Tag Archives: stato di polizia

Imola. E se le parole si trasformassero in pietre?

Nel mese di marzo 2020, nella città di Imola (BO), sono apparse diverse scritte che inveivano contro lo Stato di Polizia e contro l’obbligo a restare chiusi in casa, agli arresti domiciliari democraticamente “volontari”.

Qualche settimana dopo che sui social e sui giornali bravicittadini ed esponenti vari della politica locale si struggevano per la rabbia e la violenza espressa da quelle scritte nonché per il deturpamento dei preziosi muri della città, siamo statx fermatx (in maniera abbastanza ridicola, tipica delle forze dell’ordine imolesi) nelle consuete passeggiate in barba ai divieti e quel giorno, oltre all’ennesima multa son saltate fuori le notifiche.

Le indagini, ancora aperte, ci appioppano, in merito alle scritte di cui prima, istigazione a delinquere, istigazione a disobbedire alla legge, deturpamento e imbrattamento, vilipendio della repubblica e delle forze armate, violenza o minaccia a corpo politico e l’avvio di un procedimento per foglio di via.

Al di là di chi può aver fatto le scritte, al di là della nostra colpevolezza o meno, non possiamo che sorridere pensando a chi continua ancora, e speriamo indisturbatx, a infrangere la quiete. Non ci sembra assurda l’accusa di Istigazione per questi fatti, anzi, in fondo cos’altro mai dovrebbero fare delle scritte che esprimono odio nei confronti di tutto ciò che rappresenta Ordine?

Non ci sentiamo quindi preoccupatx od offesx davanti a simili accuse perché ogni volta che ci esprimiamo, in testi scritti o sussurrandoci burlesquamente idee nell’orecchio, ci sentiamo e siamo Delinquenti. E se qualcunx, parlando con noi o assaporando un testo da noi prodotto, dovesse mai sentirsi istigatx, beh, propaganda ben fatta!

Tra l’altro, dopo pochi giorni dalla notifica, hanno continuato ad apparire manifesti di saggia manodopera (di questi tempi senza copisterie, immaginiamo) che recitavano più o meno: OBBEDIENZA NON È RESPONSABILITÀ stanno distruggendo le nostre vite con la tecno socialità e la militarizzazione delle strade facciamo sì che non manchi la rivolta. Sicuramente il leit motiv dell’andrà-tutto-bene, gli arcobaleni e il restiamoacasa non hanno attecchito su tutta la popolazione della città, forse l’ondata di multe e denunce, intimidazioni, inseguimenti non hanno spento la voglia di esprimersi.

Come non eravamo ligi al Dovere prima, non lo siamo adesso e mai lo saremo.
Ci vediamo al mare, fase due, tre o sticazzi!

due viandanti in tempo di covid, cofàtt, coddèt?

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FONTE: https://infernourbano.altervista.org/imola-italia-e-se-le-parole-si-trasformassero-in-pietre/


Comunicato dell’assemblea del C.S.A. Spartaco (Ravenna)

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25 aprile 2020. Oggi si festeggia il 75 anniversario della liberazione dal nazifascismo o almeno da quello della seconda guerra mondiale. Se però andiamo a vedere la definizione di fascismo, possiamo trovare la dicitura: «dottrina e prassi politica fondata sulla violenta e indiscriminata affermazione di motivi nazionalisti e imperialisti, sulla presunta loro adeguatezza a superare e armonizzare i conflitti economici, politici e sociali, e sull’imposizione del principio gerarchico a tutti i livelli della vita nazionale; estens., qualsiasi concezione della vita politica e dei rapporti umani e sociali basata sull’uso indiscriminato della forza e della sopraffazione». Se per fascismo intendiamo questo e non solo il regime tristemente noto, viene spontaneo pensare a quanta strada c’è ancora da fare per potersi dire veramente liber* dal fascismo. In questo periodo di crisi sanitaria è ancora più evidente la contraddizione di questo stato che si definisce antifascista. Sarebbe stato infatti auspicabile che in questo stato di emergenza tutte le risorse venissero impiegate ad aiutare chi ne avesse bisogno per superare il periodo e proteggersi dal virus. Dobbiamo, invece, constatare che le varie “forze dell’ordine” sono state tutte impiegate col solo scopo di reprimere duramente ogni forma di dissenso.

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Contro la montatura dell’operazione Ritrovo. Solidarietà!


Oltre la pandemia, lo stato di polizia

Bologna: Oltre la pandemia, lo stato di polizia – il Rovescio

20 aprile 2020  PDF: oltrelapandemia

Si percepiva sin dall’inizio di questo stato d’emergenza che la tutela della salute poco c’entrasse con il dispiegamento di controlli messo in campo nelle strade di tutta Italia. Si è insistito con una delirante narrazione supportata dalla complicità di tutti gli organi d’informazione, che spostasse sui comportamenti dei singoli le responsabilità delle migliaia di morti del profitto, via via legittimando una violenza e una brutalità che molte di noi conoscono bene sulla propria pelle da ben prima che fosse dichiarata l’emergenza. Chi invoca l’esercito e la militarizzazione dei territori è stato accontentato: non c’è angolo delle città che non sia inmano all’arroganza delle divise di ogni ordine e grado. A farne le spese sono gli stessi che chi comanda ritiene sacrificabile: i nemici interni, gli indesiderabili, gli ultimi, i carcerati fino agli anziani nelle case di riposo. Forse dalle finestre della reclusione forzata, a forza di avere sotto gli occhi quotidianamente la violenza dello Stato, in molti si stanno accorgendo del suo vero volto.

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Anarres del 10 aprile. Ecofascisti tifano Covid. Senza Frontiere. La società del virus e del controllo…

Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.

Ascolta e diffondi l’audio:
https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/2020-04-10-anarres.mp3?_=1

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L’ARIA CHE TIRA

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Da quando è scattata l’emergenza coronavirus le strade di Corvetto si sono sempre più riempite di polizia. Non che prima le volanti mancassero, anzi, ma decreto su decreto, giorno dopo giorno, le libertà individuali si sono ristrette e il controllo si è fatto più capillare. Da un giorno all’altro ci siamo trovati a doverci munire di fogli per giustificare i nostri spostamenti, a sopportare le invadenti domande sui nostri movimenti e ad avere sempre in testa le possibili risposte.

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Lascia lo sbirro a casa!


Uno stato poliziesco efficiente non ha bisogno di polizia“ ( William Burroughs )

L’emergenza causata dal coronavirus sta mostrando atteggiamenti a lungo rimasti sopiti.
Nel quadro del “ cittadino onesto “ si snodano comportamenti fascisti e polizieschi spacciati per buona condotta.
Da diversi giorni, nella grande arena dei media si consuma la retorica dell’eroismo patriottico di chi “ rimane a casa nell’osservanza dei decreti”.

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