31 marzo 2020. Come diceva Simone De Beauvoir: “Non dimenticate mai che sarà sufficiente una crisi politica, economica o religiosa perché i diritti delle donne siano rimessi in discussione. Questi diritti non sono mai acquisiti. Dovete restare vigili durante il corso della vostra vita”.
Mai frase più attuale, soprattutto durante questa emergenza coronavirus che è tristemente diventata fautrice di una crisi politica, economica e in parte anche religiosa.
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Coronavirus: un’associazione Pro-life chiede la sospensione dell’aborto in Italia
America Latina, Covid-19 e le donne
Un articolo di Maria Teresa Messidoro, vicepresidente di Lisangà, sul sito (www.lisanga.org) o sulla pagina di tgvallesusa.
Emergenza coronavirus: apertura dei centri antiviolenza D.i.Re
I Centri Antiviolenza della rete D.i.Re si sono organizzati per rispondere all’emergenza COVID-19 e alle disposizioni emanate dal governo con l’istituzione della zona rossa a livello nazionale, in modo da non lasciare sole le donne che hanno subito violenza.
Tutte le informazioni su: https://www.direcontrolaviolenza.it/emergenza-coronavirus-apertura-centri-d-i-re/
“Il Coronavirus è colpa dei gay e dei matrimoni omosessuali”, le folli parole di un patriarca ucraino
28 marzo 2020. “Ricordatevi che Dio bruciò Sodoma e Gomorra”. Queste le parole del Patriarca della Chiesa Ortodossa ucraina Filaret. Secondo lui infatti il Coronavirus sarebbe arrivato per colpa dei gay, per punire tutte le comunità LGBTQ e soprattutto l’istituto del matrimonio omosessuale.
Guida pratica per abortire in tempo di COVID-19
25 marzo 2020
di Federica di Martino
Lo sappiamo, sono giorni complessi per tutte e tutti, le informazioni si rincorrono e si sovrappongono in una marasma tale da non riuscire a capire a che punto siamo, ma soprattutto quando finirà tutto questo.Nel frattempo, però, la vita accade, per cui mangiamo, dormiamo, facciamo l’amore se abbiamo qualcun@ con cui passare il tempo in queste giornate infinite, leggiamo, abortiamo, guardiamo serie tv, insomma continuiamo ad esserci.
Il problema, e lo stiamo verificando quotidianamente, è che a non esserci sembrano essere proprio i servizi che dovrebbero garantire l’aborto. Ricordiamo che le interruzioni volontarie di gravidanza rientrano nei LEA (i servizi essenziali di assistenza), ovvero nei servizi e nelle prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto ad offrire ai propri cittadini, sempre. Ecco, questo dovrebbe lasciare poco spazio alle interpretazioni: l’aborto non è una pratica accessoria, ma un diritto fondamentale che non dovrebbe essere sottratto o limitato.
In Ohio e Texas aborto vietato: «Non essenziale» . Lo sciacallagio dei governi americani sulla pelle delle donne
Coronavirus. Colf e badanti sono state lasciate sole nell’epidemia
Fino a poco tempo fa María Victoria usciva di casa al mattino con sette mazzi di chiavi nella borsa, il suo e quelli di altri sei appartamenti a Roma. Sette giorni su sette andava da una signora fino a pranzo, poi prendeva autobus, metropolitane o tram, e raggiungeva le altre case. Qualcuna era a San Lorenzo, vicino alla stazione Termini, e qualcun’altra tra San Pietro e il Gianicolo, dall’altra parte della città. In ognuna faceva le pulizie, metteva in ordine e stirava se ce n’era bisogno. Tutto questo fino a che l’epidemia di coronavirus non è peggiorata e il governo ha approvato una serie di provvedimenti per limitare gli spostamenti, vietare gli assembramenti e chiudere ogni attività non necessaria. Le persone si sono chiuse in casa, le strade si sono svuotate e lei è rimasta senza lavoro, senza ammortizzatori sociali e senza l’anonimato della folla che le permetteva di evitare di essere fermata e trovata senza documenti per restare in Italia.
Sono tante le persone nella sua situazione.
La corona va al più bello
di Noemi Fuscà 12 marzo 2020
A chi credere? Di questi tempi è una domanda più che lecita.
Salta agli occhi che la gente crede ai dati scientifici tout court.
Nella storia contemporanea una scelta comune e diffusa è stata quella di non mettere in discussione le “cose scientifiche” siano dati, dichiarazioni o ricerche. Il senso comune considera le “cose scientifiche” super partes e la medicina in particolare è considerata (forse perché quella che riguarda di più il corpo delle persone) come la scienza più importante tra tutte. Pensiamo anche solo allo status sociale differente che ha essere un medico o essere un matematico, il primo è il top il secondo è un secchione che al massimo guadagnerà facendo il nerd per qualche mega società di programmazione.
Un otto marzo senza piazze ma non senza lotta
UN VIRUS da SCONFIGGERE: IL PATRIARCATO!
LOTTOMARZO, PERCHE’ LA PAURA CAMBI CAMPO, per ORGANIZZARE la SOLIDARIETÀ, per ABBATTERE PATRIARCATO e CAPITALE, TUTTE e TUTTI, NON UNA DI MENO!
Con l’emergenza Coronavirus, il governo, le questure di tutta Italia e il Comitato di garanzia hanno fermamente chiesto di revocare la copertura sindacale per lo sciopero globale transfemminista, vietando o limitando i cortei e le attività di piazza previste per le giornate dell’8 e 9 marzo in tutta Italia.
Perché la mascherina da coronavirus sì e il preservativo no?
Quando il coronavirus è arrivato in Italia dalla Cina la popolazione si è lanciata sugli scaffali dei supermercati facendo incetta di pasta (tranne le farfalle, che a quanto pare non fanno abbastanza Apocalisse) e generi di prima necessità. Ancora oggi, sul web, l’amuchina e le mascherine vanno a ruba, al contrario, ad esempio, dei preservativi, un mezzo di prevenzione certificato contro gravi malattie, anche letali, che però continua a languire su quegli stessi scaffali ormai vuoti e saccheggiati.