Nella città capoluogo di regione tre grandi mobilitazioni mettono sotto accusa la gestione regionale dell’emergenza coronavirus, in uno dei territori più colpiti al mondo per numero di morti e persone contagiate. La cronaca dalla piazza delle realtà sociali.
Dal Pio Albergo Trivulzio ad altre Rsa lombarde, numerosi morti per Covid sono avvenute nelle strutture che ospitano le persone più anziane e quindi a rischio in piena emergenza covid-19. Una bomba a orologeria, che è esplosa in diverse parti d’Italia nonostante i continui allarmi lanciati da lavoratori e sindacati. La mancanza di dispositivi protettivi, le procedure sbagliate, gli spazi inadeguati a fronteggiare la pandemia hanno contribuito a peggiorare un’emergenza sanitaria che ha avuto gioco facile a colpire gli individui più fragili e con patologie, quindi vittime ideali del coronavirus. Un dramma che non si è consumato solo in Italia: in cinque paesi europei oltre la metà delle morti associate al covid-19 sono avvenute nelle case di riposo.
LA GUERRA È DEL MONDO CONTRO GLI UOMINI, PER COME LO HANNO RIDOTTO E PER COME CONTINUERANNO A RIDURLO SE NON SI FA QUALCOSA, E INTANTO SI COMBATTE CON QUELLO CHE RIMANE DEL SSN FATTO A PEZZI PER RAGIONI DI MERO SQUALLIDO GUADAGNO
Il criminale ritardo di almeno un mese con cui gli organi “sanitari” regionali hanno finalmente avviato il blocco produttivo (specialmente in Lombardia) che non appare ancora soddisfacente visti i risultati parziali, nonché l’auto isolamento della popolazione (sempre vincolato al blocco produttivo) appare sconcertante, ma non inatteso. La grande massa di emarginazione, dei la-voratori in nero, o in grigio, abbandonati a se stessi ha fatto infine la sua parte…
E’ passato un mese da quando i primi casi di contagio da Covid19 si sono manifestati in Lombardia. In questo mese abbiamo assistito a un profluvio di dichiarazioni, allarmi, smentite, promesse, lamentele da parte del Presidente della Regione Fontana e dall’Assessore alla Sanità Gallera rispetto a priorità, competenze, azioni da intraprendere. Un fuoco di fila di dichiarazioni, ben spalleggiati in questo da quelle, spesso contrastanti o divergenti, che venivano dal Governo o dal Sindaco Sala. Mentre la diffusione del virus cresceva e con essa i morti, le Istituzioni locali e nazionali e la Protezione Civile giocavano a rimpallarsi doveri e responsabilità anziché agire con prontezza e immediatezza, anche su aspetti basilari ma fondamentali come la disponibilità di mascherine.
Gli ospedali privati dicono: stiamo lavorando per l’emergenza coronavirus al pari degli ospedali pubblici. È vero, ripetono i medici e gli infermieri delle strutture private che si stanno prodigando per i pazienti in questo momento di crisi. Eppure c’è qualcosa che non va, se all’ospedale San Matteo di Pavia (pubblico) arrivano le ambulanze rifiutate dall’Humanitas di Rozzano (privata).