“Le strade della capitale hanno ripreso le loro sembianze abituali, il traffico è diminuito mentre sono aumentati i posti di blocco delle forze dell’ordine. Ma nelle arterie principali, che dal centro città fuggono verso il raccordo anulare, sono scomparse le lavoratrici del sesso. Il distanziamento sociale, e la paura del contagio, comprimono i rapporti fisici nel territorio circoscritto della coppia. Questo nuovo corso ha un impatto devastante sulla sopravvivenza di chi svolge il lavoro sessuale. E se per chi è in possesso di documenti esiste la possibilità di accedere almeno ai buoni spesa devoluti dai comuni, chi è senza residenza e permesso di soggiorno, si trova da qualche settimana nel vicolo cieco della povertà assoluta”. Comincia così un articolo apparso su Il Manifesto, che ha suscitato la stizza di alcune femministe neo-abolizioniste, a cui poi hanno risposto direttamente le sex workers.
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Pane, Paillettes e Connessione. Sostieni le persone lgbitq* in difficoltà economica nella crisi Covid
21 maggio 2020
Il Progetto. Abbiamo lanciato questo crowdfunding per sostenere lesbiche, gay, trans e queer in difficoltà economica a causa della crisi sanitaria ed economica del Covid-19, con un’attenzione particolare ai bisogni di rifugiat* e richiedenti asilo lgbitq+, alla condizione delle e dei sex workers che non lavorano a causa del Covid e che sono esclus* da qualsiasi forma di sostegno statale, alla qualità della vita e del cibo, e ai bisogni immateriali, ma non meno essenziali, di comuncazione e connessione.
Covid19 – Nessuna da sola! Solidarietà immediata alle lavoratrici sessuali più colpite dall’emergenza
La pandemia COVID-19 sta influendo drammaticamente sulle vite di chi fa lavoro sessuale.
La maggior parte delle e dei sex worker non è in grado di accedere alle prestazioni sociali istituite come misure di emergenza dal Governo. È un momento di disperazione e di paura: molte delle giovani sex worker donne e persone trans sono migranti, sole e senza una rete familiare a cui far riferimento; molte altre sono madri e con il loro lavoro sostengono tutta la famiglia.
In queste settimane e sempre di più nelle prossime, l’emergenza che stiamo vivendo sta spingendo sull’orlo del baratro molte/i di loro, dando origine a situazioni di disagio e povertà sempre più gravi. E sarà sempre peggio. Vi sono persone dedite ad attività di prostituzione in forma libera, concordata o costretta, già in condizioni di vulnerabilità umana e sociale, e che oggi rischiano di precipitare in condizioni di povertà estrema. Condizioni di necessità che potrebbero costringerle a lavorare, violando le regole, esponendosi alle relative conseguenze penali e ai rischi per la propria salute e quella collettiva.
Mutualismo e lavoro sessuale
Condizioni del lavoro sessuale in pandemia
La pandemia #COVID19 sta influendo drammaticamente sulle vite di chi fa lavoro sessuale. La maggior parte delle e dei #sexworker non è in grado di accedere alle prestazioni sociali istituite come misure di emergenza dal Governo. È un momento di disperazione e di paura: molte delle giovani sex worker donne e persone trans sono migranti, sole e senza una rete familiare a cui far riferimento; molte altre sono madri e con il loro lavoro sostengono tutta la famiglia.
“Nessuna da sola!”, un crowdfunding per sex workers esposte all’emergenza
07 Aprile 2020.
Ombre Rosse e altre realtà hanno già raccolto alcune migliaia di euro destinate a “lavoratrici e lavoratori sessuali esposte a disagio e povertà”. #7aprile giornata mondiale della salute, Laboratorio Salute Popolare aderisce e pubblica contributi fotografici. Sportello antisfratto Imola: i bonus spesa erogati dal Comune sono “briciole che non saziano la fame”.
Coronavirus a Napoli, la rabbia delle trans: «Siamo alla fame, scendiamo in piazza»
6 aprile 2020. Sex worker, una categoria per la quale neanche il Covid-19 è riuscito a mettere in quarantena i pregiudizi. In prevalenza donne e trans che «non possono accedere alle prestazioni sociali istituite come misure di emergenza dal Governo dopo il Dpcm Io resto a casa, abbandonate dalla politica e senza tutele per il mancato riconoscimento della professione di lavoratrice sessuale e sull’orlo del baratro di una povertà estrema».