9 marzo 2020
Erriamo. In cerca di errori erriamo. Senza farla finita. Smarriti smarrite di fronte a un potentissimo invisibile nemico. Ma è un nemico? E la nostra può essere una battaglia senza che guerra sia mai stata dichiarata?
RACCOLTA DI SCRITTI E ARTICOLI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
7 marzo 2020
Come tutti in questi giorni ci siamo trovati a discutere collettivamente riguardo all’emergenza in atto nel nostro Paese.
In questi giorni un nuovo incubo si sta diffondendo: il contagio dal cosiddetto Coronavirus. Dieci paesi del lodigiano, considerati il focolaio del contagio, e un paese del Veneto, dove è stato accertato il primo morto del virus, sono stati messi in quarantena. Questo significa nessuna possibilità per le persone di muoversi e di spostarsi dalle proprie abitazioni. In tutta la Lombardia, il potere costringe le persone ad autolimitare la propria mobilità sociale. Dalla chiusura dei luoghi di aggregazione al coprifuoco, il passo è breve. Prigionieri di se stessi e di un qualcosa di impercettibile allo sguardo umano, il governo pastorale ha addirittura ordinato attraverso un decreto lampo di chiudere le strade e ha rinforzato il presidio di polizia ed esercito, intimando che se qualcuno non dovesse rispettare gli ordini statali potrebbe anche subire l’arresto. A epidemia sociale, il potere non può che rispondere con repressione e sorveglianza. La caccia all’untore è iniziata.
Ciò che sta succedendo sul Coronavirus mostra come anche il più «naturale» dei fenomeni fa i conti con i rapporti politico-economici globali. Il rischio è che nel tentativo di mettere delle toppe si moltiplichino soltanto le emergenze
8 febbraio 2020
L’intervento dello stato centrale con imposizioni draconiane che stravolgono l’esistenza, l’uso mediatico di un fenomeno sanitario globale, la narrazione geopolitica di una pandemia terrificante e mortale senza trasparenza dell’autorità locale, le conseguenze economiche e commerciali che si cominciano a intravedere dietro alla diffusione repentina del coronavirus, nonostante le quarantene, la sospensione della mobilità personale e collettiva, la diffusione della sindrome e delle fake news; la quantità di ambiti che vengono stravolti dalla notizia – ancor prima della sua effettiva trasmissione e ferale nocività – e lo sconvolgimento delle aree d’influenza che si andavano estendendo con la Belt and Road Initiative… Tutto viene condizionato e stravolto dal virus che nasce dalle abitudini culinarie millenarie della vecchia Cina e imbrigliano la nuova, forse offrendo l’occasione di svoltare definitivamente all’interno della Cina verso la revisione, la gentrificazione, il superamento della tradizione popolare; e globalmente all’esterno si creano le condizioni per rivedere in parte i criteri produttivi di merci e la diffusione del controllo cinese sulle infrastrutture e sulla distribuzione delle merci, che sembrava permeare il trend del periodo. Ora invece il dragone cinese appare in difesa e in difficoltà a causa del coronavirus e dell’isolamento che comporta, ma anche in prospettiva potrebbe innescarsi un rilancio di stimoli alla pervasività cinese dei mercati e anche un completamento dei processi di trasformazione per chiudere vecchie produzioni che verrebbero delocalizzate.