Cosa avrebbe fatto Landauer oggi durante la pandemia? Ce lo dice Gianfranco Ragona per Elèuthera Editrice
Gianfranco Ragona ragiona sul momento attuale e non solo, curatore dell’antologia “La comunità anarchica” di Gustav Landauer, testo creato a partire dalla vita e dalle opere del filosofo e pensatore libertario tedesco. Scheda libro – https://eleuthera.it/scheda_libro.php…
È in libreria a Napoli, Roma, Bologna, Milano e Torino il numero quattro de Lo stato delle città (qui indice e distribuzione). Pubblichiamo a seguire, estratto dalla rivista, l’articolo Le alternative infernali di Stefano Portelli.
2020. Era Covid. La fase 1 è finita. L’economia arranca. Nell’impresa di far ripartire tutto senza ricostruire nulla, con l’intento di perseverare sulla strada della disuguaglianza sociale, dei doveri in entrata e dei diritti in uscita, un manipolo di politici prepara la più grossa diligenza carica di ori e di denari dai tempi della trilogia del dollaro. Quelli filmici. Come ai tempi, nel tragitto questa diligenza è stata presa d’assalto: lo scontro è stato cruento, gli esiti li descriveremo in quest’approfondimento che parte da un fatto, passato inosservato in un’epoca in cui l’esposizione mediatica pare direttamente proporzionale all’ignoranza messa in scena.
Il collettivo RI/Belle si incontra presso la Panetteria Occupata di via Conte Rosso 20 – 20134 Milano – Lambrate per contatti: coll.ri.belle@libero.it – fb Spazio Donne Ri/Belle
Un taccuino di appunti scritto in piena epidemia covid-19, i cui contenuti sono frutto di una riflessione che parte da lontano e non si esaurisce – come ogni pensiero emergenziale – nell’analisi immediata della pandemia.
Il capitale osceno attende infatti di essere disvelato, assieme alle denegazioni e al terrore che le ombre e il nero continuano a suscitare nel nuovo servo volontario.
libretto 42 pagine, non in vendita – download gratuito IL CAPITALE OSCENO
Episodi di violenze compiuti da agenti a Buffalo e in Virginia. E cresce la paura per nuovi casi di Covid.
Le manifestazioni di Black Lives Matter continuano in tutti gli Stati Uniti e non si placa la violenza della polizia.
La pandemia di COVID-19 ci ha posti in una condizione simile a quella del gatto di Schrödinger: ipotizzando di essere possibili portatori del virus dobbiamo prendere tutte le precauzioni per non contagiare il prossimo; e supponendo di non averlo ancora contratto dobbiamo invece tutelarci; in entrambi i casi dobbiamo seguire una serie di attenzioni ben precise. Al centro di questa cornice c’è ovviamente il nostro corpo e il significato che ha all’interno del sistema politico. Proprio per controllare questa sua vulnerabilità, le politiche anticontagio lo hanno reso oggetto di precise misure che, come alcuni hanno fatto notare fin dall’inizio, dal mantra dell’iorestoacasa alla sorveglianza militare, dai principi di distanziamento sociale ai propositi di “contact tracing”, hanno condotto a un’esasperazione del discorso biopolitico in nome di un nuovo controllo sociale.
Uno degli effetti della pandemia e certo non il meno rilevante è l’affermarsi nel ceto politico di sinistra e di destra, con la destra che spesso prende posizioni più “estreme”, di una gara per il consenso nei confronti del padronato e delle corporazioni delle classi medioalte, dove vediamo una richiesta di intervento pubblico senza i vincoli imposti negli ultimi decenni. Per quanto sia chiaro, almeno a noi, che i “neoliberisti” hanno sempre considerato i finanziamenti pubblici alle imprese ed ai ceti dominanti in genere come misure accettabilissime, è evidente che le politiche economiche attuali rimettono in campo una qualche forma di economia mista fra stato e mercato.
Un compagno dell’area napoletana ci ha segnalato una lettera dell’a.d. di FCA Mike Manley ai dipendenti del gruppo che contiene un ringraziamento per il lavoro fatto a domicilio durante il lockdown. Aggiungendo questo suo commento: “l’a.d. di FCA sembra avere l’intenzione di applicarlo anche nel dopo Covid-19. Ciò vuol dire un’ulteriore accelerazione dell’atomizzazione della condizione lavorativa, e ricorda tanto la vecchia produzione di merci a domicilio fatta ovunque, nelle case, nei garage, negli scantinati, soprattutto nel meridione. La modernità ultimo grido del capitalismo, in termini di condizioni di vita e di lavoro, assomiglia tanto a qualcosa di già conosciuto, e conosciuto da molto tempo.” Infatti… tornano in campo forme di sfruttamento del lavoro tipiche del primo capitalismo (peraltro mai scomparse del tutto anche nei paesi più ricchi). Solo: invece del telaio in legno o della macchina da cucire, c’è il computer.
5 giugno 2020. Tra lassismo e autoritarismo, ritardi nella definizione delle zone rosse e assenza di dialogo coi professionisti in prima linea, il tiramolla di un’amministrazione apparsa più volte non all’altezza della situazione. Tra riconoscimenti economici elargiti alle RSA disposte ad accogliere pazienti positivi provenienti dagli ospedali e comunicazioni alla cittadinanza confuse, tra inutili rincorse agli approvvigionamenti e utenti più fragili lasciati allo sbando, la cronistoria di un fallimento.
Intervista a Jennifer Mastroianni, educatrice professionale e pedagogista in una RSA lombarda, tra i fondatori dell’Associazione M.I.L.L.E. Professioni Educative: https://audio9.mixcloud.com/secure/dash2/9/f/c/9/1c3e-258f-4475-a8b7-e6988d6dfc81.m4a/init-a1-x3.mp4
Come ampiamente propagandato mercoledì 27 Maggio, alle ore 17, si è svolto il Presidio di protesta sotto il Palazzo della Regione a Milano con la parola d’ordine: “Prendiamo parola, riprendiamo la piazza”.
La prima mobilitazione pubblica dell’area di opposizione dal basso dopo due mesi di immobilismo totale. La scelta del Palazzo della Regione è stata fatta soprattutto come protesta ed atto di accusa per come l’Amministrazione Regionale in modo vergognoso ha gestito la situazione dell’epidemia del coronavirus.
Nonostante il blocco degli sgomberi dovuto all’epidemia Covid 19, il triste lavoro di Aler non si è mai fermato. Ufficialmente dichiara di procedere solamente con gli sgomberi in flagranza, e già questa è una mossa ben meschina dal momento che, proprio nei mesi di emergenza, molti si sono trovati nella necessità di avere una casa per tutelare la propria salute, quella altrui ed evitare di incorrere in pesanti sanzioni.