11 Maggio 2020
Diversi studi, ancora a livello preliminare, segnalano un nesso tra inquinamento e mortalità da Covid-19. Il degrado ambientale è all’origine di quasi tutte le epidemie passate e lo sarà di altre future.
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11 Maggio 2020
Diversi studi, ancora a livello preliminare, segnalano un nesso tra inquinamento e mortalità da Covid-19. Il degrado ambientale è all’origine di quasi tutte le epidemie passate e lo sarà di altre future.
Niente sarà più come prima è la frase che abbiamo sentito più spesso dall’arrivo dell’epidemia di coronavirus in Europa. Non che di per sé queste parole siano garanzia di nulla. Quante volte sono risuonate nella bocca dei “leader” del mondo, pronti a ripeterle come un mantra dopo ogni crisi per assicurarsi precisamente che niente cambiasse davvero? Eppure ci sembra che stavolta l’arrivo del virus si è accompagnato effettivamente di una sensazione diffusa, quella che la pandemia stia marcando il capolinea di un modello socioeconomico di produzione dei beni e di riproduzione della vita umana e della natura. La consapevolezza che il prezzo altissimo pagato in questa guerra, come amano definirla i media, è imputabile a scelte politiche ed economiche precise rimane però, per ora, allo stato liquido e si disperde nei mille rivoli delle singole esperienze di chi sta subendo la crisi del coronavirus in termini di sofferenza, lutto, paura, privazione degli affetti, mancanza di reddito, angoscia per l’avvenire. Se è vero che la storia non marcia sulla testa, è necessario interrogarsi da ora su come e dove questa consapevolezza trasversale potrebbe coagularsi e prendere forma, parlando una lingua comune e ponendo delle istanze concrete. Pensiamo che la val di Susa, con la densità politica accumulata nella lotta pluridecennale contro il TAV, con il tessuto di relazioni costruito proprio grazie alla battaglia contro il supertreno, rappresenti uno di questi possibili contesti di coagulazione. Questo a patto, innanzitutto, di avere chiaro in quale modo la crisi pandemica s’intrecci con i nodi politici che sono sempre stati posti in maniera più o meno esplicita dal/nel movimento notav ma come, allo stesso tempo, l’irruzione del virus rappresenti una cesura che ci obbliga ora a un salto. Prima che la vita riprenda il corso di una nuova normalità che potrebbe essere ben peggiore della precedente, ci sembra quindi necessario provare a operare una sorta di ricognizione preliminare per capire quali sentieri potrebbe prendere la lotta. Perché tutto non resti come prima servirà una decisa spinta. Cominciamo ad attrezzarci.
20 Aprile 2020
Molti agenti di malattie infettive derivano da animali. Ma solo raramente si parla della distruzione di ecosistemi e biodiversità che svolge un ruolo centrale nella trasmissione di virus agli esseri umani.
Sulle cause ecologiche per la nascita sia del Covid-19 sia di altre pandemie, non solo nei media mainstream ma anche nell’opinione pubblica di sinistra si comunica e si discute poco. Il focus della discussione generale è sulla prevenzione e l’arginamento della pandemia da Covid-19, sul sistema sanitario sovraccarico e gli interventi drastici sui diritti fondamentali imposti dai governi. Questo naturalmente è giusto, ma omettere sostanzialmente la discussione sui fattori scatenanti è un problema e una mancanza di attenzione per i retroscena.
13 Aprile 2020
|Affermare che il Covid-19 sia una pandemia capitalista potrebbe sembrare assurdo. Dopo tutto, i virus sono corpi naturali che esistono indipendentemente da tutte le strutture sociali e che hanno colpito l’umanità molto prima che fosse dominata dai sistemi capitalistici. Dalle epidemie di “peste” nell’antica Grecia alla peste nera che ha colpito le società eurasiatiche pre-capitalistiche, è ampiamente dimostrato che il capitalismo non ha inventato le pandemie. Pretendere che possa essere responsabile del Covid-19 potrebbe sembrare un’affermazione folle o di tipo “complottista” (per usare l’aggettivo generalmente usato per squalificare qualsiasi pensiero critico che cerchi di risalire la catena delle responsabilità sociali di un fenomeno). Oppure, e bisogna ammetterlo subito, la SARS-CoV-2 (il nome del virus che trasmette la malattia Covid-19) esiste indipendentemente dalle strutture capitalistiche. Di conseguenza, l’anticapitalismo dovrebbe concentrarsi solo sulla gestione capitalistica della pandemia e non avrebbe nulla da dire sulla comparsa dell’epidemia in quanto tale, ridotta a un semplice fenomeno “naturale”. I fatti, tuttavia, ci sono e sono inquietanti.