Licenziato e picchiato dai datori di lavoro perché aveva chiesto il rispetto delle misure di sicurezza sul lavoro (mascherine). Questi sono i datori di lavoro che il governo Conte tutela con lo scudo penale.
Terracina, sfruttamento del lavoro e pestaggio: due imprenditori indagati
Una storia drammatica che arriva da Terracina, l’ennesima di sfruttamento del lavoro nelle campagne pontine. Due imprenditori, padre e figlio, destinatari di misure cautelari.
Il lavoratore aveva infatti ripetutamente chiesto di poter avere mascherine per lavorare per proteggersi dal covid, ma è stato immediatamente licenziato e quando ha tentato di rivendicare il salario che gli spettava per le giornate già lavorate, è stato minacciato, insultato e percosso e poi buttato in un canale di scolo in aperta campagna.
Gli investigatori hanno quindi identificato e rintracciato altri braccianti agricoli che lavoravano nella stessa azienda, tutti stranieri, e hanno verificato l’esistenza di un sistematico sfruttamento economico, con condizioni di lavoro difformi alla vigente normativa in materia di sicurezza e sanitaria. I braccianti infatti erano costretti a lavorare anche 12 ore al giorno, tutti i giorni della settimana, senza fruire di alcuna giornata di riposo o festiva e tantomeno di congedi per malattia. La paga oraria era di 4 euro per ogni ora di lavoro senza alcuna maggiorazione per il lavoro prestato nei giorni festivi. Infine, in busta paga veniva contabilizzato solamente un terzo delle giornate effettivamente lavorate.
Nel corso del blitz in azienda nessuno dei braccianti era provvisto dei dispositivi a tutela della normativa di sicurezza e dell’igiene, che sono stati rinvenuti invece all’interno delle abitazioni degli indagati. Gli imprenditori però non avevano ritenuto di distribuire la mascherine ai propri dipendenti.