È iniziata sabato 7 marzo a Salerno, ed è andata avanti per tutta la settimana successiva, seppur in forme diverse a seconda degli istituti, la protesta dei detenuti in decine di carceri italiane. In alcuni penitenziari ci sono stati scontri violenti con la polizia e reparti distrutti, in altri numerose evasioni, in altri ancora proteste pacifiche e battiture sulle sbarre di celle e finestre, ma il dato comune è che migliaia di persone hanno iniziato a rivoltarsi nelle celle e nei padiglioni di tutta Italia.
Category Archives: Carcere – CPR – Migrazioni
Note dallo stato d’emergenza
ASCOLTANDO RADIO CARCERE
17 aprile. Un gruppetto di solidali si è recato quest’oggi sotto il carcere delle Vallette per salutare tutti i detenuti e cercare di capire cosa effettivamente succeda all’interno. Dalle voci che attraversano le sezioni pare siano più di 150 i reclusi al momento positivi al momento e il blocco B quello più colpito. La sezione Arcobaleno, precedentemente destinata ai tossicodipendenti è stata riconvertita a sezione covid, mentre di mascherine neanche a parlarne (“col binocolo le vediamo le mascherine”). Le videochiamate stranamente sembrano funzionare ma al massimo si riescono a ottenere una decina di minuti a settimana e non pare siano state negate ore d’aria fino a oggi. Non è arrivato invece alcun tipo di informazioni al maschile di quanto stia accadendo nel blocco femminile( la distanza impedisce qualsiasi tipo di comunicazione dall’esterno delle mura), da dove nei giorni scorsi erano arrivate notizie telefoniche di proteste durante le ore d’aria. Dopo una decina di minuti il gruppo si è allontanato tra accorati saluti e grida di libertà.
Dalla parte di chi appicca il fuoco
Condividiamo il contributo scritto di una compagna
Il presidio sotto la Dozza il giorno delle rivolte è stata l’ultima occasione in cui ho avuto delle relazioni umane, in cui sono stata parte di una comunità fisica, di un’aggregazione. Subito dopo mi sono ritrovata, di nuovo, dietro le sbarre, stavolta quelle della finestra di casa mia, che sta al piano terra. Continue reading
Aggiornamenti sulle carceri della Dozza e Rebibbia dopo la mobilitazione del 16 Aprile
Dopo la giornata di mobilitazione del 16 Aprile a cui hanno aderito varie città, continuiamo l’aggiornamento sulla situazione nelle carceri e sulle proteste dei parenti delle persone detenute e dei/delle solidali.
In collegamento telefonico parliamo della mobilitazione sotto le carceri della Dozza a Bologna e Rebibbia a Roma. Più due testimonianze di chi ha i propri affetti nel carcere di Rebibbia.
Buon Ascolto! Continue reading
Saluto al carcere della Dozza
Bologna – Condividiamo il contributo di alcunx compagnx anarchiche/ci che oggi erano in presidio sotto al carcere della Dozza.
La mattina del 16 aprile, in risposta all’appello dei parenti dei detenuti di Roma e dei/delle solidali che li hanno sostenuti per tornare pubblicamente sotto il carcere di Rebibbia, una dozzina di compagnx ha raggiunto le mura del carcere della Dozza di Bologna per portare un saluto e capire dalle loro voci come si sta sviluppando la situazione dentro le mura passato più di un mese dalla rivolta. Continue reading
2° giornata di mobilitazione anticarceraria
Giovedi 16 aprile – Sosteniamoli!
Tutti i contributi raccolti
Il contributo scritto di una compagna: Dalla parte di chi appicca il fuoco
L’audio di alcune compagne e compagni a Bologna in presidio sotto al carcere della Dozza. Le compagne riescono a comunicare con alcuni detenuti in AS3. Da dentro dicono che non hanno l’ora d’aria da due mesi, che non gli viene comunicato nulla e che le mascherine non ci sono. Non hanno colloqui ma solo dieci minuti di telefonata a settimana che si pagano loro stessi. Intervento delle forze dell’ordine, digos, penitenziaria, due camionette di guardie in antisommossa. Continue reading
Coronavirus in carcere. Facciamoli uscire!
Le condizioni di detenzione nelle carceri italiane sono da tempo connotate da una situazione di grave sovraffollamento e da preoccupanti carenze igienicosanitarie.
Da questo punto di vista non fa eccezione la Casa Circondariale “Rocco d’Amato” (Dozza) di Bologna, che presenta un sovraffollamento quasi doppio rispetto alla capienza regolamentare, con una presenza di quasi 900 detenuti per 492 posti. La maggior parte dei detenuti condividono in due celle singole di 10 mq, più due di bagno, nel quale si lavano anche le stoviglie. Manca l’acqua calda nelle docce della maggior parte delle sezioni. Sono presenti persone particolarmente vulnerabili, con problematiche di HIV, epatite e tubercolosi, oltre a tutte le principali patologie oncologiche, metaboliche, cardiache e respiratorie. Persone particolarmente a rischio in caso di epidemia. Continue reading
Coronavirus, il dramma di una famiglia crotonese: «Nonno contagiato in carcere, non abbiamo sue notizie»
NOTA: CONTINUANO I CONTAGI NELLE CARCERI ITALIANE, MENTRE GOVERNO E DAP SI GIRANO DALL’ALTRA PARTE
I parenti di un 62enne recluso in Emilia Romagna chiedono informazioni sulle sue condizioni di salute. «Durante il suo trasferimento non sono state rispettate le norme di prevenzione»
«Abbiamo paura per le condizioni di salute del nonno che è risultato positivo e si trova in un carcere al nord Italia».
È quanto fa sapere la famiglia di un detenuto di 62 anni della provincia di Crotone, recluso in Emilia Romagna, che sarebbe risultato positivo al Coronavirus. Continue reading
Allarme alla Dozza: “Positivi al tampone dieci detenuti”
NOTA: CONTINUANO I CONTAGI NELLE CARCERI ITALIANE, MENTRE GOVERNO E DAP SI GIRANO DALL’ALTRA PARTE
La situazione Coronavirus alla Dozza si fa semprepiù pesante. “È arrivato l’esito dei tamponi, a cui erano stati sottoposti una ventina di detenuti, con esito positivo per dieci di loro. Il dato assoluto è di per sé molto preoccupante, ma ciò che più allarma è la media di circa il 50% di positivi sugli ultimi tamponi”: a denunciarlo è Gennarino De Fazio della Uilpa, categoria sindacale della polizia penitenziaria della Uil. “Dal carcere – prosegue – proveniva il primo detenuto deceduto per Covid e sono attualmente almeno dodici quelli contagiati, mentre altri ancora sono risultati positivi dopo essere stati trasferiti in altri istituti. Non sappiamo se le proteste che hanno interessato il penitenziario il 9 e il 10 marzo possano aver avuto incidenza su quanto sta avvenendo, tuttavia, considerato anche che è passato oltre un mese, a noi tutto questo sembra indicativo della sostanziale inefficacia con cui l’emergenza sanitaria viene affrontata dal ministero della Giustizia e dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”.
Carcere, una giornata con striscioni e cartelli di solidarietà
Il 9 marzo scorso in diverse carceri italiane i detenuti hanno dato vita a proteste e rivolte per i rischi che correvano (e continuano a correre) a causa della pandemia di coronavirus. Le rivolte sono finite con un bilancio tragico: 14 morti. Nelle settimane successive si sono registrati i primi contagi e il 2 aprile nel carcere bolognese della Dozza si è avuto il primo detenuto morto a causa del coronavirus.
Per questo motivo domani, 9 aprile, nella nostra città si terrà una giornata di diffusione di striscioni, cartelli e messaggi in solidarietà coi detenuti e le detenute. Continue reading
Firenze coronavirus: la grigliata di agenti e famiglie nel cortile del carcere a Pasquetta
Direttore di Sollicciano e il responsabile della polizia penitenziaria convocati oggi dal provveditore regionale. Partono gli accertamenti.
Una allegra grigliata di Pasquetta nel cortile del carcere di Sollicciano a Firenze: in barba ai divieti e senza rispetto delle norme sanitarie in tempo di coronavirus. Una quarantina di persone che, stando ai primi accertamenti, sarebbero agenti della polizia penitenziaria e rispettive famiglie, sono stati immortalati nel cortile dell’istituto di detenzione fiorentino. La notizia è stata riportata da La Nazione con tanto di servizio fotografico in cui si vede il fumo della griglia e un assembramento di persone senza mascherina nel cortile del carcere. Continue reading
Antonio morto di coronavirus in carcere. Era in attesa dell’inizio processo
Antonio era recluso nel carcere di Voghera in attesa di giudizio. Per giorni con la febbre e il medico si rifiutò di visitarlo. È morto nei giorni scorsi per Coronavirus all’ospedale San Carlo di Milano. Come lui rischiano tanti altri detenuti, con il rischio di trasformare le celle in veri e propri lazzaretti dove non può esserci alcun distanziamento sociale. Il grido di allarme di un detenuto a Fanpage.it: “Molti hanno la febbre e non fanno i tamponi, la situazione è più grave di quanto sembra”. Continue reading