“Gli ufficiali tornino ai loro uffici, gli schiavi alle loro schiavitù. E se sapete un inno, intonatelo” – Alberto Sordi, Due notti con Cleopatra
È la Ripartenza. Mentre gli esperti embedded blaterano di plateau come cuochi, e si continua a morire a centinaia nella Lombardia dell’orrore degli ospizi-lazzaretto, e in tutto il Nord dove non c’è mai stato nessun reale lockdown delle attività produttive, già Confindustria e Confcommercio scalpitano per riaprire anche quel poco che è stato chiuso, con la complicità di politici ed esperti embedded che hanno la faccia da Covid di attribuire i dati negativi a fantomatici “contagi avvenuti in famiglia”.
Questi giorni, forzatamente chiusi in casa, ci sembrano un’ottima occasione per provare a riflettere e a mettere nero su bianco alcune considerazioni su ciò che sta accadendo, sui possibili scenari che si apriranno e verso cosa, come compagni, sarà il caso di volgere la nostra attenzione. Continue reading
Il diritto alla città si scontra oggi con due tendenze opposte, che sono però due facce della stessa medaglia: da un lato la mercificazione e turistificazione dello spazio urbano e non, dall’altro il lockdown e le limitazioni agli spostamenti che hanno messo in crisi in particolare proprio il settore turistico. Questa empasse apparente in realtà è una sottrazione ulteriore di spazio, che accelera i processi di erosione e privatizzazione. Per questo è importante più che mai una rivendicazione dello spazio come pubblico e politico, problematizzando anche lo spazio domestico. Continue reading
“La prima battaglia culturale è stare di guardia ai fatti.”
Hannah Arendt
La disinformazione giornalistica scomposta ed emergenziale sta facendo da narratrice unidirezionale alla situazione complessa in cui siamo immersi da un mese a questa parte. Improbabile trovare un’unica lente di osservazione ed analisi per affrontarla. Molti piani, prospettive e dinamiche si mescolano e intrecciano richiamando relativi interessi e protagonisti di processi già in corso.C’è da dire che, come spesso accade nella storia, avvenimenti emergenziali accelerano determinati processi e in questo caso affiorano chiaramente quelli che sono gli obiettivi che, grazie a questa pandemia, si vorrebbe raggiungere.
L’eccezionalità permette di spostare il confine dell’accettabile in modo poco rumoroso e senza preavviso, attuando delle “trasformazioni silenziose” irreversibili.
Anestesia. Qualcosa che rende inermi. Non pensare. Te lo dicono loro. Non uscire. Ti proteggono loro. Tu sei l’untore. Sei il rischio. Il rischio non fa parte di un mondo programmato. Il programma sta nella realizzazione del dominio. E buonanotte ai suonatori.
Abbiamo nei giorni scorsi ricevuto dalla Grecia alcune domande sulla situazione italiana e sulle riflessioni che si stanno facendo sulla crisi sanitaria in corso e proviamo a rispondere.
Una epidemia, in un contesto umano, non rappresenta soltanto un fenomeno naturale, ma è anche e soprattutto un fenomeno sociale: come la società, e in particolare il sistema sanitario, è arrivata pronta o meno di fronte alla crisi della Salute pubblica; come la classe dirigente gestisce l’emergenza, come la società civile reagisce, il grado di percezione e l’immaginario dell’opinione pubblica: in sostanza, nella mediazione tra malattia, individui e gruppi operata da Stato, governo, capitali finanziari e industria.[1] In questo processo, centrale diviene il sapere medico, la cultura di organizzazione della sanità pubblica e il suo orientamento economico.[2]
Il medico al paziente: “Prima le buone notizie, dopo lunghe analisi abbiamo finalmente accertato che lei non è un ipocondriaco”.
Ci sono tanti modi per essere irriducibili, ma ce n’è uno che è veramente radicale: mantenere il buonumore, sempre e comunque. Questa barzelletta sembra allora perfetta per descrivere questi tempi tragici. Se la buona notizia è che non sei ipocondriaco, allora c’è davvero da preoccuparsi. E’ tutto vero. E’ tutto surreale sì, ma tutto vero. Continue reading
Orientarsi tra le informazioni, in questo periodo, è più complesso di quanto non lo sia di solito, ancora di più se una parte dei ragionamenti hanno a che fare col melmoso universo dei dati e delle statistiche. Vengono in mente almeno due problemi cruciali: 1) i dati raccolti dai vari enti ed organi circa lo sviluppo del contagio sono assai lacunosi. 2) gli stessi criteri di raccolta e catalogazione, oltre che rielaborazione, risentono degli interessi di chi li maneggia. Continue reading
In Europa, e soprattutto nell’Unione Europea – la seconda potenza economica mondiale – giorno dopo giorno si evidenzia che le politiche pubbliche condotte negli ultimi venti anni hanno minato le strutture della sanità pubblica che avrebbero potuto affrontare una pandemia come quella del Covid-19. A marzo questa zona era il cuore della pandemia. Oggi è il turno degli Stati Uniti e domani dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia, con rischi sempre più gravi per milioni di persone in paesi che hanno strutture sanitarie deficitarie.
Come uscirà la nostra società dalla crisi del COVID-19? La pandemia dimostra che abbiamo bisogno di più potere statale centralizzato, più sorveglianza e controllo? Quali sono le minacce contro di noi – e come possiamo prepararci per affrontarle?
Stiamo vivendo una difficile situazione data dalla diffusione di un virus nominato Covid-19. Rispetto alla sua genesi non crediamo a nessuna “ipotesi di complotto”: semplicistica soluzione, per non leggere la situazione per quel che è. A conferma, il fatto che nessuno ne sta giovando, anzi. A causare l’epidemia è una tipica condizione di ultra-sviluppo industriale e mercantile.
Situazione a dire poco complicata per quanto riguarda le case di riposo lombarde. Proprio oggi, martedì 7 aprile, il Ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia si è rivolto alla Lombardia, regione più colpita, per chiedere di attivare le agenzie di tutela della salute e capire quali case di riposo siano in difficoltà e di quale tipo di aiuto abbiano bisogno. Tanto che si parla di medici e professionisti dedicati da poter inviare e legati a un bando sulla ricerca di medici e infermieri, al quale potrebbe aggiungersi un altro bando per individuare altre figure. Continue reading