Non basta un reddito di emergenza. Serve un reddito che trasformi la normalità

In Italia i 3 uomini più ricchi detengono più denaro dei 6 milioni di cittadini più poveri. È tempo di redistribuire la ricchezza, di tassare i grandi capitali per finanziare una misura davvero universale e incondizionata, che duri oltre la pandemia.

Da qualche giorno illustri economisti, analisti finanziari e giornalisti fanno rimbalzare dalle pagine dei giornali dichiarazioni forti, sottolineando la necessità di intervenire in maniera drastica per rispondere all’emergenza Coronavirus. Ieri molti esponenti della maggioranza di governo hanno rilanciato l’idea di un “Reddito di Emergenza”, un reddito che permetta di sopravvivere anche a tutti quei soggetti rimasti fuori dai sostegni del decreto ”Cura Italia”.  Le agenzie hanno battuto centinaia di dichiarazioni su chi era d’accordo, chi contrario, chi lo immagina in un modo e chi in maniera totalmente diversa. Continue reading


Stati Uniti: gli scioperi operai spontanei fanno chiudere gli stabilimenti FCA, GM e Ford (Labor Notes)

Riprendiamo da “Labor Notes” un articolo di Chris Brooks di qualche giorno fa che spiega come si è arrivati alla chiusura degli stabilimenti delle Big 3 dell’auto (FCA, GM, Ford) : a seguito di scioperi spontanei di gruppi di operai. Leggendolo, troverete forti somiglianze con la situazione italiana (dove tutto è partito dallo sciopero spontaneo alla FCA di Pomigliano d’Arco): padroni dalla mentalità schiavistica ostili alla chiusura; burocrati sindacali simili a pecore che implorano i padroni di non fare i padroni; gruppi di operai e operaie incazzati, come Marissa Williams, che prendono in mano la difesa della propria salute e della propria vita. Non c’è altra strada. Inutile dire: se andate a leggere “Gazzetta Motori” del 20 marzo scorso, che parla della chiusura delle Big 3, degli scioperi spontanei non c’è traccia alcuna. Continue reading


I campi di lavoro del sud Italia ai tempi del coronavirus

In collegamento telefonico con un compagno e una compagna ci facciamo raccontare cosa sta avvenendo nella tendopoli di San Ferdinando in Calabria e nelle campagne foggiane, a che punto sono le lotte di chi lavora in queste zone e le difficoltà che stanno affrontando.

Buon Ascolto!

San Ferdinando

Foggia

 


Cos’è stata la «Fase 1» dell’emergenza coronavirus? Uno storico getta un primo sguardo retrospettivo

FONTE: https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/05/cose-stata-la-fase-1-coronavirus/
7 maggio 2020, di Piero Purich *

Cosa abbiamo vissuto dalla fine di febbraio ai primi di maggio del 2020?

In cosa è diverso il modo in cui si è gestita l’emergenza coronavirus dai modi in cui si affrontarono grandi epidemie nel passato?

Provo a gettare un primo sguardo retrospettivo, dal mio punto di vista, che è quello di uno storico. In sostanza, proverò a trovare analogie e differenze tra le politiche di contenimento del Covid-19 e le risposte ai contagi di massa verificatisi nella storia.

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A Milano i carabinieri con gli speciali “Smart Helmet”, i caschi che misurano la febbre a distanza „Milano, carabinieri in metro con lo “Smart helmet”: il casco che rileva la febbre a distanza“

7 maggio 2020

Uno scanner in grado di “colpire” fino a una distanza di sette metri. Un piccolo led sulla visiera. E un altro, più grande, su un tablet. Il comando provinciale dei carabinieri di Milano ha avuto in dotazione due “Smart helmet”, un caschetto speciale che permette di rilevare la temperatura corporea delle persone anche in lontananza.

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La sporca coscienza dei padroni

Ieri Il Giornale di Brescia * ha fatto il titolo che non ti aspetti su parole pronunciate da chi non ti aspetti.

Il sindaco della città, in un’intervista sull’epidemia coronavirus, non ha usato mezze parole: la diffusione e la virulenza del contagio, l’alto numero di morti oramai una strage, nel bresciano sono causati anche dai “ padroni delle industrie”. Continue reading


Il decreto “cura Italia” e il Nemico Visibile

In questi giorni il Governo Conte ha varato il decreto con le misure economiche per far fronte all’emergenza covid 19,  il senso dell’operazione è quello di cercare di tamponare l’emorragia sui redditi dei lavoratori e soprattutto dei profitti delle imprese.

Continua la volontà criminale del governo di non interrompere i settori produttivi non essenziali neanche durante questi giorni di picco pandemico, e migliaia di lavoratrici e lavoratori ne stanno già pagando le dure conseguenze. Sono tantissime le testimonianze di persone costrette a lavorare senza protezioni e alle poste di Brescia due lavoratori oggi sono morti per covd19 perché hanno dovuto continuare a lavorare senza protezioni in questi giorni. Continue reading


Se andrà tutto bene sarà sulla nostra pelle – Riflessioni di un professionista sanitario durante la pandemia di Covid-19

Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro: […] di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l’eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute; […] di attenermi ai principi morali di umanità e solidarietà […]

Giuramento di Ippocrate

Agli operatori sanitari morti finora in questa battaglia. Che il vostro sacrificio non sia stato vano.

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Il segretario dell’UN “I disastri climatici saranno molto peggio del Covid-19”

Cartoon: Mask (medium) by Alexei Talimonov tagged ...

Il segretario delle Nazioni Unite António Guterres ha dichiarato che i disastri causati dai cambiamenti climatici avranno degli effetti sulla popolazione mondiale molto più gravi di quelli causati dalla pandemia di Coronavirus. Durante il lockdown, in tutto il mondo, si sono registrati gli effetti positivi della netta riduzione delle emissioni causate dai siti produttivi e dai veicoli. Così come la ‘riconquista’ di molte città da parte degli animali selvatici. Il ritorno alla ‘normalità’ farà purtroppo ritornare le emissioni allo stesso livello di quelle pre-pandemia riaccellerando i processi di surriscaldamento globale.

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Coprifuoco e carne da macello. L’Italia di governo e Confindustria

Sempre col freno tirato, sempre in ritardo di settimane, sempre con l’occhio servile verso gli squali di Confindustria, sempre con i leghisti che provano a fare i primi della classe per cercare di nascondere le loro enormi responsabilità nei ritardi con cui è stata affrontata l’epidemia da coronavirus nel nostro Paese (se ricordate i salti della quaglia di Salvini dal “chiudere tutto” al “riaprire tutto” e poi dietrofront; o anche il Beppe Sala – Pd – di #milanononsiferma, appena tre settimane fa). Continue reading


I presunti untori

Nel paese in cui governo e Confindustria si rifiutano di chiudere migliaia di uffici e fabbriche, nel paese in cui ci sono 231 aziende produttrici di armi e munizioni e una sola azienda che produce ventilatori artificiali, nel paese in cui un’impresa di Brescia vende agli Usa mezzo milione di tamponi (quelli che mancano negli ospedali, già devastati da anni di tagli) alcuni sentono il bisogno di trovare i nuovi untori Continue reading


AMADORI: CORONAVIRUS, RISCHI, STRESS, PARADOSSI E SILENZI

AMADORI. SONO ALMENO QUATTRO I NUOVI CASI DI CORONAVIRUS A SAN VITTORE DI CESENA

Ritmi di lavoro incalzanti, rischi di infortuni, lavoro notturno usurante, quattro nuovi casi di positività da Covid-19, i contagiati e le persone messe in quarantena vengono sostituite con nuovo personale allo stabilimento Avi.coop di Amadori a San Vittore di Cesena. Continue reading


Milano. Buoni alimentari revocati a chi vive in case occupate. Comune come e peggio della Lega

Il Comune di Milano ha revocato i buoni alimentari per le famiglie in difficoltà a chi vive in alloggi occupati.

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Coronavirus, allarme nella Bergamasca già a febbraio. Ma Confindustria pubblicava il video: “Bergamo is running”

Gli imprenditori strillavano l’avanti tutta con fabbriche sempre aperte. Solo adesso si sta cominciando a chiudere.

Il video #Bergamoisrunning, scelto da Confindustria bergamasca il 28 febbraio per tranquillizzare “i nostri partner internazionali”, visto oggi appare desolante. Continue reading


Fabbriche aperte, parchi chiusi: l’ipocrisia borghese nella crisi sanitaria

Da qualche giorno, ormai, il leitmotiv di giornalisti e politici sulla crisi sanitaria in corso è l’attacco nei confronti di una percentuale di italiani “irresponsabili”, che non si adeguano alle misure di contenimento proposte. La difficoltà di fermare il virus, ci dicono e ci ripetono, dipenderebbe proprio da questi comportamenti individuali incuranti della salute pubblica. Dalla Gruber a Briatore (Briatore!) il coro è unanime e accalorato, il virus si continua a diffondere perché gli italiani vanno al parco! Continue reading