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Marcegaglia Ravenna: ennesimo accordo per prolungare la cassa integrazione Covid19, in aggiunta ai 180 dipendenti Marcegaglia a casa dal 26 di marzo in CIG

22 giugno 2020

Il 28/05 la Direzione Marcegaglia Ravenna ha incontrato le RSU e le loro Organizzazioni Sindacali (FIOM, FIM, UILM i soli chiamati dalla Confindustria e da Marcegaglia in quanto firmatari dell’accordo sulla rappresentanza, in poche parole sindacati di comodo) e hanno firmano l’ennesimo accordo per prolungare la cassa integrazione Covid19 che va ad aggiungersi ai 180 dipendenti Marcegaglia a casa dal 26 di marzo in CIG.

Nel loro comunicato:
– NON abbiamo letto nulla sulle varie cooperative in appalto alla Marcegaglia, ai soci lavoratori o così chiamati, dove ci risulta che su 500 solo 50 sono in cassa integrazione e che i loro responsabili li fanno lavorare a rotazione mentre i dipendenti Marcegaglia sono a casa da quasi quattro mesi in CIG.
– NON scrivono che il Centro Servizi è in sofferenza con pochi ordini e con poche ordinazioni, anche se negli ultimi anni non ha mai messo personale in cassa integrazione.
Inoltre il consorzio creato qualche anno fa della Marcegaglia è composto da tante piccole aziende che si occupano di manutenzione dei vari macchinari nelle linee di produzione e tutte dipendono dallo stesso consorzio che da poco ha vinto anche l’appalto della movimentazione dei terminali Marcegaglia all’interno del porto.
A sua volta dipende dalla storica cooperativa Ravvenate che opera da circa 30 anni all’interno dello stabilimento Marcegaglia. Anche i lavoratori, dipendenti della azienda che ha perso l’appalto, sono stati assorbiti dal consorzio e svolgono turni lavorativi di 12 ore insieme ai soci e dipendenti della cooperativa.
La cooperativa gestisce tutti i sub-appalti delle ditte, sia del consorzio sia quelle non consorziati; queste assumono dipendenti con contratti di somministrazione presso agenzie locali nel ravvenate con contratti da 2/3 ore ma in realtà ne svolgono pure 12/13.
Sempre se qualche dipendente della ditta in appalto e subappalto alla cooperativa storica non gli è simpatico perché magari nel periodo lavorativo ha avuto dei problemi familiari per cui si è assentato dal lavoro, la cooperativa storica comunica all’azienda “nuova” che questo lavoratore non dovrà più lavorare all’interno dello stabilimento Marcegaglia in quanto fosse non idoneo, a sua volta l’azienda che ha perso l’appalto non può licenziare il lavoratore in quanto il contratto non lo permette, quindi lo trasferisce nella sede legale a 350 km di distanza, tutto ciò in collaborazione con qualche sindacato che firma l’accordo. Tutto ciò dopo 12 anni di lavoro dentro lo stabilimento;
– NON abbiamo letto nel comunicato dei 3 sindacati confederali, chiedere all’azienda
in collaborazione col servizio sanitario locale o il loro medico locale, i test sierologici o i tamponi nasofaringei/orofaringei a parer nostro necessari. E’ preoccupante quanto scritto sui quotidiani locali che un collega è stato trovato positivo (ed è stato messo in quarantena) mentre altri 3 colleghi son stati allontanati.
Il protocollo aziendale prevede che a chiunque entri nello stabilimento sia misurata la temperatura e nel caso superi 37 gradi sia rimandato a casa. Ma se rimandi indietro un camionista che arriva dall’est Europa, questo se ne tornerà a casa?
– I grandi impianti non sono mai stati fermi, ma l’azienda con la scusa di evitare assembramenti continua la produzione sotto organico. In questo modo i lavoratori sia per lo stress correlato al lavoro sia per i turni massacranti non hanno la giusta sicurezza nelle linee di produzione, che ricordiamo non stanno maneggiando plastica o cartone ma bensì lamiere. Ne testimoniano i vari infortuni capitati negli ultimi anni, sia quelli molto gravi sia quelli di piccola-media entità aimè molto attuali, oppure i mancati infortuni purtroppo dimenticati nei comunicati dei 3 sindacati e
dalle loro RLS.
E infine non dimentichiamo l’ultimo grave infortunio accaduto al collega che salendo dalla stiva per andare sul ponte è scivolato dalla scala, spaccandosi il femore con 40 giorni di prognosi, ma sicuramente gli verrà proposto di chiudere l’infortunio come accade spesso negli ultimi anni per non ricorrere a problemi di aumento premio Inail e di ulteriori verifiche degli ispettori della medicina del lavoro, proponendo al lavoratore una sistemazione temporanea nell’ufficio sicurezza Intanto la sede generale Marcegaglia di Gazoldo Degli Ippoliti in data 16/06/20 comunica che a causa Covid-19 la cassa integrazione sarebbe iniziata il 23/03/20 e la data del termine sarebbe stata provvisoriamente il 31/08/20 per tutti i dipendenti delle società del gruppo Marcegaglia.
– Scrivono che dovranno discutere degli avanzamenti di qualifica; ma nel contratto di secondo livello del 2011, attualmente ancora in essere, hanno firmato che alla direzione l’avanzamento di qualifica si deve proporre 2 volte all’anno, ma tutto ciò non succede, dovrebbero esser riconosciute per meritocrazia e non secondo simpatia dei capi reparto verso alcuni lavoratori o per favorire qualche sindacato e altri no;
– Stesso discorso per il contratto aziendale di 2° livello, che è stato rinnovato un anno dopo, accontentando i lavoratori e le lavoratrici con qualche briciola mentre il costo della vita ogni giorno, ma di tutto ciò i sindacati confederali ne parlano ma non fanno nulla;
Per la FLMUniti-CUB tutti i lavoratori, a prescindere dalla provenienza o colore, hanno gli stessi diritti e non solo doveri, per questo CHIEDIAMO all’Azienda e ai Sindacati Confederali Interni (riconosciuti dalla Confindustria e dalle aziende) di rispettare e far rispettare i contratti da loro firmati, in particolare quello previsto nel testo unico art. 81/2008 e tutti i suoi articoli.
Continueremo ad osservare a denunciare, pur rischiando di venire licenziati com’è successo qualche mese fa ad un lavoratore rappresentante per la sicurezza (RLS) molto scomodo sia ai sindacati confederali sia soprattutto alla Marcegaglia.

Ravenna, 26/06/20

Federazione Lavoratori Metalmeccanici Uniti
Confederazione Unitaria di Base

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FONTE: https://www.cub.it/index.php/174-organizzazioni-cub/flmuniti-cub-metalmeccanici-telecomunicazioni/13895-marcegaglia-ravenna-ennesimo-accordo-per-prolungare-la-cassa-integrazione-covid19-in-aggiunta-ai-180-dipendenti-marcegaglia-a-casa-dal-26-di-marzo-in-cig


Comunicato dell’assemblea del C.S.A. Spartaco (Ravenna)

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25 aprile 2020. Oggi si festeggia il 75 anniversario della liberazione dal nazifascismo o almeno da quello della seconda guerra mondiale. Se però andiamo a vedere la definizione di fascismo, possiamo trovare la dicitura: «dottrina e prassi politica fondata sulla violenta e indiscriminata affermazione di motivi nazionalisti e imperialisti, sulla presunta loro adeguatezza a superare e armonizzare i conflitti economici, politici e sociali, e sull’imposizione del principio gerarchico a tutti i livelli della vita nazionale; estens., qualsiasi concezione della vita politica e dei rapporti umani e sociali basata sull’uso indiscriminato della forza e della sopraffazione». Se per fascismo intendiamo questo e non solo il regime tristemente noto, viene spontaneo pensare a quanta strada c’è ancora da fare per potersi dire veramente liber* dal fascismo. In questo periodo di crisi sanitaria è ancora più evidente la contraddizione di questo stato che si definisce antifascista. Sarebbe stato infatti auspicabile che in questo stato di emergenza tutte le risorse venissero impiegate ad aiutare chi ne avesse bisogno per superare il periodo e proteggersi dal virus. Dobbiamo, invece, constatare che le varie “forze dell’ordine” sono state tutte impiegate col solo scopo di reprimere duramente ogni forma di dissenso.

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Ravenna, multati due pensionati perché andati a coltivare il loro orto

field of vegetables

Il seguente articolo fa nascere una legittima domanda: andare al supermercato e arricchire le catene della Grande Distribuzione Organizzata va bene ma invece non va bene andare al proprio orto a coltivarsi il proprio cibo?

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A Ravenna chi è in quarantena monitorato con whatsapp e Google maps

La collaborazione dei cittadini è indispensabile…per il buon funzionamento dello Stato di Polizia! Il caso di Ravenna.

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