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Il capitale osceno (Martina Guerrini)

capitale osceno

7 giugno 2020

Un taccuino di appunti scritto in piena epidemia covid-19,  i cui contenuti sono frutto di una riflessione che parte da lontano e non si esaurisce – come ogni pensiero emergenziale – nell’analisi immediata della pandemia.
Il capitale osceno attende infatti di essere disvelato, assieme alle denegazioni e al terrore che le ombre e il nero continuano a suscitare nel nuovo servo volontario.

libretto 42 pagine, non in vendita – download gratuito IL CAPITALE OSCENO

FONTE: https://dethector.wordpress.com/2020/06/07/martina-guerrini-il-capitale-osceno-2/


Adesso basta!!!

ius sanguinis | nicoletta poidimani

27 aprile 2020

Il tempo della reclusione “volontaria” avanza e si dilata a dismisura.

Quella che era stata spacciata per prevenzione si rivela essere, sempre più chiaramente, una tecnica di addomesticamento.
La prima, infatti, mette immediatamente in campo tutte le misure realmente efficaci, quindi necessarie, per anticipare ed evitare il diffondersi delle patologie; l’addomesticamento, invece, presuppone la gradualità dell’addestramento, fino ad ottenere la totale obbedienza e sottomissione.

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La servitù volontaria

18 aprile 2020

“In verità la plebe,… è per natura sospettosa nei riguardi di chi l’ama e ingenua verso chi la inganna.
…Non è mai capitato che i tiranni, in nome della loro sicurezza, non si siano sforzati di abituare il popolo non soltanto all’obbedienza e alla servitù nei loro riguardi, ma ancor di più alla loro devozione” Etienne De La Boétie Discorso della servitù volontaria, (Edizioni Feltrinelli,2014)

#restiamoacasa #andràtuttobene sono gli slogan sotto forma di ashtag creati dal governo per diffondere l’obbedienza incondizionata ad accettare la detenzione “volontaria” in cui 60 milioni di persone sono state costrette.
Detenzione in nome di una guerra contro il nemico invisibile che ha vigliaccamente colpito il belpaese, riducendolo in un campo di morti.
Se non volete morire, se non volete vedere i vostri cari morire dovete restare a casa.

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LA RABBIA NON HA PIU’ RADICI?

[…] il legame che intercorre tra ideologia e ordine sociale, produzione e riproduzione risulta tutt’altro che stabile, consentendo la possibilità di rifiutare il consenso, romperlo e annullarlo, impedendo il respingimento o il riassorbimento della resistenza nel sistema […]Federica Paradiso, Le radici della rabbia, Red Star Press, Roma 2014

La città è blindata, la società è blindata, dobbiamo stare tutti/e a casa per paura del contagio da coronavirus. Gli appelli si susseguono, i decreti si rincorrono, uno più vincolante dell’altro, uno più autoritario dell’altro.

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