“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.” – B.Brecht, drammaturgo tedesco 1898-1956
10 luglio 2020, più di 100 carabinieri, poliziotti e vigili per le strade intorno a piazzale Cuoco. Assieme a loro dipendenti aler, giornalisti e politici. Il motivo è lo sgombero programmato di 6 case popolari. Il pretesto è una rissa avvenuta nel mese di maggio, per cui alcuni di loro sono indagati, ma è evidente come questa non sia altro che una scusa.
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GLI ESCLUSI DELLA CITTA’
Milano, imbrattata sede Aler: BASTA SGOMBERI!
Apprendiamo dai giornali locali del 16 luglio 2020 che è stata imbrattata la sede Aler di Milano, la società regionale che gestisce le case popolari e che non ha interrotto il suo triste lavoro di sgombero delle case occupate neanche durante il “blocco” per il Covid19.
Sull’edificio di Viale Romagna qualcuno ha lanciato vernice contro muri e finestre e scritto “basta sgomberi” sul marciapiede.
https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/vandalizzata-sede-aler-1.5326499
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FONTE: https://ilrovescio.info/2020/07/21/milano-imbrattata-sede-aler/
CRONACHE DI CORVETTO
Nonostante il blocco degli sgomberi dovuto all’epidemia Covid 19, il triste lavoro di Aler non si è mai fermato. Ufficialmente dichiara di procedere solamente con gli sgomberi in flagranza, e già questa è una mossa ben meschina dal momento che, proprio nei mesi di emergenza, molti si sono trovati nella necessità di avere una casa per tutelare la propria salute, quella altrui ed evitare di incorrere in pesanti sanzioni.
RITORNARE NELLE STRADE
La sera di Giovedì 21 maggio un gruppo di occupanti è tornato a farsi sentire per le strade di corvetto.
Pentole, musica e interventi al megafono hanno affollato il nostro quartiere, quartiere in cui quest’emergenza sanitaria è stata più pesante che altrove, a causa della metratura degli appartamenti, minori garanzie lavorative, carenza di soldi da parte.