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Pubblicato il 05.05.2020 Wu Ming
[Sono trascorsi due mesi e mezzo da quando i giornali hanno dato la notizia del primo morto italiano per coronavirus, interrompendo la lunga serie di titoli dedicati a Renzi e alle liti di governo.
«Virus, il Nord nella paura», tuonava la prima pagina di Repubblica del 22 febbraio.
Da quel momento, i media italiani a reti unificate e la retorica dei governanti non hanno più smesso di ingigantire quella paura, di trasformarla in terrore, e soprattutto di renderla nociva.
Abbiamo a lungo ragionato sugli effetti e gli scopi di questa manipolazione delle nostre fobie, ma ancora non ci siamo soffermati a sufficienza sull’ipotesi che quei timori – ben comprensibili di fronte a una pandemia – siano diventati a loro volta un morbo, una patologia che s’è aggiunta al Covid19, abbassando le difese immunitarie della popolazione e rendendo il contagio più grave.
In svariati commenti ai post di queste settimane è emersa l’idea che l’esercito in strada, i toni dei ministri, la scelta e la presentazione dei dati, le homepage dei giornali abbiano contribuito a farci – letteralmente – ammalare di paura.
Questo articolo, scritto appositamente per Giap, affronta la questione dal punto di vista dell’antropologia medica e dello studio scientifico sull’effetto placebo e il suo contrario: l’effetto nocebo. WM]
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Commenti disabilitati su Ammalarsi di paura. L’«effetto nocebo» dello #stareincasa e della malainformazione sul coronavirus | tags: disinformazione mediatica, Fase 2, lockdown, paura, Stai in casa, Wu Ming | posted in (Auto)Controllo sociale/repressione, Approfondimenti e analisi
Alcuni dettagli sulla Fondazione privata Bruno Kessler, specializzata in intelligenza artificiale e che, tra le altre cose, si occupa anche della ricerca bellica (anche con partnership con università di tutto il mondo) e della messa a punto di armamenti e tecnologie per la gestione della sicurezza urbana, e che ha fornito a Cts (Comitato tecnico scientifico) e governo i modelli previsionali alla base della fase 2 dell’ “emergenza Covid”. Il presidente di FBK (Fondazione Bruno Kessler) è Francesco Profumo, l’ex ministro della ricerca del governo Monti. Il gruppo di lavoro della Fondazione Kessler, guidato dall’epidemiologo Stefano Merler, è stato coinvolto nelle Task Force governativa e regionali (Lombardia, Veneto, Trentino) per gestire la crisi del settore sanitario a seguito di ripetuti tagli nel settore (ovvero la cosiddetta emergenza Coronavirus) attraverso l’impiego di modelli matematici sulla trasmissibilità e di scenari alternativi a partire dai quali il governo e gli “esperti” hanno poi operato le proprie scelte.
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Commenti disabilitati su Kessler, cosa fa la fondazione che ha assistito il Comitato tecnico scientifico del governo (Cts) | tags: banche, Compagnia di San Paolo, Confindustria, Cts, Fase 2, fondazione Kessler, Francesco Profumo, intelligenza artificiale, Intesa Sanpaolo, lavoro, ricerca bellica, scuola, Trento | posted in Lavoro e capitalismovirus, Questa non è una guerra!, Scuola/educazione/didattica a distanza
Ad inizio aprile il presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Tijjani Muhammad-Bande, ha nominato l’ambasciatore di Rabat all’Onu, Omar Hilale, come facilitatore del processo di rafforzamento delle istituzione relative ai Trattati dei diritti umani delle Nazioni Unite.
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Commenti disabilitati su Ad inizio aprile il presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Tijjani Muhammad-Bande, ha nominato l’ambasciatore di Rabat all’Onu, Omar Hilale, come facilitatore del processo di rafforzamento delle istituzione relative ai Trattati dei diritti umani delle Nazioni Unite. Il rappresentante sarà affiancato dall’ambasciatore svizzero come co-facilitatore di questo processo ed entrambe riferiranno, il prossimo settembre, al Presidente dell’Assemblea Generale stabilendo raccomandazioni da esaminare al fine di «valutare e decidere le misure che saranno adottate per rafforzare e migliorare il funzionamento del sistema delle Nazioni Unite sui Diritti Umani». «L’elezione di un rappresentante del Marocco delinea il riconoscimento del progresso e dei risultati del Regno nel campo dei diritti umani, sotto la guida di Mohammed VI» ha affermato il ministro degli esteri, Nasser Bourita. La nomina di Hilole, al contrario, ha creato numerose polemiche a livello internazionale sia da parte di numerose organizzazioni non governative che delle rappresentanze del Fronte Polisario e della Repubblica Araba Democratica Saharawi (Rasd), dopo i numerosi richiami a Rabat da parte del Comitato delle Nazioni unite per la tortura (Cat). «Questa nomina sembra contraddittoria e sospetta – afferma il Polisario in un comunicato ufficiale- visto che in materia di diritti negati l’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i diritti dell’uomo (Hcdc) ha richiesto al Marocco chiarificazioni in merito al trattamento di numerosi prigionieri saharawi, riguardo alla loro tutela in questo periodo legato di diffusione del coronavirus nel paese». In un suo report di aprile, Amnesty International richiede che le autorità marocchine rilascino immediatamente «tutti coloro che sono incarcerati solo per l’espressione delle loro opinioni tra cui decine di manifestanti del movimento Rif, rapper, blogger e giornalisti, mentre crescono le paure per la diffusione di COVID-19 nelle carceri» . Negli ultimi sei mesi, le autorità marocchine hanno intensificato la loro intolleranza ed hanno arrestato centinaia di persone con reati come «disprezzo alle istituzioni» o «ingiuria della monarchia». Esempi lampanti del clima di repressione sono le incarcerazioni dei blogger Moul El Hanout e Youssef Moujahid, per aver rivendicato il diritto alla libertà di espressione, o dell’attivista Ghassan Bouda, arrestato per il proprio sostegno al movimento del Rif. Gli stessi leader dell’hirak del Rif, Ahmed Zefzafi e Nabil Ahamjik avevano iniziato uno sciopero della fame il 22 febbraio «per richiedere l’accesso alle cure mediche adeguate e ai diritti di visita dei familiari», sciopero interrotto il 17 marzo per paura della diffusione di COVID-19. Secondo l’Associazione Marocchina dei Diritti Umani (Amdh) risulta «insufficiente la grazia per 5600 detenuti», voluta da Mohammed VI lo scorso 5 aprile, a fronte di una popolazione carceraria di oltre 90mila persone «con scarse misure igieniche e di tutela dei carcerati». «Per coloro che rimangono in detenzione» afferma l’Amdh «il governo marocchino deve fornire un livello di assistenza medica che soddisfi le esigenze di tutti e garantisca la protezione più efficace possibile contro la diffusione di COVID-19». A fine aprile le autorità carcerarie hanno riportato la notizia del contagio di circa un centinaio di persone, tra detenuti e guardie penitenziarie, nel carcere di Ouarzazate e altri carceri nel sud del Marocco. «Senza provvedimenti seri, l’aumento del contagio nelle carceri» afferma l’Amdh «rischia di provocare numerose proteste e rivolte all’interno di tutti gli istituti penitenziari del paese». Anche a livello internazionale aumentano le richieste da parte di numerosi parlamentari europei e del gruppo Gue (Sinistra Unitaria Europea) per l’immediata liberazione dei prigionieri politici saharawi che, come afferma il comunicato, «dopo le torture subite e la loro indegna condizione di detenzione, con la violazione dei principali diritti civili, sono ora soggetti al contagio di coronavirus senza alcuna possibilità di tutela o cura». | tags: Fronte Polisario, Marocco, prigionieri politici | posted in Racconti e testimonianze dai territori

La reclusione da pandemia, in molti lo hanno sottolineato, potrebbe essere rovesciata in un momento prezioso di studio e scrittura. Chi lavora nel mondo culturale può beneficiare di una condizione per certi versi insperata, dedicandosi a lavori da concludere o iniziare.
Eppure sembra che per molti tutto questo non avvenga. Che la concentrazione sia diventata un miraggio. Che manchi la voglia. Come mai? La spiegazione più ovvia è l’allerta costante in cui stiamo vivendo, l’ansia con cui si aspetta il bollettino delle 18 della protezione civile per sapere se la situazione migliora, l’apprensione per i parenti più anziani o per chi è solo, i confronti con i colleghi del proprio settore lavorativo per cercare di capire quanto tutto questo impatterà sulle nostre economie, quali imprese chiuderanno, fino a quando riusciremo a resistere con quello che c’è oggi sul conto in banca. Continue reading
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L’altra emergenza . Si resta immuni, se si accetta di essere segregati. Questa è l’epidemia psichica del coronavirus. Uno shock virale che potrebbe essere devastante se non è affrontato nel segno della solidarietà. Il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud invita a raccontare l’esperienza di questi giorni di quarantena.
Non è solo un evento epocale, che segna un prima e un poi nella storia. È anche uno shock collettivo che investe i nostri corpi. Non ne seguiamo solo le vicende sullo schermo; ne subiamo gli effetti ogni giorno. Il biovirus assassino, invisibile e incomprensibile, che toglie il respiro e provoca una morte orribile, intacca anche la vita quotidiana in mille modi. Continue reading
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Riportiamo questo articolo di Mole24.it. Come spesso accade in questi casi ci dissociamo da un certo tipo di linguaggio utilizzato nell’articolo e da una serie di conclusioni tipiche dei media mainstream. La nostra volontà è solo quella di riportare i fatti ed i dati. Purtroppo, ancora una volta, ci tocca registrare che le persone più fragili sono sempre le prime a subire la repressione più di tutte e tutti.
A Torino sono in aumento i casi di Tso (trattamento sanitario obbligatorio), il comandante dei vigili Bezzon lancia l’allarme. Una decina di interventi solo ieri
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Condividiamo una riflessione stimolata da unx compagnx del collettivo:
Supermercati svaligiati, farmacie vuote, mascherine anche in sardegna, panico scatenato da media e informazione, speculazione, comportamenti di massa giudicati “irrazionali”, misure d’emergenza.
Psicosi è un linguaggio non neutro ma psichiatrico. La sua diffusione è strumentale alla governabilità e al controllo sociale perchè pone addirittura non solo il singolo ma l’intera società come qualcosa di pericoloso da tenere sotto stretta osservazione. Da ciò si arriva all’infantilizzazione del corpo sociale e all’annullamento di ogni sua autonomia e capacità di reggersi con le proprie gambe, analogamente a come fa la psichiatria con il singolo malato mentale. Continue reading
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Bologna. A Vag61 da oggi nuovo punto di raccolta della Colonna solidale autogestita. Intanto, in vista del lancio delle Brigate di mutuo soccorso, Làbas e Tpo fanno il bilancio dell’attività delle Staffetta alimentari partigiane: 200 pacchi a senza dimora e persone ai domicilari.
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Le malattie infettive sono un argomento triste e terribile, certo,
ma in condizioni ordinarie sono eventi naturali,
come un leone che sbrana uno gnu o un gufo che ghermisce un topo»
David Quammen, Spillover, 2012
O come un terremoto che fa tremare il suolo, o come uno tsunami che sommerge le coste. Laddove non provocano vittime, o quasi, questi fenomeni non vengono nemmeno notati. È solo quando il macabro conteggio comincia a salire che cessano di essere considerati eventi naturali per diventare immani tragedie.
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4 maggio 2020

Non sarà certo la pandemia da coronavirus a porre un freno all’invasivo processo di militarizzazione del sistema scolastico. Scuole chiuse sino alla fine dell’anno? Nessun problema: anche l’Esercito ricorrerà alla didattica a distanza per mantenere stretti i legami con istituti e studenti e portare a termine nel migliore dei modi i propri programmi di formazione interdisciplinare e indottrinamento cultural-militare. Continue reading
Commenti disabilitati su Gli artigli dei militari italiani e Usa sulla didattica a distanza ai tempi del Coronavirus | tags: didattica a distanza, esercito, Fase 2, militari, militarismo, scuola | posted in Questa non è una guerra!, Scuola/educazione/didattica a distanza

4 maggio 2020
L’industria bellica non conosce crisi, neanche durante l’emergenza. La produzione italiana di armi per guerre che non esistono aumenta ogni anno, mentre cresce l’importazione delle forniture mediche per 7,7 miliardi di euro. Intanto medici e infermieri sono sempre meno e i tagli alla sanità sempre di più.
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Commenti disabilitati su Armi sì, respiratori no: nel 2020 oltre 26 miliardi in spese militari per l’Italia | tags: armi, F35, spese militari | posted in Questa non è una guerra!
Molte domande e qualche prospettiva ai tempi del coronavirus
Mentre inizia la tanto attesa fase 2 con il suo carico di attese personali, speranze collettive e menzogne dei padroni, proponiamo la traduzione di un articolo di approfondimento apparso sulla rivista Lundimatin.
Questa quarantena ci ha sprofondato in una distopia digitale declinata al presente. La prospettiva storica di Jérôme Baschet ci aiuta a ricordare che i sistemi politici ed economici non sono immutabili. A noi scegliere la nostra parte.
Traduzione a cura della redazione. Una prima traduzione italiana, che abbiamo ripreso per questa versione aggiornata, è stata pubblicata sul sito www.reotempo.net.
FONTE: https://malamente.info/2020/05/04/jerome-baschet-cosa-ci-sta-succedendo/
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MILANO
Ma che ci stiamo a fare?
Introduzione alla BORSA SOLIDALE per la distribuzione di sostegno alimentare gratuito.
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Da oggi parte la campagna “Ora a casa restateci voi” per chiedere le dimissioni dirette della giunta Fontana dopo la gestione disastrosa dell’epidemia in Lombardia (di cui abbiamo già avuto modo di parlare anche noi in diversi approfondimenti in questi due mesi). Consapevoli che le responsabilità del disastro non si fermano alla Regione ma sono molto più profonde e coinvolgono anche importanti pezzi del governo, del Comune di Milano, di Confindustria e Confcommercio, convinti che la soluzione non sia il commissariamento ma la fine di questa classe tecnico-politica, sosteniamo l’appello per iniziare a farla finita con i signori verde-nero-azzurri della destra lombarda.
Leggi il testo del lancio.
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