Niente sarà più come prima è la frase che abbiamo sentito più spesso dall’arrivo dell’epidemia di coronavirus in Europa. Non che di per sé queste parole siano garanzia di nulla. Quante volte sono risuonate nella bocca dei “leader” del mondo, pronti a ripeterle come un mantra dopo ogni crisi per assicurarsi precisamente che niente cambiasse davvero? Eppure ci sembra che stavolta l’arrivo del virus si è accompagnato effettivamente di una sensazione diffusa, quella che la pandemia stia marcando il capolinea di un modello socioeconomico di produzione dei beni e di riproduzione della vita umana e della natura. La consapevolezza che il prezzo altissimo pagato in questa guerra, come amano definirla i media, è imputabile a scelte politiche ed economiche precise rimane però, per ora, allo stato liquido e si disperde nei mille rivoli delle singole esperienze di chi sta subendo la crisi del coronavirus in termini di sofferenza, lutto, paura, privazione degli affetti, mancanza di reddito, angoscia per l’avvenire. Se è vero che la storia non marcia sulla testa, è necessario interrogarsi da ora su come e dove questa consapevolezza trasversale potrebbe coagularsi e prendere forma, parlando una lingua comune e ponendo delle istanze concrete. Pensiamo che la val di Susa, con la densità politica accumulata nella lotta pluridecennale contro il TAV, con il tessuto di relazioni costruito proprio grazie alla battaglia contro il supertreno, rappresenti uno di questi possibili contesti di coagulazione. Questo a patto, innanzitutto, di avere chiaro in quale modo la crisi pandemica s’intrecci con i nodi politici che sono sempre stati posti in maniera più o meno esplicita dal/nel movimento notav ma come, allo stesso tempo, l’irruzione del virus rappresenti una cesura che ci obbliga ora a un salto. Prima che la vita riprenda il corso di una nuova normalità che potrebbe essere ben peggiore della precedente, ci sembra quindi necessario provare a operare una sorta di ricognizione preliminare per capire quali sentieri potrebbe prendere la lotta. Perché tutto non resti come prima servirà una decisa spinta. Cominciamo ad attrezzarci.
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TAV e coronavirus : alcuni appunti perché nulla sia più come prima
By romagnantifa
Commenti disabilitati su TAV e coronavirus : alcuni appunti perché nulla sia più come prima | tags: ambiente, devastazione ambientale, distruzione ecologica, Gradi Opere, inquinamento, No Tav | posted in Ecologica
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