Tag Archives: storia

Il distanziamento e il capitalismo non vanno d’accordo

14 ottobre 2020

E mo’ basta! Non azzardatevi a toccare la Scuola, siamo pronti a scendere in Guerra…
Dopo che il mondo intero ha visto alla televisione le nostre miserie, fatte di figli che piangevano i padri su Zoom e di parroci che impartivano l’estremo saluto in teleconferenza… ci eravamo promessi – era maggio – che queste cose non si sarebbero ripetute, che avevamo imparato la lezione, che ci saremmo rialzati, che nelle condizioni estreme l’Italia sa dare il meglio, che dove cresce il pericolo cresce anche ciò che salva, e altre panzane. E invece tutto è tornato a ripetersi pari pari. Avevamo detto basta alle lezioni a distanza e basta ai contatti simulati, e invece siamo qui a parlare di mettere le superiori in didattica tele-trasmessa per decongestionare i mezzi di trasporto.

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Gli anarchici ai tempi del colera

CrimethInc. : Gli anarchici contro l'epidemia : Malatesta e la diffusione del colera nel 1884

Nel 1883 l’esercito francese, dopo una campagna militare in Indocina, importò il colera in Europa, seminando morte e terrore nelle città portuali di Tolone e Marsiglia, città in cui erano radicati tanti emigrati italiani che, vivendo in condizioni di miseria, subirono più di altri la violenza del morbo, subendo anche le ritorsioni xenofobe degli abitanti francesi. Il rientro nei confini della neonata Italia segnò anche l’arrivo del colera nel paese e più di tutte ne fece le spese la città di Napoli, la più popolosa di tutta la penisola.

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Brigate volontarie d’altri tempi. I sovversivi e il colera di Napoli, 1884

Gruppo di volontari per l'emergenza colera, Napoli 1884. Seduti a terra, da destra Luigi Musini e Felice Cavallotti

21 agosto 2020, da Rivista Malamente

Di Luigi (da Malamente #18, giugno 2020)

Il primo caso si verifica a Saluzzo, in Piemonte, il 28 giugno 1884, proveniente dal Sud della Francia. La malattia che presto comincia a dilagare nonostante i cordoni sanitari dell’esercito è, ancora una volta, il temuto colera. Una malattia di origine batterica, infettiva e contagiosa, che provoca diarrea, vomito e in poco tempo una grave disidratazione: gli occhi si infossano, la pelle si riempie di rughe, la morte attende dietro l’angolo. La trasmissione deriva da cibo contaminato, da poca igiene e scarsa disponibilità di acqua potabile, per questo è più facile incontrarla nei quartieri popolari piuttosto che nelle dimore dei ricchi. Il colera attraversa l’Italia, ad agosto è in Liguria, Toscana, Emilia, a settembre il focolaio peggiore colpisce Napoli. Qui, nel giro di due settimane i malati si contano a migliaia, quasi tutti tra i bassifondi della città, i morti arrivano presto a più di 8.000. Oltre all’esercito, inviato anche a sedare i tumulti popolari che andavano nascendo, arrivano a Napoli alcuni gruppi di volontari. Tra loro chi si batteva per un mondo libero dall’ingiustizia e dalla miseria sociale: anarchici e socialisti.

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Gli anarchici contro l’epidemia. Malatesta e la diffusione del colera nel 1884

da https://it.crimethinc.com

Nel 1884, il colera che devastò l’Italia causò la morte di migliaia di persone. Nonostante sulla sua testa pendesse una condanna a tre anni di carcere, Errico Malatesta e altri rivoluzionari anarchici si unirono per partecipare a una missione coraggiosa a Napoli – l’epicentro dell’epidemia – e curare coloro che erano stati colpiti dalla malattia. Così facendo, lui e i suoi compagni dimostrarono l’esistenza di un’alternativa alle politiche coercitive statali rilevanti ancor oggi, nell’epoca del COVID-19.

Nel testo che segue è riportata la storia dell’epidemia e dell’intervento di Malatesta, oltre tutte le fonti sulla partecipazione degli anarchici italiani, alcuni delle quali mai tradotte in inglese. Buona parte del background storico è tratto dall’eccellente Naples in the Time of Cholera, 1884-1911 (Napoli al tempo del colera, 1884-1911), di Frank M. Snowden. Grazie a Davide Turcato, editor delle opere complete di Malatesta, al Centre International de Recherches sur l’Anarchisme (Centro internazionale di ricerca sull’anarchismo) di Losanna e agli archivisti e ai bibliotecari radicali di ogni dove che preservano la storia dell’anarchia, permettendoci di imparare dal passato.

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Cos’è stata la «Fase 1» dell’emergenza coronavirus? Uno storico getta un primo sguardo retrospettivo

FONTE: https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/05/cose-stata-la-fase-1-coronavirus/
7 maggio 2020, di Piero Purich *

Cosa abbiamo vissuto dalla fine di febbraio ai primi di maggio del 2020?

In cosa è diverso il modo in cui si è gestita l’emergenza coronavirus dai modi in cui si affrontarono grandi epidemie nel passato?

Provo a gettare un primo sguardo retrospettivo, dal mio punto di vista, che è quello di uno storico. In sostanza, proverò a trovare analogie e differenze tra le politiche di contenimento del Covid-19 e le risposte ai contagi di massa verificatisi nella storia.

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