Forli’, 23 aprile 2020, con un post su facebook il consigliere locale della Lega, Francesco Lasaponara, si augura che i partigiani si ammalino di coronavirus.
Category Archives: Questa non è una guerra!
Retorica bellica e narrazione della pandemia
Da molte settimane ormai, da quando cioè l’epidemia di covid-19 è dilagata nel nostro Paese, una inarginabile retorica bellica si è impadronita del nostro linguaggio: risuona nelle ininterrotte trasmissioni televisive e negli editoriali della carta stampata; rimbomba nei messaggi alla nazione degli uomini politici e negli inviti al rispetto delle regole del distanziamento sociale e della quarantena di attori, cantanti e campioni sportivi; trabocca persino nelle più svariate pubblicità commerciali e nelle interminabili catene di messaggi che rimbalzano da un social all’altro. Continue reading
Perché il Covid-19 non è una guerra
La metafora della guerra rende invisibili le soggettività considerate più fragili: donne e bambini sono stati esclusi per secoli dal “campo di battaglia”. Eppure il femminismo ha rotto con questa visione vittimistica e ha scoperto un’altra storia, da tenere sempre più a mente in tempo di pandemia. Continue reading
Se la risposta alla crisi è un miliardo per nuovi sottomarini
Fincantieri annuncia il contratto con la Marina per costruire altri U-212. Una commessa varata nel silenzio. Che ripropone il dilemma sugli investimenti pubblici per tutelare l’occupazione
“Volete burro o cannoni?”, chiedeva Benito Mussolini alla vigilia dell’ultimo conflitto mondiale. Oggi invece la domanda potrebbe essere “Volete sottomarini o terapie intensive?”. E se la folla in camicia nera rispondeva entusiasticamente “Cannoni!”, adesso che siamo alle prese con il virus il quesito va affrontato con meno retorica e più concretezza. Continue reading
La strage di stato
La strategia di comunicazione del potere durante un’emergenza fa capire molte cose. C’è chi cerca di tranquillizzare, sminuendo la natura del problema per continuare a governare come se nulla fosse; chi vuole dimostrare di avere tutto sotto controllo e pubblicizza l’intrusione nella vita privata delle persone, rivendicando l’importanza di controllare i sudditi per il bene di tutti; e chi ne approfitta per aumentare i propri poteri, militarizzando tutto e rivendicando l’importanza di avere un “capo” che decida cos’è bene per ognuno. Continue reading
Virus, guerra e linee di fuga
L’emergenza Covid-19 viene gestita e raccontata dall’alto con il linguaggio della guerra. La prima conseguenza è sottrarre la situazione all’indagine sulle cause. La seconda è un rinnovato protagonismo dello Stato, anche simbolico, per regolamentare e controllare la vita di ogni giorno delle persone comuni, ma prima di tutto per proteggere i signori del profitto. Tuttavia, su larga scala nascono inaspettate vie di fuga, tutte ancora da rafforzare. Azioni collettive come cooperare, curare, creare mondi autonomi diventano antidoti alla solitudine e all’emarginazione. E rigettano l’idea che esista un’unica articolazione, quella dello Stato, per organizzarsi. “Non resta che continuare a lottare – scrive Alice Dal Gobbo -, forti del fatto che alla nichilistica battaglia per la sopravvivenza contrapponiamo la costruzione gioiosa della vita”. Continue reading
Siamo in guerra! Il coronavirus e le sue metafore
Da giorni basta aprire un giornale, scorrere le notizie sul telefono, guardare un notiziario in tv per sentirci dire che siamo in guerra. L’emergenza Covid-19 è quasi ovunque trattata con un linguaggio bellico: si parla di trincea negli ospedali, di fronte del virus, di economia di guerra; ogni sera la Protezione civile dirama un bollettino con il numero dei morti e dei contagiati che aspettiamo col fiato sospeso. Continue reading
La guerra non si chiude in casa. Zar rais e regimi autocratici giocano duro con il virus
Partita per il Medio Oriente. Zar, raìs e regimi autocratici giocano duro con il virus. Dalla Siria alla Libia, dall’Iraq allo Yemen. Per Putin e i suoi alleati è arrivata la tempesta perfetta: pandemia, guerre vere, battaglia sul petrolio e mercati occidentali in malora. Continue reading
Le armi non sono essenziali
In tempo di coronavirus, nelle fabbriche varesine che producono elicotteri e aviogetti impiegati nelle guerre che sfregiano tante regioni del mondo, è avvenuto un fatto imprevisto. I lavoratori dell’Alenia Aermacchi (oltre 1.500 dipendenti) di Venegono hanno scioperato lo scorso giovedì e non si sono presentati in fabbrica, giudicando non affatto indispensabile la produzione loro affidata, nonostante le pressioni del Prefetto di Varese e le arroganti affermazioni dell’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo. Non è cosa da poco visto che non era mai successo un evento simile nel settore aeronautico varesino, nemmeno con i movimenti degli anni ’60 e ’70. Continue reading
Contingente militare nei territori del Nord Est
Ieri 17 marzo il Ministro degli Interni Lamorgese ha comunicato al Prefetto di Trieste Valerio Valenti che verranno inviati in zona ulteriori 100 militari per controllare il confine con la Slovenia dall’arrivo di immigrati irregolari. Continue reading
F35 Beni essenziali: lo stabilimento di Cameri rimane aperto
Tra la lunga lista delle attività essenziali rimaste aperte, nel pieno della crisi sanitaria, c’è lo stabilimento di Leonardo a Cameri, l’azienda del novarese che ha in incarico la progettazione e costruzione degli F35, i cacciabombardieri della Lockheed Martin (USA) ed è l’unico stabilimento in grado di eseguire anche l’assemblaggio della variante F-35B al di fuori degli Usa. Continue reading
La riconversione necessaria
La Lombardia è la regione più colpita da coronavirus. Mancano molti beni sanitari, soprattutto i ventilatori polmonari. Non è un caso, ma il frutto di decisioni che vengono da lontano . In Italia vi sono 231 aziende produttrici di armi e munizioni e una sola azienda che produce ventilatori artificiali. Continue reading
Paese chiuso, fabbriche d’armi aperte
Governo e virus. È evidente a tutti (tranne che a certi manager e a certi politici): abbiamo bisogno di caschi per la respirazione ventilata, non di caschi per i piloti degli F-35. Abbiamo bisogno di posti letto di terapia intensiva, non di posti di comando nelle caserme. Continue reading
Meno missili, più tamponi. La scelta miope di tagliare la sanità e aumentare le spese militari
Mentre il numero di posti letto è crollato a 3,2 ogni mille abitanti e sono stati tagliati 43mila operatori sanitari, la spesa militare cresce anno dopo anno.
Barattereste 32mila posti di terapia intensiva per fare in modo che l’aviazione militare italiana possa mettere nei propri hangar 16 aerei F35? Oppure rinuncereste a comprare più di 5 miliardi di mascherine per avere una nuova portaerei e una manciata di elicotteri e mezzi blindati? Continue reading
Esercitazione beffa della Nato nel Mediterraneo colpito dall’epidemia da Covid-19
La pandemia da Covid-19 non ferma i giochi di guerra aeronavali della Nato nel Mediterraneo orientale. L’1 aprile ha preso il via un’esercitazione a cui partecipano unità di superficie, sottomarini, elicotteri, aerei da pattugliamento e velivoli senza pilota di Italia, Grecia e Turchia nell’ambito dell’operazione Sea Guardian 2020 dell’Alleanza atlantica. Continue reading