23 agosto 2020, da Combattere il carcere
Ad inizio marzo sono esplose proteste in gran parte delle carceri di questo paese per poi espandersi al resto del mondo. Il bombardamento mediatico sull’estremo pericolo di contagio e la consapevolezza di una sanità carceraria assente ha portato le persone detenute a battersi, con il sostegno dei propri affetti all’esterno.
La risposta dello Stato è stata chiara: 14 prigionieri morti, pestaggi e trasferimenti punitivi.
I media hanno lasciato la parola solo ai sindacati di polizia e a chi siede su comode poltrone, dal ministero al DAP, per poi calare un velo di assordante silenzio.