Category Archives: Lavoro e capitalismovirus

Decreto legge del “Rilancio”. Soldi ai soliti, briciole al resto.

16 maggio 2020, da http://www.ondarossa.info
Con Maurizio Donato si analizza l’ultimo D.L. del governo: pioggia di soldi ai padroni, le briciole per noi.
E il peggio deve ancora venire.

 


Aggiornamento dalle campagne in lotta e commento sulla “sanatoria”

Foggia, braccianti in rivolta davanti alla fabbrica di pomodoro: "Siete sporchi di sangue"

La questione dei braccianti irregolari nelle campagne italiane è uscita alla ribalta in tempi di pandemia. La “sanatoria” approvata il 13 maggio rispecchia gli interessi in campo: le pressioni della filiera agroalimentare per assicurarsi manodopera a basso costo e l’agenda politica che fa dell’opposizione alla migrazione il suo cavallo di battaglia. Infatti, i permessi di soggiorno di 6 mesi concessi a chi può dimostrare un contratto lavorativo regolare non modificano sostanzialmente la condizione dei lavoratori agricoli, sia per la loro durata insufficiente ed esclusivamente funzionale al lavoro stagionale, sia perché non incide sul lavoro in nero. Mentre sindacati e associazioni sono intervenuti solo in tempi di emergenza, in cui è possibile sfruttare la sovraesposizione mediatica, lotta autorganizzata di braccianti e solidali per ottenere documenti e abitazioni è attiva da anni.

Ne abbiamo parlato con una compagna di Campagne in Lotta. Ascolta la diretta:

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FONTE: https://radioblackout.org/2020/05/aggiornamento-dalle-campagne-in-lotta-e-commento-sulla-sanatoria/


Solidarietà ai/alle lavoratori/lavoratrici di Fruttital in lotta

L'immagine può contenere: spazio all'aperto

14 maggio. Durante tutto questo periodo la grande distribuzione alimentare ha avuto un ruolo centrale.
Per quanto il cibo sia una cosa di cui non possiamo fare a meno, noi non sappiamo nulla se non il costo e e le poche informazioni, spesso ingannevoli, contenute nelle etichette. Non abbiamo nessuna esperienza di dove e come vengono coltivate le cose che mangiamo, di come e dove vengono prodotte e a quali condizioni.
Da molto tempo abbiamo accettato che dietro i prodotti che compriamo ci sia sfruttamento di persone, animali e territori e che i nostri cibi sono prodotti alterando fortemente i processi naturali.

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Le file all’alba per andare a lavoro: sfruttamento ai tempi del Covid*

Il video pubblicato ieri da  Fanpage  racconta una Roma diversa da quella che conosciamo fino a qualche mese fa, e sicuramente ancora diversa da quella che realmente vivremo tra qualche settimana, quando ricominceremo tutti a lavorare con le distanze di sicurezza, ancora oggi per mesi.

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La Lombardia fa male!

L'immagine può contenere: il seguente testo "La Lombardia fa male! Cambiamola noi! 13 maggio 2020 11:32 Milano, primario Policlinico: "Tra 2 settimane chiuderemo l'ospedale in Fiera". Ospitati 25 pazienti 神 ததர்ர் #iSentinelli"

???? 25 pazienti
???? 317 conferenze stampa
???? 1.272 interviste ai tg

⚫️ 21 milioni spesi

Mandateci le vostre storie di malasanità lombarda.

I sentinelli di Milano

FONTE: https://www.facebook.com/isentinellidimilano/photos/a.326149944234099/1533800953468986/


Il nostro compito è fermare il motore (Arundhati Roy)

12 maggio 2020

La pandemia ha bloccato la macchina del capitalismo. Ma sappiamo che questo blocco è temporaneo. Sappiamo anche che le pandemie non sono certo una novità, ma questa è la prima dell’Era Digitale, dove è arrivata come un regalo agli stati autoritari. Lo dimostra, ad esempio, l’imposizione in molti stati delle applicazione di sorveglianza sanitaria. “Se prima del coronavirus ci aggiravamo da sonnambuli nello stato della sorveglianza, oggi stiamo correndo in preda al panico tra le braccia di uno stato della super-sorveglianza – scrive Arundhati Roy – in cui ci è chiesto di rinunciare a tutto… Come fermare questo motore? Questo è il nostro compito”

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Stati Uniti. Carne da macello

La crisi della filiera della produzione della carne, con più di 5mila casi di Covid-19 e già 20 morti, ha prodotto una crisi politica in un paese che ha fatto della cultura dell’hamburger e del barbecue uno dei propri pilastri identitari. Ma ha anche svelato una delle storie di sfruttamento del lavoro più brutali in uno dei settori industriali più anti-sindacali, da cui negli Ottanta è partita la controffensiva neoliberista reaganiana.

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Scienza e tecne al tempo del Covid-19

La tecnología se une a la guerra contra el coronavirus

In un momento come quello attuale, che la tecnologia sia un fatto politico sta diventando molto più evidente di quando le nostre infrastrutture funzionano senza problemi. Molti sono i processi in corso: la comunicazione virtuale, l’uso di piattaforme digitali e l’automazione dei processi produttivi assumono nuovi connotati mentre evitiamo di incontrarci dal vivo o fare acquisti in maniera diretta. Tali cambiamenti sono destinati ad avere effetti a lungo termine sull’ecosistema tecnologico in cui viviamo e ancora maggiori ricadute sull’organizzazione del lavoro. Vecchie preoccupazioni tecnopolitiche sulle barriere all’accesso, la neutralità della rete, la sorveglianza e la proprietà sui dati, la proprietà pubblica delle infrastrutture per le telecomunicazioni e il potere radicato degli oligopoli tecnologici stanno tornano a interrogarci con urgenza.

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Più Covid uccide più Amazon guadagna. Continua a far rischiare i suoi dipendenti e a non pagare tasse.

Di Checchino Antonini

Non solo Bezos è titolare del brand che vale di più al mondo, ma il titolo della sua compagnia Amazon vola incontrastato in borsa: nella seduta dello scorso 14 aprile il prezzo ad azione aveva raggiunto la cifra record di 2.283 dollari (era 2.170,22 dollari il 19 febbraio). E l’emergenza globale in corso ha contribuito a rendere ancor più evidente quanto Amazon sia l’infrastruttura principe del mercato, indispensabile sia per i consumatori sia per gli stessi concorrenti. Tutto ciò mentre il colosso di Seattle pratica normalmente il predatory pricing (una strategia tariffaria in cui i prezzi di beni o servizi vengono inizialmente fissati ad un prezzo molto basso con l’intento di limitare la concorrenza e creare barriere all’ingresso per poi procedere al successivo rialzo in fase di monopolio).

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Milano. Licenziato operatore sanitario del Don Gnocchi. Aveva denunciato irregolarità nella gestione coronavirus

E’ stato licenziato l’operatore sanitario che aveva denunciato la Fondazione Don Gnocchi, una delle Rsa private finita al centro di una delle inchieste della procura di Milano per epidemia e omicidio colposi.

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Niente carezze ai padroni. Lotte delle operaie e sciopero femminista nel tempo pandemico

Intervista a M. ‒ Non Una di Meno Transterritoriale Marche.
Da http://www.connessioniprecarie.org

Abbiamo intervistato M., attivista femminista e operaia, che racconta come sta cambiando il lavoro operaio nel terzo settore in tempi di Covid19. Svolgere lavori essenziali durante il picco pandemico ha voluto dire prima di tutto mettere a rischio la propria salute, specialmente se le aziende lucrano sui fondi pubblici che dovrebbero usare per applicare norme di sicurezza che alla catena di montaggio sono virtualmente impossibili da seguire senza ridurre i ritmi della produzione. Lavoro essenziale vuol dire anche l’estensione dell’orario e la moltiplicazione dei turni senza che vi sia un aumento dei salari. Nel neonato settore della sanificazione salari bassissimi vengono corrisposti a una forza lavoro fatta prevalentemente di donne e migranti, che anche durante la crisi sanitaria sono sottoposte al ricatto del permesso di soggiorno. Questo tuttavia non ha impedito loro di prendere parola. In fabbriche, magazzini, ospedali, scioperi e proteste hanno mostrato l’attualità dello slogan dello sciopero femminista: se le nostre vite non valgono, ci fermiamo! La divisione sessuale del lavoro non si limita ai luoghi della produzione ma continua all’interno mura di casa, dove sono ancora una volta le donne a prendersi cura di figli, anziani e malati, come dimostra il fatto che siano soprattutto loro a fare richiesta dei congedi parentali. Proprio la divisione sessuale del lavoro e la connessione tra lavoro produttivo e riproduttivo è stata al centro delle mobilitazioni di Non Una di Meno, che ha anticipato con lo sciopero femminista dell’8 marzo quella possibilità di interrompere la produzione e riproduzione sociale, una possibilità che gli scioperi pandemici hanno rivendicato con forza. Come emerge chiaramente da questa intervista, partire dalle condizioni materiali e di vita è stata la prima spinta per la presa di parola e la costruzione di una lotta in questi mesi. Riconoscere la portata e l’attualità dello sciopero femminista è la chiave anche durante la ricostruzione, anticipare e continuare a sottolineare le connessioni fra razzismo, sessismo e sfruttamento è quanto mai necessario.

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Anche Bonaccini vuole le fabbriche aperte

Mentre non si arrestano i decessi da coronavirus, il presidente della Regione appoggia la ripartenza di automotive, ceramiche e moda, perché settori a più alto tasso di export. Intanto, lavoratori ristorazione: “Ci vogliono dare un futuro di ancora maggior sfruttamento”. Deliveroo prende tempo per fornire dpi al lavoratore che ha vinto la causa. Continue reading


SANITÀ: TRA MIGRAZIONI E TERRITORIO

Affrontare la questione sanitaria all’epoca del coronavirus ci porta a percorrere un terreno sdrucciolevole. Nell’indicare le responsabilità di chi ha gestito questa crisi, nel parlare dei limiti strutturali e organizzativi dell’istituzione sanitaria, addentrandosi nella matassa dei tagli alla Sanità o del frammentato mercato del lavoro, si rischia di ricadere in una retorica riformista. Non ci interessa infatti chiedere che lo Stato funzioni meglio, o indicare come un potere altro dovrebbe gestire la situazione senza variare, però, la natura e la struttura che stanno alla base. Continue reading


Lo sfruttamento certificato dal virologo. Scene di lotta di classe nelle imprese italiane

Come ormai afferma pure qualche governatore del profondo nord, la fase due è già iniziata e le fabbriche hanno cominciato a riprendere le loro attività. Da «martedì il Veneto non sarà più quello di oggi» ha dichiarato il governatore Zaia, che in realtà il lockdown non l’ha mai voluto, essendo scientificamente convinto che l’epidemia sia causata dalle abitudini alimentari dei cinesi. In realtà la macchina produttiva italiana ha semplicemente rallentato se, come pare, solo 8 milioni su una platea di circa 23 milioni di occupati erano «sospesi». Continue reading


Lombardia: da dove viene la crisi sanitaria?

La crisi sanitaria in Lombardia ha ragioni ben più antiche del Covid-19. La natura sistemica della crisi della sanità lombarda è fatta di privatizzazioni, chiusura di presidi ospedalieri pubblici territoriali, mancanza di personale. Le inchieste della magistratura sulle RSA e l’Ospedale della Fiera di Milano è solo la punta di un iceberg ben più consistente.

Ne parliamo con Aldo Gazzetti del Forum per la Tutela della Salute Lombardia.

 

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