Guida pratica per abortire in tempo di COVID-19

25 marzo 2020
di Federica di Martino

Lo sappiamo, sono giorni complessi per tutte e tutti, le informazioni si rincorrono e si sovrappongono in una marasma tale da non riuscire a capire a che punto siamo, ma soprattutto quando finirà tutto questo.Nel frattempo, però, la vita accade, per cui mangiamo, dormiamo, facciamo l’amore se abbiamo qualcun@ con cui passare il tempo in queste giornate infinite, leggiamo, abortiamo, guardiamo serie tv, insomma continuiamo ad esserci.
Il problema, e lo stiamo verificando quotidianamente, è che a non esserci sembrano essere proprio i servizi che dovrebbero garantire l’aborto. Ricordiamo che le interruzioni volontarie di gravidanza rientrano nei LEA (i servizi essenziali di assistenza), ovvero nei servizi e nelle prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto ad offrire ai propri cittadini, sempre. Ecco, questo dovrebbe lasciare poco spazio alle interpretazioni: l’aborto non è una pratica accessoria, ma un diritto fondamentale che non dovrebbe essere sottratto o limitato.

Sappiamo che di fatto tutto questo non avviene, tanto che insieme alle sorelle di Obiezione Respinta abbiamo creato il canale Telegram “SOS Aborto _ COVID-19” in cui pubblichiamo tutte le informazioni che ci arrivano quotidianamente sulla situazione nel nostro Paese in questo periodo.
Oggi comunque vogliamo offrire una guida molto pratica per tutte le donne che hanno scoperto di essere incinte e che vogliono abortire in questo periodo, cercando di fornire indicazioni utili, rispondendo alle domande, anche quelle che possono sembrare le più banali ma che ci aiuteranno a capirci qualcosa in più.
Non farti prendere dall’ansia.
Non più del dovuto, almeno. Può sembrare un’indicazione scontata, ma credeteci, è da lì che nasce tutto, dalla nostra capacità di mantenere il controllo e gestire la situazione in maniera propositiva. Scegli tu se preferisci occupartene da sola oppure affidarti a qualcuno (amici, familiare, una rete social affidabile). Non è importante il modo in cui sceglierai di affrontare il tuo aborto, è importante che tu possa sentirti a tuo agio sempre, in tutto il processo. Potrai pensare che in questo periodo storiche le difficoltà da affrontare saranno maggiori, e questo probabilmente è vero, ma non pensare mai di non riuscire a trovare una strada. Tutto si risolverà nel migliore dei modi, andrà tutto bene, per tutti e tutte, anche per te.
Quante tempo ho a disposizione?
L’Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) è consentita dalla legge 194/78 entro i primi novanta giorni, periodo che viene calcolato a partire dalla data delle ultime mestruazioni. Oltre alle 12 settimane è possibile praticare l’aborto terapeutico (ITG) se la gravidanza o il parto comportano un grave pericolo per la vita della donna, o quando sono accertate patologie che possano determinare un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.
L’accesso all’aborto farmacologico (RU486) può avvenire entro le 7 settimane, ricorda che non è presente in tutti gli ospedali che effettuano le IVG, a maggior ragione in questo periodo, in cui alcuni ospedali scelgono di interrompere questo tipo di servizio a favore del solo chirurgico.
Perchè avviene tutto questo? A 10 anni dall’introduzione della RU486, sono ancora molte le regioni che prevedono l’obbligo di ricovero di tre giorni. Poco conta che molte regioni si stiano adeguando all’assetto europeo prevedendo l’assunzione delle due pillole a 48 ore di distanza senza necessità di permanenza in ospedale, ancora meno conta che nelle regioni in cui l’obbligo è ancora previsto la stragrande maggioranza delle donne firmi le dimissioni, aggirando giustamente il problema. La legge impone questo, le regioni arbitrariamente dispongono. Per cui l’idea è che mantenere il chirurgico, almeno da un punto di vista teorico, sia meno ingombrante in quanto avviene in day hospital. Peccato che per l’aborto chirurgico sia necessario un/a anestesista, che attualmente, come potete immaginare, sono impiegati soprattutto per l’emergenza COVID-19. Questo comporta giorni ridotti, file chilometriche, slittamento dei servizi etc.
Cosa faccio per poter abortire?
Il passaggio necessario è quello di ottenere il certificato che attesti la gravidanza ai fini dell’IVG, al fine di poter andare in ospedale. La legge 194/78 prevede l’obbligo di 7 giorni di riflessione prima di poter abortire (dovesse mai discendere qualche arcangelo dal cielo che ti convinca a non commettere lo scellerato gesto), a meno che sul certificato non sia attestata l’urgenza, in quel caso sarà possibile procedere immediatamente.
Dove posso ottenere il certificato?
Anzitutto, premunisciti di avere con te carta di identità, tessera sanitaria e certificazione delle beta (il cosiddetto “ormone della gravidanza”). Per ottenerla, basterà raccogliere un po’ di pipì di primo mattino in un barattolo pulito, portarlo in un laboratorio analisi oppure in una farmacia, dove otterrete il documento in giornata.
Ricorda comunque di rispettare tutte le norme e le prassi sanitarie in maniera di COVID-19.
Consultorio: in questo periodo, da quanto abbiamo potuto rilevare dalle vostre segnalazioni, alcuni consultori risultano chiusi, altri aperti soltanto per emergenze, tra cui, appunto, i certificati per IVG. Verifica il consultorio della tua città, o quelli dei paesi limitrofi, in ogni caso ti preghiamo di segnarcelo.
Il/la tu* ginecolog*: puoi ottenere il certificato dal tuo ginecologo o ginecologa se ne hai uno anche privato di riferimento. Attenzione, potrebbe rifiutarsi di rilasciarti il certificato in quanto obiettore o obiettrice, in questo caso non disperare, gira i tacchi, alza un bel dito medio e cambia se vuoi immediatamente ginecolog* di fiducia facendo attenzione di non trovarti un altro obiettore o obiettrice.
Il/la medico di base:il tuo medico di base può rilasciarti un certificato che attesti la tua gravidanza, così come ogni medico, così come previsto dall’articolo 5 della legge 194/78.
Leggiamo testualmente: “Quando il medico del consultorio o della struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, riscontra l’esistenza di condizioni tali da rendere urgente l’intervento, rilascia immediatamente alla donna un certificato attestante l’urgenza. Con tale certificato la donna stessa può presentarsi ad una delle sedi autorizzate a praticare la interruzione della gravidanza.
Se non viene riscontrato il caso di urgenza, al termine dell’incontro il medico del consultorio o della struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, di fronte alla richiesta della donna di interrompere la gravidanza sulla base delle circostanze di cui all’articolo 4, le rilascia copia di un documento, firmato anche dalla donna, attestante lo stato di gravidanza e l’avvenuta richiesta, e la invita a soprassedere per sette giorni. Trascorsi i sette giorni, la donna può presentarsi, per ottenere la interruzione della gravidanza, sulla base del documento rilasciatole ai sensi del presente comma, presso una delle sedi autorizzate.”
Il medico di fiducia può essere il tuo medico di base o altro medico, che non può praticare l’obiezione di coscienza e non attestare il tuo stato di gravidanza. In caso contrario si può provvedere a denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Cosa faccio dopo aver ottenuto il certificato?
Anzitutto verifica su internet quali sono gli ospedali più vicini a casa tua che effettuano IVG e telefona in reparto per prendere un appuntamento. Se ti dicessero che il servizio è interrotto a causa del COVID-19 o che è sospeso ti chiediamo di fare due cose:
-informarci per poter verificare se effettivamente quanto affermato risponda a verità.
-chiedere sempre con chi si sta parlando. È un vostro diritto, quando si prende un contatto con una struttura sanitaria pubblica, sapere chi ci sta fornendo informazioni, evitando così, presumibilmente, di correre il rischio che ci vengano fornite notizie esatte. In caso contrario, chiedete di parlare con il primario o con qualcuno che si assuma la responsabilità dei dati che vi sta offrendo.
Verifica sempre i dati offerti da pagine come Ivg, ho abortito e sto benissimo, Obiezione Respinta, Vita di Donna Onlus, che continuano a mantenere aggiornati i servizi degli ospedali ed eventualmente potranno darti una mano a cercare l’ospedale attivo più vicino a te.
Come fare se ho necessità di spostarmi dal mio Comune di appartenenza per richiedere il certificato e/o interrompere la gravidanza?
Puoi tranquillamente stampare l’autocertificazione (non ricordiamo neanche più a che numero siamo arrivati) e portarla con te barrando la motivazione che riguarda i motivi di salute. Infatti, come detto all’inizio, l’aborto rientra tra le pratiche sanitarie necessarie che andrebbero fornite e mantenute, per cui nessuno può vietarvi di recarvi in un luogo per curarvi o per accedere a pratiche sanitarie non dilazionabili nel corso del tempo.
Cosa posso fare dopo aver abortito?
Sorridi se hai voglia, piangi o fai tutto quello che ti senti di fare in quel momento, prenditi un momento per te e se ti va aiuta altre donne che sono intorno a te. In che modo? Offrendo informazioni che possano agevolare, non giudicando e dando la propria testimonianza, in modo da poter sostenere altre donne.
Ricorda sempre che non sei sola, hai un gruppo di donne, uomini e soggettività che in questo momento, anche se a distanza, stanno facendo il tifo per te e se ne avrai bisogno ci saranno.
Insieme stiamo benissimo, andrà tutto bene sorelle!

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