In collaborazione con il collettivo dei media anarchici RadioFragmata, presentiamo il seguente report dalla Grecia sui continui tentativi da parte del Governo che – insieme a imprenditori, polizia e fascisti – cerca di trarre vantaggio dalla pandemia di COVID-19 per intensificare la repressione – e sugli sforzi di anarchici, migranti, prigionieri, lavoratori ribelli e altri per combattere e aprire spazi di libertà.
Questi aggiornamenti sono un adattamento del contributo mensile di RadioFragmata al podcast “Bad News Report” sulle attuali condizioni in Grecia. Speriamo di sensibilizzare su questa situazione e di far convergere più ascoltatori sul podcast stesso; vi raccomandiamo “Bad News Report” e l’Anarchist/Anti-Authoritarian Radio Network nel suo insieme.
25 aprile 2020. Oggi si festeggia il 75 anniversario della liberazione dal nazifascismo o almeno da quello della seconda guerra mondiale. Se però andiamo a vedere la definizione di fascismo, possiamo trovare la dicitura: «dottrina e prassi politica fondata sulla violenta e indiscriminata affermazione di motivi nazionalisti e imperialisti, sulla presunta loro adeguatezza a superare e armonizzare i conflitti economici, politici e sociali, e sull’imposizione del principio gerarchico a tutti i livelli della vita nazionale; estens., qualsiasi concezione della vita politica e dei rapporti umani e sociali basata sull’uso indiscriminato della forza e della sopraffazione». Se per fascismo intendiamo questo e non solo il regime tristemente noto, viene spontaneo pensare a quanta strada c’è ancora da fare per potersi dire veramente liber* dal fascismo. In questo periodo di crisi sanitaria è ancora più evidente la contraddizione di questo stato che si definisce antifascista. Sarebbe stato infatti auspicabile che in questo stato di emergenza tutte le risorse venissero impiegate ad aiutare chi ne avesse bisogno per superare il periodo e proteggersi dal virus. Dobbiamo, invece, constatare che le varie “forze dell’ordine” sono state tutte impiegate col solo scopo di reprimere duramente ogni forma di dissenso.
Milano, 25 aprile 2020. Come già accaduto nei giorni precedenti a Roma e Torino, anche a Milano la Polizia ha deciso che nessun tipo di iniziativa fosse possibile in piazza, foss’anche quella di portare un fiore sulle lapidi partigiane. Probabilmente eccitati dall’essere da settimane i padroni indiscussi delle strade hanno messo in scena lo spettacolo tristo e patetico della loro forza.
Ne sono risultati impedimenti e cariche, fermi e manganellate. Due cronache parallele di quanto è successo in via Padova e in zona Ticinese. https://radiocane.info/milano-cronaca-25-aprile-quarantena/
Mentre governo e Regioni stanno riaprendo i luoghi della produzione e del commercio, il divieto di uscire all’aria aperta perdurerà almeno fino a maggio. Questa palese discrepanza non risponde ad alcuna “evidenza scientifica” (a meno di non confermare quello che un filosofo scriveva più di trent’anni fa, e cioè che lo Stato ha «abbattuto il gigantesco albero della scienza all’unico scopo di farne un manganello»). Da un lato si deve produrre e consumare; dall’altro, prima che la gente possa uscire si vuole aver già programmato come sorvegliarla. Ecco. Dobbiamo anticiparli, se non vogliamo subire, oltre alla “crisi sanitaria”, anche la ristrutturazione economica che l’accompagnerà. E quale data più evocativa per resistere del 25 aprile?
Diverse iniziative online e via etere in corso e in programma fino alla giornata in cui ricorrerà il 75esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo: a Bologna le proposte di Pratello R’Esiste, Vag61, OpenDDB, associazione Primo Moroni e Radio Spore. In rete anche appelli per manifestare “in sicurezza” sabato.