperto un’emergenza. La normalità di un’emergenza: il disallineamento tra la riproduzione capitalistica della realtà sociale e quelli della cura dell’umano.

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